La Voce di Trieste

“La pattuglia sperduta” al Revoltella

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Quarto appuntamento con “Risorgimento e cinema” al Civico Museo Revoltella: in programma giovedì 21 “la pattuglia sperduta” (1954) di Piero Nelli

Prosegue con successo all’Auditorium del Museo Revoltella la rassegna “Risorgimento e Cinema”, organizzata in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia dall’Area Cultura del Comune di Trieste e dal Civico Museo Revoltella, in collaborazione con La Cappella Underground. Il quarto film in programma, giovedì 21 aprile alle ore 20.30 con ingresso libero, è “La Pattuglia sperduta” (1954) di Piero Nelli. Piccolo gioiello quasi dimenticato del nostro cinema neorealista, il film guarda le vicende della Prima Guerra d’Indipendenza a partire dalla partecipazione popolare, seguendo un gruppo di soldati sbandati, che vagano nella nebbia verso un nemico invisibile. Questo curioso film di guerra evidenzia la dimensione psicologica delle persone comuni e diventa l’occasione per riflettere sulle conseguenze di carattere sociale prodotte da ogni conflitto. La presentazione dell’opera sarà a cura dello storico del cinema Francesco Pitassio (Università di Udine).

La pattuglia sperduta”, uscito inizialmente nelle sale con il titolo “vecchio Regno”, fu girato in Piemonte, durante tre mesi di un inverno rigidissimo, alle porte di Torino, vicino a Settimo, e soprattutto tra le risaie di Casale; si tratta della prima opera di finzione prodotta dalla Vides, casa di produzione torinese fondata da Victor De Santis assieme a Franco Cristaldi. La pellicola segna così l’esordio nel lungometraggio, oltre che per Cristaldi, anche per il regista Piero Nelli, che raggiungerà i suoi massimi risultati nel campo del documentario e nella televisione; e per il direttore della fotografia Alfieri Canavero, oggi memoria storica del cinema piemontese. Il film si avvale inoltre delle musiche di Goffredo Petrassi, e ha come interprete principale l’intellettuale torinese Oscar Navarro, circondato da un ristretto numero di attori non professionisti.

Secondo le note del regista, il film era costruito in base a un indirizzo realistico, con una accurata indagine storica guidata dal professor Piero Pieri; per portare sullo schermo un Risorgimento che non fosse né retorico né bozzettistico, era necessaria una via narrativa capace di superare le aureole e i limiti del tempo, per una interpretazione drammaticamente moderna dei fatti storici; una interpretazione cioè capace di raccontare la storia come vita degli uomini, gli stati d‘animo degli uomini di allora che vivendo la loro avventura facevano la storia del loro tempo. Il risultato è una sorta di western psicologico, con il nemico che non si vede mai, dove una piccola pattuglia che deve combattere gli austriaci vaga tra le brume delle risaie, in una natura brulla e scarna raccontata con una fotografia secca ed essenziale. Canavero ricorda che, per sopperire alla mancanza di fonti di luce abbastanza potenti, furono usati talvolta anche i fari delle automobili della produzione per illuminare il set; i cannoni erano costituiti da un paio di ruote di carro con un tubo di stufa semicoperto da uno straccio; la nebbia era assai utile per creare uno sfondo nelle riprese in esterni. Ma proprio la penombra che avvolge alcune sequenze e la nebbia persistente che circonda la pattuglia rendono visivamente l’idea del suo spaesamento e della precarietà della situazione, conferendo alle inquadrature grande suggestione e fascino.

La rassegna “Risorgimento e Cinema”, che si avvale della collaborazione della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e della Ripley’s Film, intende riproporre al pubblico alcuni fra i migliori film che hanno ricostruito per lo schermo gli eventi risorgimentali. Ma il percorso si propone anche di esaminare le tracce delle principali influenze iconografiche e pittoriche alle quali questi film sono ispirati: composizioni di maestri come Giovanni Fattori (“La Battaglia di Custoza”), Michele Cammarano (“La  Battaglia di  San Martino”), Domenico Induno (“La sentinella garibaldina”), Francesco Hayez (“Il bacio”), si riflettono nelle opere di grandi registi come Alessandro Blasetti, Piero Nelli, Roberto Rossellini, Mario Soldati, i fratelli Taviani e Luchino Visconti, dei quali l’iniziativa triestina propone sei titoli fra i più significativi della filmografia a tema risorgimentale.

Il prossimo film in programma, nella serata di giovedì 28 aprile, sarà “Allonsanfan” (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, con Marcello Mastroianni e Lea Massari. Il film dei Taviani, che sarà presentato da Daniele Terzoli (La Cappella Underground), propone una originale riflessione storica sulla Restaurazione attraverso la crisi esistenziale di un nobile lombardo opportunista, che tradisce la lotta rivoluzionaria. La ricostruzione è sostenuta magistralmente da un’atmosfera visionaria di squisito splendore, ispirata alla grande pittura dell’Ottocento. La rassegna si concluderà giovedì 5 maggio con la proiezione di “Senso” (1954), capolavoro di Luchino Visconti.

© 19 Aprile 2011

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