La Voce di Trieste

I Fiori d’Oriente di Ivan Bidoli alla Rettori Tribbio 2

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Inaugura sabato 18 giugno 2011 alle ore 19.00 alla Galleria Rettori Tribbio 2 (Piazza Vecchia, 6) di Trieste la mostra personale del pittore Ivan Bidoli, intitolata Fiori d’oriente. La rassegna propone una trentina di opere del tutto inedite, realizzate dall’artista nell’ultimo anno mediante acrilici e smalti su tavola e acrilico, china e tempera su carta.

È stato l’unico allievo di Max Fabiani, uno dei più importanti e significativi architetti e urbanisti del “finis Austriae”, e lo si vede. Pittore di razza – scrive Marianna Accerboni – Ivan Bidoli, 78 anni a dicembre, presenta in questa mostra un’ampia sequenza di opere tutte inedite, che raccontano con taglio surreale, simbolico e spesso giocoso, l’epopea quotidiana degli umili, ma anche tematiche dal più ampio respiro come per esempio la lotta alle dipendenze, l’importanza e le sfumature del sentimento, il gioco rischioso dell’amore con le sue schermaglie e alcune sapide considerazioni sul rapporto uomo-donna. Nell’esporre il proprio punto di vista, Bidoli dà spazio a tutta la sua inesauribile fantasia, di visionario profondo e semplice al tempo stesso e di elegante decoratore di favole contemporanee, che l’artista sa impreziosire attraverso finezze tecniche ed espressive di grande effetto, contrappunti di luce e superfici opache, colori simbolici come il rosa che caratterizza l’esistenza dei non fumatori o il decoro-tatuaggio-ricamo su pelle che ingentilisce le nudità delle sensuali ed eleganti protagoniste dei suoi quadri, descritte con apparente levità, tenendo conto, sotto il profilo compositivo ed estetico, dell’esperienza della Secession viennese.
Magico affabulatore e animo dolcissimo, Bidoli, il quale è anche molto abile nella decorazione e nell’arredamento d’interni, presenta in questa mostra la sua ultima espressione pittorica, che ha tratto nuova linfa anche da un recente viaggio in India, “dove” racconta l’artista “la gente è poverissima, ma molto più serena che in Occidente”.

Tale esperienza, acquisita nel corso di un viaggio spirituale – conclude Accerboni – in un paese in cui è molto vivo il problema sociale, che coinvolge da sempre Bidoli, ha suscitato in lui un’”altra” pittura, ricca di colori e di grandi fiori e permeata idealmente dai profumi d’Oriente: una visione più rosea e luminosa, che guarda al nostro quotidiano e allude al nostro sentire con occhi diversi, esprimendoli con il consueto, originale virtuosismo tecnico, realizzato mediante acrilici e smalti su tavola e  finissimi lavori ad acrilico, china e tempere su carta.

Ivan Bidoli nasce nel 1933 a Fiumicello (Udine), dove vive e opera. Formatosi al Liceo artistico di Venezia, viene a contatto, appena diciannovenne, con il grande architetto e urbanista Max Fabiani, allora residente a Gorizia. Riconosciute nel giovane pittore doti artistiche molto elevate, il geniale progettista e urbanista, che si era formato a Lubiana e a Vienna nel clima della Secessione e fu attento interprete della sensibilità  mitteleuropea, si offre di dargli lezioni private di architettura. Ivan diviene così il suo unico allievo e per due anni frequenta il suo studio ma, per mancanza di mezzi economici, non può iscriversi all’università e realizzare il grande sogno di divenire architetto.

Inizia comunque in quegli anni l’attività di pittore e di arredatore ed espone a livello nazionale. Nel 1960 riceve la medaglia d’oro al Concorso Nazionale di Pittura di Belluno. Dal 1962 prende avvio una lunga serie di prestigiose mostre personali in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo quelle allestite a New York, Barcellona, Siviglia, Hong Kong e Singapore. Negli anni sessanta perfeziona l’arte incisoria nell’atelier dell’artista triestino Federico Righi. Nel 1970 riceve la medaglia d’oro alla 1° Quadriennale d’Arte Moderna di Roma, nel ’75 espone alla Galleria La nuova Margutta della capitale e nel ’78 al famoso Derby Club di Milano. Dal 1974 al 2007 è presente ripetutamente con una personale alla Polveriera Napoleonica di Palmanova. Riceve  importanti premi e riconoscimenti, tra cui quelli conseguiti a Tokyo, Barcellona, all’Expò di Siviglia e a Pordenone. Nel 1995 viene invitato dal Ministero della Cultura Romena a organizzare una mostra personale al Museo d’Arte Moderna di Bucarest, che riscuote grande successo.

Nel 1983 progetta e realizza il Monumento ai Caduti di Fiumicello. Disegna numerosi arredamenti per caffè e ristoranti nella regione Friuli Venezia Giulia – tra cui la famosa discoteca Arenella di Fiumicello – per i quali idea ed esegue su materiali diversi anche preziose decorazioni e dipinti. Progetta e realizza in Italia e all’estero numerose vetrate artistiche dipinte a mano di grande dimensione.

Visitabile fino al 1 luglio con orario feriali 10.00 – 12.30 / 17.00 – 19.30, festivi 11.00 – 12.30, lunedì chiuso.

© 18 Giugno 2011

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