La Voce di Trieste

“Intossicazioni da biotossine algali”: corso a Imola sabato 12 marzo

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Organizzato dalla Società Italiana di Tossicologia (ECM per medici, farmacisti, biologi, veterinari, chimici).

Il corso “Intossicazioni da biotossine algali” è organizzato dalla Sitox, la Società Italiana di Tossicologia, attenta da molto tempo al problema delle biotossine algali che recentemente sono assurte agli onori della cronaca per episodi, purtroppo, negativi.

Il programma del corso – patrocinato dalle Facoltà di Farmacia dell’Università di Trieste e dell’Università di Bologna – è consultabile sul sito www.sitox.org/news.php

Quello delle biotossine algali è un problema mondiale, che sta interessando da vicino anche l’Italia dal 1989, da quando cioè si sono avuti i primi casi di intossicazione diarroica in seguito al consumo di mitili contaminati da acido okadaico, una biotossina liposolubile prodotta da specie di Dinophysis. Successivamente, grazie ai sistemi di monitoraggio gestiti dalle varie regioni, non ci sono stati più casi di intossicazioni diarroiche fino al settembre 2010, quando circa 300 persone sono state intossicate in Piemonte e Valle d’Aosta.

L’acido okadaico è la tossina che provoca diarrea: esso è anche un “promotore tumorale”, ma non una sostanza cancerogena. Prova ne sia che l’acido okadaico non è compreso né tra le sostanze sicuramente cancerogene, né tra quelle probabilmente/ possibilmente cancerogene dell’International Agency for Research on Cancer (IARC).

La differenza tra promotore tumorale e sostanza cancerogena è molto ben definita in campo tossicologico. Una sostanza cancerogena è una qualunque sostanza capace di indurre un tumore di per sé, e questo non è il caso dell’acido okadaico.

Promotore tumorale è invece una sostanza che non possiede l’intrinseca capacità di causare un tumore: se tuttavia essa viene somministrata/applicata ripetutamente, amplifica gli effetti di induzione del tumore provocati da altre sostanze chimiche, chiamate iniziatori, in quanto innescano il processo. Sperimentalmente, dunque, per l’induzione di un tumore è necessario che inizialmente vi sia un innesco capace di trasformare una cellula normale in cellula tumorale, e che su questa poi agisca un promotore, per un tempo sufficientemente lungo (mesi o anni). L’acido okadaico, responsabile della diarrea, non è sempre presente nelle cozze perché le microalghe responsabili della sua produzione, (alcune specie di Dinophysis) non sono sempre presenti nei nostri mari. Esso quindi non può essere assunto con l’alimentazione a base di mitili per il tempo necessario ad esplicare l’azione di promotore tumorale.

La tossicità dell’acido okadaico è argomento scientifico di frequente interesse nell’ambito della Società Italiana di Tossicologia. Già nel 1997 l’Università di Trieste (www.univ.trieste.it) in collaborazione con la Sitox aveva organizzato un simposio internazionale su questo argomento proprio a Trieste, dove sembra siano state raccolti i mitili che hanno provocato intossicazioni diarroiche in Piemonte e Valle d’Aosta nel settembre 2010. Proprio fare chiarezza su questo argomento e su altri problemi legati alla presenza delle biotossine algali nei nostri mari, la Società Italiana di Tossicologia ha organizzato l’evento del prossimo 12 marzo, dedicato a medici, farmacisti, biologi, veterinari e clinici.

Per maggiori informazioni: tubaro@units.it – tel. 040 5587910- 5587839

© 7 Marzo 2011

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