La Voce di Trieste

“In cammino per un villaggio di nome Emmaus”

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Venerdì 15 e sabato 16 aprile ritiro pasquale presso il Centro Veritas

Il Centro Veritas propone venerdì 15 aprile (dalle ore 18.00 alle ore 20.00) e sabato 16 aprile (dalle ore 16.00 alle ore 18.00), presso la sede del Centro Culturale Veritas (via Monte Cengio 2/1 a – Trieste), il ritiro pasquale 2011: “In cammino per un villaggio di nome Emmaus” (Lc 24,13). Il ritiro è guidato da don Dino Pezzetta.

Oggi viviamo in situazione di diaspora, nella chiesa non meno che nella società e nel mondo globalizzato. Ma è questa la condizione del cristiano, il quale non “possiede” la verità ma le si “avvicina” lungo il cammino che ad essa conduce.

Su questo cammino egli è affiancato da “Gesù in persona” (Lc 24,15), che interpreta autenticamente il senso degli avvenimenti del venerdì di passione e si manifesta nella condivisione del pane spezzato. Il Gesù pellegrino è nato fuori della città, ha annunciato il suo Vangelo sulle strade della Palestina, è morto ancora fuori della città, si “avvicinò e camminava con loro” (Lc 24,15), e promette fedeltà nel cammino sulle strade del mondo.

Il nostro cammino di pellegrini è una marcia di avvicinamento a passo lento, non una corsa frettolosa. E dove i contesti di vita ed i paesaggi cambiano continuamente, il presente diventa passato  e il senso vero degli avvenimenti si disvela dalla meta, dal  futuro.

Elogio della lentezza, che rende possibile l’ascolto,  la contemplazione, l’imprevedibile e il non programmabile, il deserto e la prova, ma anche  la scoperta gioiosa.

Viandanti con pesi leggeri sulle strade della nostra storia, senza borse, né sacche, né sandali (Lc 10,4), come il viandante Gesù. Poveri di cose, ma ricchi della sua compagnia, agnelli in mezzo a lupi ma liberi di seguire  Gesù – morto e risorto  –  fin nelle sue scelte più radicali, guardando sempre avanti, verso l’autore e perfezionatore della nostra fede.

Povertà intesa come libertà dalle dipendenze: da verità congelate, da istituzioni oppressive, dalle “leggi” di uomini (delle ideologie, del mercato, delle convenienze), dal peso dei nostri peccati ed egoismi, dal carico delle nostre angosce e miserie.

Liberi, quindi aperti ad una verità che non facciamo noi ma che a noi si di-svela (a-letheia) nel processo e che non si con-prende, non si afferra ma si riconosce ed accoglie, non quale oggetto ma Soggetto (Io sono la Verità).

In questo tempo kairos di Dio: la crisi del travaglio non come sciagura ma come benedizione, una nuova, sofferta condizione da condividere come beatitudine, e lo sconfinamento come una apertura a nuovi orizzonti, la scoperta di nuove, impensate ricchezze.

Sempre alla luce della Pasqua,  l’altra faccia del Venerdì di Passione: “Voi lo avete ucciso – Dio l’ha fatto trionfare – noi ve lo annunciamo”.

 

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Tel. 040.569205

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© 13 Aprile 2011

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