La Voce di Trieste

Abusi nelle amministrazioni di sostegno: rassegna di casi documentati a Trieste

Assistenza sociale e giustizia

Sabato 30 luglio alle 11 al Centro Servizi del Volontariato di Trieste, via San Francesco 2, II° piano, la Rete delle Legalità e dei Diritti Fondamentali documenterà alla stampa ed ai cittadini gravi abusi riscontrati da tempo nelle amministrazioni di sostegno. Premessa e conclusioni verranno tracciati dal direttore della Voce, il giornalista investigativo Paolo G. Parovel, che ha già svolto e pubblicato inchieste su questo problema poco noto.

Che cos’è l’amministrazione di sostegno

 

 

L’amministrazione di sostegno è un istituto giuridico recente, creato per assistere persone che hanno blande difficoltà psicologiche o fisiche ad amministrare i propri beni, evitando loro le gravi limitazioni della libertà di agire che sono proprie dell’interdizione e dell’inabilitazione. L’incarico di amministratore di sostegno dovrebbe essere gratuito, ed il Tribunale dovrebbe affidarlo di preferenza a famigliari o conviventi e controllarne adeguatamente gli atti e le contabilità.

Ma in concreto buona parte dei Tribunali italiani non ha personale sufficiente a garantire controlli efficaci, sottopone le persone ad amministratore di sostegno su richiesta di terzi senza adeguate controperizie difensive, conferisce gli incarichi ad avvocati, praticanti o commercialisti autorizzandoli a prelevare compensi dalle risorse degli amministrati, e spesso assegna loro poteri analoghi a quelli del tutore dell’interdetto.

 

Gli abusi, le coperture e la politica

Il sostegno viene così trasformato arbitrariamente in un’interdizione impropria con garanzie di gestione e controllo minori. E questo favorisce abusi di vario genere sulla vita, il denaro e gli immobili degli amministrati, molti dei quali si trovano così non sostenuti, ma espropriati della disponibilità del proprio denaro, dei propri immobili e persino della posta. Ed accade pure che se si oppongono finiscano all’ospizio con vendita della casa, mentre le proteste di loro famigliari vengano zittite sottoponendo anche loro ad amministrazione ‘di sostegno’ analoga.

Questo ciclo perverso si perpetua in proporzione alle condizioni ambientali di omertà e copertura che trova sia nei tribunali e nelle altre istituzioni che sui media; è stato inoltre favorito da tentativi impropri di sovrapporre al problema oggettivo uno scontro politico tra destra colpevolista e sinistra assolutoria.

Il caso Trieste e le indagini giudiziarie

La legge sulle amministrazioni di sostegno è nata a Trieste negli ambienti della celebre psichiatria aperta di Franco Basaglia, ma proprio qui è stata paradossalmente applicata anche senza necessità, in eccesso numerico, alimentando avvocati e commercialisti, con maggiore arbitrio repressivo delle libertà fondamentali degli assistiti, e queste anomalìe vengono tuttora coperte sia dal Tribunale che dai politici e dal quotidiano monopolista locale Il Piccolo (gruppo Espresso).

Il tutto è ora sotto indagini giudiziarie della Procura esterna competente per legge, avviate su esposti-denuncia di alcune vittime e su una querela che la giudice più coinvolta nei fatti ha sporto contro Paolo G. Parovel per le notizie, le analisi ed i commenti che ne ha pubblicati. Trieste diventa perciò un caso-pilota anche per il contrasto agli abusi nelle amministrazioni di sostegno in tutt’Italia.

© 29 Luglio 2011

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