La Voce di Trieste

Monassi e Greensisam: l’assoluzione incompleta

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Nel suo precedente e non poco discusso mandato alla Presidenza dell’Autorità Portuale di Trieste ? dov’è stata ora reinsediata da Roma dopo la contraddittoria parentesi Boniciolli ? Marina Monassi aveva concesso alla società Greensisam, per la taiwanese Evergreen ed Italia Marittima, 37.000 metri quadrati del Porto ovvero Punto franco ‘vecchio’ per 90 anni e con un canone di 296 (duecentonovantasei: non è un errore di stampa) euro l’anno per i primi cinque: 1480 euro in tutto, insomma. Un affare alla portata di tutte le tasche.

Monassi ed il suo segretario di allora, Antonio Gurrieri, sono finiti perciò sotto indagine della Procura della Corte dei Conti, e di qui sotto processo per un danno erariale stimato, sulla differenza di canoni da richiedere, in 2 milioni e 312 mila di euro. Sollevando anche quesiti di compatibilità alla rinomina dell’ex presidentessa alle medesime funzioni, tuttavìa egualmente avvenuta.

Nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha assolto i due imputati non perché il danno non ci sia, ma perché sarebbe mancato il dolo, cioè l’intenzione e consapevolezza di nuocere, in quanto essi avrebbero agito nella convinzione di operare correttamente dato che la loro decisione era stata avallata da un parere dell’Avvocatura dello Stato, oltre che dai consensi dell’Agenzia del Territorio e del Comitato Portuale.

Questa motivazione ha sorpreso non solo l’uomo della strada (chiunque si rende conto che il canone  applicato era risibile) ma anche la Procura della Corte dei Conti, che si riserva di ricorrere perché la Corte ha comunque constatato l’esistenza dell’enorme danno erariale, che in questo modo non avrebbe responsabili né possibilità di recupero. E questo sembra porsi in ovvio contrasto sia con la realtà fattuale che con la logica giuridica.

Anche a noi pare evidente che si tratta di un processo incompleto, perché questo genere di sentenza non fa giustizia all’erario leso, ma nemmeno agli imputati ed alla Corte perché li lascia avvolti, di fronte ad un’opinione pubblica fatta di non-giuristi, in un’aura indesiderabile di incredulità ed opinioni o supposizioni poco lusinghiere.

Che potranno essere quindi tutte dissipate soltanto attraverso il giudizio ulteriore, e previo completamento delle indagini. Perché seguendo il filo logico di questa stessa prima sentenza rimarrebbero ora da verificare anche i ruoli concomitanti, e dichiarati decisivi, sia dei responsabili dell’Avvocatura dello Stato e dell’Agenzia del Territorio che dei membri favorevoli del Comitato Portuale. O no?

P.G.P.

© 19 Aprile 2011

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