La Voce di Trieste

Monfalcone e Ronchi: abbiamo perso la cultura della pulizia e del bello?

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I comuni e le forze politiche del Mandamento, ma soprattutto i loro cittadini, ormai da troppo tempo devono affrontare quotidianamente l’emergenza dell’igiene e del decoro dei loro centri abitati. Le strade della “Contea” in particolare non sono assolutamente ad un livello decente di fruibilità, anche per la mancata manutenzione dei marciapiedi dove spesso persino alte erbacce fanno brutta mostra di sè.

E’ sufficiente fare un rapido tour delle vie un po’ più “periferiche”, in particolare quelle delle pendici carsiche, per imbattersi in sacchetti di immondizie abbandonati ovunque e che abbiamo visto personalmente essere gettati da sconsiderati su auto in corsa.

Ma il degrado urbano non si ferma a questo e continua con la precaria sistemazione dei tabelloni per le pubbliche affissioni non sempre improntati a criteri di omogeneità e lasciati anche loro all’abbandono più totale. E non mancano poi le palazzine – vecchie o nuove che siano non fa alcuna differenza – con muri mal dipinti, con colori che per nulla s’adattano all’ambiente circostante o con intonaci scrostati ed altri segni di degrado. Per non parlare ovviamente dell’ormai endemica diffusione di graffiti, frasi personali o senza senso su qualsiasi muro che, oltre ad offendere il pudore, annientano anche quel minimo di decoro e senso estetico che era rimasto alle strade di Ronchi e Monfalcone.

Sul tema delle immondizie e della pulizia delle strade è unanime la critica a chi dirige tale servizio per l’ormai cronica mancanza di un rimedio organizzativo all’indecenza presente lungo strade e le vie cittadine. Lasciare alla disputa politica la pulizia dei marciapiedi e la raccolta dei rifiuti, vista la tassazione che viene imposta per tale produzione, lascia molta perplessità sul modo di condurre quel servizio.

Purtroppo a livello amministrativo non si intravvede neanche il minimo intervento per migliorare in tempi brevi una situazione così negativa, attraverso ad esempio la sensibilizzazione nelle famiglie e nelle scuole. E se ci può anche stare la disinformazione nello smaltimento dei rifiuti, qui c’è proprio una totale mancanza di senso civico e ignoranza, che sono problemi che devono assolutamente essere affrontati e risolti innanzitutto con uno sforzo a livello politico. Se non si imposta infatti una politica sociale di recupero, in futuro avremo un bel da fare per riportare a migliori propositi i teppisti che imbrattano muri e/o gettano per terra qualsiasi cosa non interessante per loro. Perché chi compie tali gesti manca di qualsiasi senso civico e probabilmente ciò accade perché nessuno glielo ha mai insegnato. Basterebbe già ripartire da quella banale legge secondo cui “… chi sporca deve pulire o pagare”.

Almeno per il problema dell’imbrattamento dei muri pubblici una soluzione a tempo brevissimo potrebbe essere presa semplicemente copiando gli altri. In molti altri comuni, infatti, esistono parchi dell’arte figurativa all’aperto: si unirebbe l’utile al dilettevole coinvolgendo artisti e giovani writer per esibizioni d’arte figurativa. Si darebbe così anche una possibile direzione alla vita di questi singoli fantasiosi che mancano di uno sbocco vero e proprio o di un canale per esprimersi. Un tanto è da farsi con l’intervento studiato e considerato possibile dall’Amministrazione e in particolare dagli Assessorati tecnici ed alla cultura.

Sembrerebbero problemi banali di fronte ad eventi di ben altro livello che avvengono sopra le nostre teste. Ma non va dimenticato che è dalla quotidianità che si avverte la decadenza di una città. Se non siamo capaci di far rispettare un minimo di senso civico, come potremo mai essere capaci di impedire speculazioni, malaffare e sopraffazioni a livelli più alti?

© 18 Marzo 2011

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