“Voi date schiaffi, noi diamo baci”
Protesta contro le posizioni omofobiche della Chiesa
Insieme ad un gruppo di ragazze/i (studentesse/i, lavoratrici/ori, rappresentanti dei movimenti, …) il Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica Trieste ha organizzato un flash mob alle ore 18.30 di lunedì 22 agosto presso il Molo IV, giorno di apertura della 62^ Settimana Liturgica che si terrà al Molo IV, evento di risonanza nazionale, che in quel giorno prevede la presenza di numerosi sacerdoti provenienti da tutta Italia e del vicario generale del papa, il card. Comastri.
Gli organizzatori intendono scambiarsi un bacio gay o lesbico, un segno di amore e di affetto, per «contrastare – si legge nel comunicato – l’odio omofobico che la Chiesa cattolica in Italia alimenta quotidianamente». Chi non vorrà baciare, potrà partecipare con manifesti o altro (spazio alla creatività). Questa iniziativa vuole rappresentare un momento di civile protesta contro chi in Italia, scrivono gli organizzatori, «sta bloccando le legittime richieste di riconoscimento dei diritti per le persone lgbt (lesbiche-gay-bisessuali-transgender), impedendo quella necessaria evoluzione normativa che è oramai patrimonio della maggior parte degli stati europei.
Nel comunicato diffuso dagli organizzatori si legge: «Manifestiamo contro: una Chiesa che presenta, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, «…le relazioni omosessuali come gravi depravazioni», dichiarando che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (Catechismo della chiesa cattolica, 2357); una Chiesa che afferma che «la pratica dell’omosessualità sta minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone» (J. Ratzinger, Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali); una Chiesa che dichiaratamente si oppone, e purtroppo con successo, ad una legislazione che preveda il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, relegando l’Italia agli ultimi posti nell’Unione Europea; Chiesa che contribuisce ad affossare qualsiasi iniziativa legislativa che voglia introdurre un’aggravante ai reati mossi da odio omo-transfobico e a tutela delle vittime; il Vaticano che si è opposto alla depenalizzazione universale dell‘omosessualità presentata in sede ONU; l’arcivescovo di Trieste Crepaldi che definisce «mortificante» la famiglia formata da due persone omosessuali».
Gli organizzatori dichiarano di manifestare invece per «il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, come avviene negli altri Stati dell’Unione Europea; l’estensione della Legge Mancino anche alle persone lesbiche, gay e transessuali che soffrono la diseguaglianza di non essere tutelate, in quanto vittime di omo/transfobia; vivere in uno Stato democratico laico fondato sulla Costituzione che all’articolo tre sancisce la pari dignità sociale di uomini e donne senza alcuna forma di discriminazione; condannare e rifiutare ogni forma di stigma sociale ai danni di lesbiche e gay che possa alimentare il clima omofobico sempre più diffuso in Italia».
© 22 Agosto 2011