La Voce di Trieste

Elezioni e liste nuove: dove sta il vero problema

di

Analisi

In materia di elezioni, ora imminenti, noi riteniamo che le scelte di voto spettino ai cittadini e sia perciò nostro dovere di giornale indipendente rispettarne la libertà col non fare né ospitare propagande di parte. Al di là di quelle che possono essere le nostre stesse, varie e libere simpatie politiche personali. Ma abbiamo contemporaneamente il dovere di fare informazione e di proporre osservazioni e ragionamenti su quanto sia di interesse generale della collettività anche in relazione all’esistenza ed ai comportamenti delle parti politiche. Perché altrimenti si finisce per favorirne indebitamente gli errori pericolosi o dannosi – come fa tanta altra stampa – in nome di una falsa obiettività e di un’indipendenza politica simulata.

Quello che noi cerchiamo di esprimere così come giusto e corretto non è affatto un equilibrio facile da praticare, e nemmeno da comprendere, perché rappresenta una novità per l’informazione triestina ed una rarità per quella italiana in generale. Se, come e quanto ci riusciamo dovete giudicarlo ovviamente voi lettori. E vi saremo grati se ci correggerete quando sbagliamo.

Riteniamo che rientri ora nei nostri ruoli osservare che in vista delle elezioni comunali e provinciali di Trieste stanno nascendo, oltre ai soliti schieramenti di centrodestra e centrosinistra che si sono voluti imporre in questi anni come scelta obbligata con leggi elettorali ottuse e liberticide, anche delle novità interessanti che non sono liste di disturbo, cioè fatte per sviare voti a beneficio dei grossi partiti, ma rischiano di diventarlo di fatto.

Sulla destra ci sono il movimento di Bandelli “per un’Altra Trieste” (che ricalca la testata, ma non i contenuti, di una mia popolare trasmissione radiofonica dal 1986 al 2003) e quello che potranno fare i seguaci di Fini, qui guidati però da una figura politica discussa come Roberto Menia.

Sul resto dell’arco politico usuale, o fuori di esso, si muovono le sezioni locali di gruppi nazionali importanti come quello di Beppe Grillo, l’Italia dei valori di Di Pietro e De Magistris, ora pure l’affine Italia dei Veri Valori, o locali come Trieste Giovane, ed altre anche in formazione.

Qual è il problema d’interesse generale, allora? Il problema è che queste organizzazioni esprimono tutte, nei loro diversi campi appartenenza e dicendo anche le stesse cose, quelle idee, forze e persone valide e nuove che sono necessarie alla collettività per rinnovare le pubbliche amministrazioni, e scarseggiano invece nei partiti istituzionalizzati dove vengono sistematicamente represse a beneficio di apparati ed interessi particolari. Ma nessuna di esse ha prevedibilmente il peso per ottenere da sola risultati elettorali sufficienti a sostituirli dove e quanto occorre. Rischiano cioè di finire al più, ed ingiustamente, nella funzione rispettabilissima e necessaria ma molto difficile (posso dirlo per esperienza di una vita) del grillo parlante.

La soluzione d’interesse generale starebbe quindi nella coalizione o federazione almeno dei gruppi affini, perché presentino assieme le persone più valide di ciascuno di essi in liste unitarie che come tali risulterebbero molto pi forti e convincenti, sia nei candidati che nei programmi. E nella dimostrazione immediata di maturità e novità del saper riunire le forze per il bene comune, non di fazione.

Occorre insomma svecchiare responsabilmente Trieste, da destra come da sinistra, da sopra o da sotto, o di lato, come vi pare. Non nel senso anagrafico o di genere, o di classe (il valore delle persone dipende dal corretto sentire ed agire, non dall’età, dal sesso o dalla posizione sociale) ma per liberarci dalla muffa funerea di una classe dirigente consolidata, che anche nelle sue varianti rimane visibilmente così inetta e corrotta da essere rovinosa per tutti. E responsabile primaria del crescere continuo tra noi della disoccupazione, della povertà e della mancanza di futuro.

Una corruzione ed un’inettitudine che si perpetuano proprio facendo credere che le soluzioni stiano nell’una o nell’altra scelta di campo convenzionale. Mentre sta invece nelle scelte di idee e metodi nuovi, e di persone capaci: speriamo che le forze innovatrici frammentate, di qualsiasi orientamento siano, lo capiscano in tempo. (P.G.P.)


© 24 Febbraio 2011

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