La Voce di Trieste

Come smetterla di danneggiare la minoranza italiana in Croazia

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L’approssimarsi del censimento in Croazia sta portando alla luce uno degli effetti più imbarazzanti della politica neoirredentista di Roma verso la comunità minoritaria italiana. Il numero dei croati che negli ultimi cinque anni vi si sono iscritti per ottenere i benefici connessi, ed in particolare la cittadinanza ed il passaporto italiani (con l’apposita, anomala legge 124/2006) è infatti cresciuto molto più di quello degli italiani veri che si dichiareranno tali al censimento.

Ne risulterebbe perciò un riduzione apparente del numero degli italiani, che oltre a chiarirne la situazione reale potrebbe determinare una riduzione dei notevoli finanziamenti che i suoi dirigenti ricevono sia dalla Croazia che dall’Italia.

Sia quei dirigenti che rappresentanti diplomatici italiani stanno perciò lanciando appelli pubblici ed ufficiosi perché si dichiarino italiani anche quelli fittizi, e l’autonomista Dieta democratica istriana offre loro una copertura supplementare invitando a dichiararsi “istriani” per evitare una scelta esplicita di nazionalità, e farsi presumere perlomeno misti.

Il problema a questo punto non è se ci sono più o meno italiani, croati o che altro, ma questo tentativo di forzatura politico-economica del diritto e dovere dei cittadini di fornire al censimento dichiarazioni veritiere, quali che siano. Fatta per di più non nell’interesse della comunità italiana autoctona, ma di politiche invadenti di un Paese sul territorio dell’altro. Come se i maneggi irresponsabili di Roma verso la minoranza italiana in Croazia non l’avessero già danneggiata abbastanza.

Perché invece di aiutarla ad integrarsi ancora meglio l’hanno asservita antidemocraticamente a quei maneggi imponendole un’associazione unica obbligatoria ed una piccola lobby obbediente di dirigenti a vita che gestiscono finanziamenti sproporzionati (chiedendone sempre di più) e stroncano qualsiasi dissenso. Il tutto in collaborazione con le organizzazioni nazionaliste italiane di Trieste anch’esse sostenute e finanziate da Roma, che lusinga pure gli autonomisti della Dieta.

Da oltre un anno il governo italiano ha ricevuto ed accettato l’invito di Washington (è la seconda volta, dopo il 1996) a smettere queste politiche neoirredentiste per non disturbare il processo euroatlantico di stabilizzazione dell’ex Jugoslavia, che prevede l’ingresso rapido della Croazia nell’UE. Dopodiché non avranno comunque più alcun senso. Dovrebbero quindi venir evitate anche per quanto riguarda il censimento.

P.G.P.

© 21 Marzo 2011

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