La Voce di Trieste

Fino al 24 marzo la mostra di Gabriella Pitacco Prestelli

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Nelle quaranta opere l’appassionata sensiblità dell’artista triestina

Fino a giovedì 24 marzo, alla Sala del Giubileo (Riva 3 Novembre, 9) di Trieste è visitbaile la mostra di icone realizzate dall’artista triestina Gabriella Pitacco Prestelli, curata dall’architetto Marianna Accerboni. In mostra sono presentate quasi una quarantina di opere create dall’artista dalla fine degli anni novanta a oggi, operando alla maniera antica, secondo un metodo squisitamente filologico, accanto a una piccola sezione dedicata alle committenze per luoghi sacri: un’attività molto laboriosa, quella dell’iconografia, che presuppone una conoscenza profonda della filosofia di vita e del credo religioso che sottende l’arte dell’icona. L’orario di visita è il seguente: feriale e festivo 10.00 – 13.30 / 16.30 – 20.00.

Gabriella Pitacco Prestelli, formatasi alla Scuola di Figura e agli stages en plein air di Nino Perizi al Museo Revoltella di Trieste, ha approfondito per diversi anni l’arte dell’icona in scuole specializzate a Seriate (Bergamo), Milano, Maguzzano (Brescia), Torreglia (Padova) e Trento. Prestelli  interpreta la complessa arte dell’icona con appassionata sensibilità e padronanza tecnica, partendo dalla tavola di tiglio, su cui viene incollata la tela di lino, che simbolizza la Sindone, sulla quale interviene successivamente con l’applicazione di una decina di stesure di gesso e con tutta una serie di velature leggerissime, tanto che per realizzare una sola icona l’artista impiega anche due mesi.

Prestelli ha tenuto più mostre personali nel Convento della Chiesa Madonna del Mare di Trieste. Ha esposto nella sede dell’Associazione Amici dei Musei del capoluogo giuliano, nella Pinacoteca di Aquileia, nel Chiostro quattrocentesco del Tempio di S. Lorenzo a Vicenza, al Museo Haus Wassermann di Villabassa (Bolzano) e nel Castello di Monguelfo (Bolzano), riscuotendo grande interesse.

Per l’altare della Chiesa Madonna del Mare ha dipinto il Crocifisso di S. Damiano (h. cm. 140) e due paliotti (cm 100 x 280 ciascuno); per il refettorio del Convento Sacro Cuore di Saccolongo (Padova) ha realizzato un importante trittico (cm. 400x 150).

“Partendo da approfonditi studi di disegno e pittura – scrive Accerboni – Gabriella Prestelli si è gradualmente appassionata all’arte dell’icona, raffigurazione sacra dipinta su tavola e prodotta nell’ambito della cultura bizantina e slava, che prese avvio attorno al V secolo, quale espressione grafica del messaggio cristiano affermato nel Vangelo attraverso le parole ed estrinsecato dalla teologia; per questa specularità e per il fedele immedesimarsi nel credo cristiano, si dice infatti che le icone non si dipingono, ma si scrivono. E per tale motivo il teologo Eudochimos affermava che quest’ultime non appartengono all’arte religiosa, bensì a quella teologica.

Affascinata dal significato profondo e dalla raffinata simbologia che sottendono l’icona (che in Russia assume un significato molto particolare, poiché simbolismo e tradizione non coinvolgono solo l’aspetto pittorico, ma anche quello relativo alla preparazione e al materiale utilizzato, oltre alla disposizione e al luogo entro il quale l’opera va collocata), con grande cura e passione la pittrice esegue scrupolosamente i dettami classici della realizzazione dell’icona, pervenendo a degli armonici dipinti, pervasi di rispettosa operosità e di un vivace, brillante senso del colore, per cui Prestelli era stata molto ammirata da Nino Perizi. Sono icone ricche di luce, grazie anche all’uso di pigmenti e altri materiali naturali, che garantiscono inoltre la conservazione di tali opere nel corso del tempo

Temi prediletti dell’artista – conclude Accerboni – sono la Vergine della Tenerezza, di cui la mostra propone diverse interpretazioni, gli elegantissimi Arcangeli Michele e Gabriele e il Salvatore, che fu, assieme alla Madre di Dio, la prima icona, essendo l’elemento fondante dell’iconografia cristiana l’incarnazione di Cristo”.

© 16 Marzo 2011

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