Trieste, rigassificatore spagnolo contestato: la multinazionale Gas Natural Fenosa attacca gli ambientalisti italiani e sloveni
di PGParovel
Ambiente, giustizia e politica
La multinazionale spagnola Gas Natural Fenosa insiste a tentare, con l’appoggio del moribondo governo Berlusconi, di forzare la costruzione di un proprio rigassificatore nel porto di Trieste, ignorando e riducendo al silenzio le opposizioni della popolazione. Ed in particolare degli ambientalisti, che hanno denunciato falsificazioni, rischi e danni del progetto e comportamenti ‘coloniali’ di questa ed altre multinazionali già sotto accusa per fatti gravi in America Latina.
Ad intense attività locali di ‘persuasione’, pubblicistica e mirata, la multinazionale ha aggiunto ora un pesante attacco giudiziario contro gli ambientalisti italiani e sloveni di Alpe Adria Green e Greenaction Transnational, colpevoli di avere hanno rivelato quelle informazioni vere in un manifestino (leggi qui) diffuso assieme alla Lista 5 Stelle di Beppe Grillo durante la scorsa regata Barcolana, sponsorizzata anche da Gas Natural Fenosa.
Come noto, l’opposizione della maggioranza della popolazione e delle istituzioni di Trieste e della confinante Slovenia (leggi qui il dossier stampa molto chiaro di Alpe Adria Green) è dovuta al fatto che il rigassificatore danneggerebbe gravemente l’ecosistema marino del Golfo di Trieste e l’attività dei porti di Trieste e Koper-Capodistria, e sarebbe esposto sia ad incidenti che ad attentati con conseguenze catastrofiche per una popolazione residente di oltre 200.000 abitanti e per il terminale strategico dell’oleodotto transalpino (TAL) che rifornisce l’Europa centrale
L’attacco giudiziario della potente multinazionale spagnola alle tenaci ma povere associazioni ambientaliste è giuridicamente infondato, temerario e calunnioso, poiché Gas Natural Fenosa sa benissimo che le informazioni contenute in quel manifestino erano e sono veritiere, notorie, documentate, già pubblicate in precedenza altrove ed accessibili a chiunque anche in rete.
Ma l’aggressione conserva egualmente un pesante valore pratico intimidatorio, poiché punta ad tacitarle azzerandole in maniera formalmente ‘pulita’, che è però altrettanto efficace delle violenze e delle uccisioni di ambientalisti denunciate appunto in America Latina come pilotate dalle multinazionali.
Ed ha pure un precedente giudiziario locale e nazionale così inquietante da meritare seria indagine giornalistica ed istituzionale.
Dopo la scoperta infatti che il progetto di Gas Natural Fenosa conteneva dati tecnici falsificati per nascondere danni e pericoli dell’impianto, le organizzazioni ambientaliste Greenaction Transnational, Legambiente e WWF, assieme al Comitato per la salvaguardia del Golfo di Trieste ed al Comitato SOS Muggia, avevano denunciato il fatto alla Procura della Repubblica di Trieste.
Le conseguenti indagini penali, svolte puntualmente dalla Guardia di Finanza, confermarono l’esistenza delle falsificazioni. Ma a quel punto la Procura di Trieste, invece di procedere, il 17.3.2009 inviò gli atti al Ministero competente “per valutazioni e determinazioni” ? così violando sostanzialmente l’indipendenza del potere giudiziario da quello esecutivo ? ed il giorno dopo li rimise alla Procura di Roma, che ne chiese subito l’archiviazione.
Per un malinteso abnorme, ed ancora da chiarire, con la centrale romana del WWF l’opposizione degli ambientalisti all’archiviazione finì presentata in ritardo e respinta. E questo consentì al governo Berlusconi di proseguire surrettiziamente nel rilascio delle autorizzazioni per il rigassificatore contestato.
Ed ora è la stessa Procura di Trieste, pure col medesimo PM, a procedere contro gli ambientalisti su querela di Gas Natural Fenosa.
Al tutto si aggiungono non poche ambiguità di forze politiche locali di centrodestra e centrosinistra inaffidabili perché non possono permettersi di scontentare né l’opinione pubblica, ma si mostrano anche sensibili ai benefici del favorire la multinazionale.
Come per la difesa delle potenzialità di lavoro del Porto Franco Nord (portovecchio) dalle speculazioni edilizie ed immobiliari parassite, anche sui rigassificatori sta dunque ai cittadini ed all’informazione indipendente bloccare con decisione indignata e rigorosa queste manovre.
E dimostrarsi concretamente solidali con gli ambientalisti italiani e sloveni ora minacciati per avere testimoniato doverosamente e con coraggio null’altro che la verità nell’interesse pubblico.
Paolo G. Parovel
© 7 Agosto 2011