La Voce di Trieste

Gli studenti di architettura di Trieste per riusi urbanistici esemplari a Cormòns

La storica Società Cormonese Austria ha diffuso l’invito per sabato 26 febbraio alle 11 (Cormòns, via Matteotti 1) all’inaugurazione della Mostra dei Progetti per l’Area dell’ex Caserma Amadio elaborati dagli studenti del Laboratorio di Progettazione Urbanistica III del Corso di Laurea Specialistica in Architettura, Università di Trieste AA. 2009-2010.

Si tratta anche di un ottimo esempio di come le nostre istituzioni ed amministrazioni pubbliche potrebbero e dovrebbero impiegare anche a Trieste le capacità dei nostri giovani universitari, invece di ricorrere sempre ed inspiegatamente a progettisti privati con costi astronomici ed esiti spesso così orrendi da alimentare, oltre al disgusto estetico, legittimi sospetti di greppia politica.

Tantopiù che il caso cormonese riguarda il problema della riqualificazione di aree militari dismesse e in corso di dismissione, che si presenta imponente in tutta la Regione ed a Trieste stessa, attirando  notoriamente gli appetiti speculativi edilizi e professionali dei soliti noti più o meno nella manica dei politici di turno.

Nel Friuli Venezia Giulia si contano infatti più di 400 di questi siti ex militari, dei quali poco meno di un terzo è già stato trasferito ai Comuni dal Demanio e dalla Regione (www.primulecaserme.it).

E si tratta pure di grandi superfici, spesso in settori centrali o ai bordi della città, con strutture e paesaggi degradati il cui riutilizzo comporta forti spese di bonifica dei terreni, demolizione e/o ristrutturazione degli immobili e gestione di trasformazioni complesse, per realtà amministrative spesso di piccole e medie dimensioni (qual’è ormai, in realtà, Trieste stessa).

La destinazione ad uso pubblico di queste aree sinora precluse richiede inoltre di immaginare assetti spaziali e funzionali nuovi, con sperimentazioni e riflessioni che possono trovare la linfa migliore proprio nel giovane vivaio d’idee universitario.

A Cormòns lo specifico laboratorio di progettazione urbanistica della nostra Università si è tenuto dal 4 febbraio al 4 giugno 2010, dopo sopralluoghi preliminari nel mese di marzo. La prima fase del laboratorio è stata dedicata all’elaborazione di un progetto d’analisi complessiva (masterplan) degli effetti della trasformazione dell’area ex militare sui tessuti e le relazioni dell’intera città e col territorio circostante: vicinanza e nuove connessioni possibili col centro antico, rete stradale, collegamenti ciclabili, opportunità di ampliamento degli spazi pedonali, aree verdi, attività sportive, luoghi di interesse turistico e paesaggistico.

I temi così differenziati sono stati sviluppati in progetti da appositi gruppi di studenti, formulando ipotesi di trasformazione articolate in divere attività e fasi di realizzazione.

I risultati si incentrano sulla proposta classica ed assieme moderna di un grande parco disponibile ad usi diversi e flessibili nel tempo: il mercato, il museo dei vini di fama europea e mondiale della zona, manifestazioni grandi e piccole di vario genere, e relativi parcheggi. Sono previsti collegamenti pedonali e ciclabili con il centro, con la campagna e tra i servizi collettivi.

Attorno al parco si sviluppano spazi per la ricerca e la didattica, in particolare enologica, ed un’area residenziale che possa avvicinare e porre in relazione usi ed utenti, e fornire le risorse economiche per finanziare la realizzazione principale del parco polivalente.

Su questo cardine concettuale la progettazione dei nostri studenti di architettura offre diverse soluzioni di dettaglio  per la trasformazione dell’ex area militare. Si va dalla conservazione degli edifici di maggior interesse (la palazzina del comando, l’edificio dei servizi, la chiesetta), costruendo loro attorno nuove geometrie e modalità di organizzazione, alla demolizione e sostituzione dell’edificato per dare più importanza al disegno degli spazi pubblici aperti. Alcune proposte riguardano i margini dell’area segnati dall’antica recinzione, reinterpretandone ruolo e significato, ed altre elaborano gli spazi centrali proponendo polarità nuove delle attrezzature collettive.

Il tutto si rivela essere una progettazione agile, efficace ed essenziale, in tempi rapidi ed a costi ridottissimi, per un’operazione di serio riuso di spazi pubblici a beneficio reale dell’intera collettività cittadina. E non di speculatori e palazzinari, come accade invece troppo spesso, e rischia di accadere ancor peggio, nella nostra “capitale” regionale di Trieste.

Si visiti dunque questa mostra nella piacevole, linda, colta e mitteleuropea Cormòns, confrontandone i buoni risultati urbanistici (ed i sani presupposti amministrativi) con quelli opposti che a Trieste abbiamo invece sotto gli occhi: dallo scempio kitsch di Piazza Goldoni, già delle Erbe, a quello della piazza delle Poste, ora Vittorio Veneto, alla degradazione delle nostre belle rive ad autostrada pacchianamente sovraccarica di finti lampioni d’epoca. E con quello che può ancora accadere, su questa falsariga di cattivo gusto e speculazione, alle nostre grandi ex caserme, dal Carso alla città.

 

I progetti per Cormòns sono stati elaborati dagli studenti di architettura Andrea Bittesini, Flavia Bragagni, Sara Carciotti, Sanel Casula, Elena Colla, Alessio Coronica, Enrica Di Luca, Diego Costantini, Luigi Erario, Alberto Furlan, Eugenia Gotti, Silvia Grion, Gianpiero Iurig, Andrea Kmet, Lorenzo La Rosa, Luca Mezzorana, Emanuele Palladino, Aglaia Pirani, Simona Pitrella, Carolina Predonzan, Chiara Spitzl, Alice Seguso, Anna Valdisteno, Stefania Verbich, assieme ai docenti Elena Marchigiani (coordinatrice), Paola Cigalotto, Sonia Prestamburgo e Luca Ugolini, e con la collaborazione di Marina Bradicic e Teresa Frausin.


© 21 Febbraio 2011

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