La Voce di Trieste

Lettera aperta da Bergamo alle gerarchie ecclesiatiche per una maggiore chiarezza

Riceviamo e pubblichiamo

Caro Papa, cara Gerarchia della religione cattolica.

In Italia sono molto diffuse: la mafia, l’evasione fiscale, la corruzione, le falsità, le volgarità, le violenze di tutti i generi, il razzismo, le litigiosità in pubblico e non, ricchezze spropositate, festini e festoni lussureggianti. Tutte queste cose negative e altre assai diffuse sono uno scandalo vero e proprio, in questo modo non si difendono i più deboli, il bene comune, la vita e non si favorisce la costruzione di una società migliore e più giusta. Gentilmente chiederei da parte vostra, di essere più netti nel condannare certi comportamenti degradanti e illeciti. L’Italia si professa uno dei paesi più cattolici al mondo. Non è possibile che sia anche uno dei paesi più corrotti.

Chiederei anche, sempre gentilmente, di ammonire, richiamare, più severamente i mafiosi, (se necessario anche con la scomunica) gli evasori fiscali, i corruttori, chi diffonde falsità, volgarità, litigiosità, il razzismo, il malcostume, il non rispetto dell’altro, chi si arrichisce spropositatamente, sia sul lato economico, che su quello del potere, e chi si permette di fare festini e festoni di ogni genere.

Io sono un cittadino comune, un infermiere in pensione, faccio volontariato, ho scelto di stare dalla parte degli ultimi, dei più bisognosi e dalla parte degli onesti.

Vorrei che tutti facessimo di più e meglio per i più deboli, per i bambini, per i disoccupati, per i diversamente abili, per gli anziani non autosufficienti, per gli immigrati, per gli ammalati, per tutte quelle persone che soffrono. Lavorare sodo tutti per costruire e raggiungere l’obiettivo di una società piena di diritti doveri e di valori veri, di giustizia sociale, di uguaglianza e di pace, per far trovare ai nostri figli ai nostri nipoti e alle future generazioni, un mondo in cui si possa vivere con serenità.

Caro Papa, cara Gerarchia della religione cattolica: la moralità, l’etica, il rispetto della Costituzione italiana, dei poteri dello stato, della persona, devono essere i temi prioritari.

Francesco Lena, da Bergamo

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L’esortazione di questa lettera è più che condivisibile da tutti gli osservatori, cattolici e non, turbati dall’evidente appoggio politico attivo e spesso omissivo che non l’autorità sovrannazionale del Papa, ma i vertici e la stampa nazionali della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, danno da troppo tempo al berlusconismo malgrado sia divenuto un modello etico sempre più negativo. E questa polarizzazione politica dei vertici nazionali più influenti del mondo cattolico italiano non fa inoltre che favorire il distacco o l’ostilità preconcetta verso la Chiesa di parte della sinistra. Avvelena insomma, dal punto di vista cristiano, l’ambiente etico e spirituale italiano su tutti i fronti contemporaneamente. Ed in questo senso non è certo opera di bene, ma di male, sulla quale le gerarchie cattoliche superiori dovrebbero perciò riflettere ed intervenire quanto prima.

© 15 Aprile 2011

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