La Voce di Trieste

Sandra Petrignani e il suo rapporto con Trastevere

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Presentazione del libro presso la Casa Internazionale delle Donne

Venerdì 11 febbraio, presso la Casa Internazionale delle Donne di via Pisoni n. 3 – centro culturale e di servizi nato grazie a un progetto della provincia, che, come associazione laica, opera per il potenziamento in qualsiasi ambito dei soggetti femminili e afferma, promuove e tutela i diritti delle donne – si è concluso il progetto letterario “Scandagli del limite”, una serie di incontri, curati da Gabriella Musetti, su temi complessi della nostra società: “Intercultura e rapporto con l’altro/altra”; “Il fine della vita e la cura”; “Il lavoro e le donne”; “Spazio urbano, come vivere nella propria città”.

Nell’ultimo incontro, la scrittrice  e giornalista Sandra Petrignani ha presentato il suo libro E in mezzo il fiume – A piedi nei due centri di Roma, uscito per le edizioni Laterza.

La Petrignani ha scritto il volume una volta ritornata a Roma, in particolare a Trastevere, dopo un periodo in campagna; la sua idea è stata raccontare il quartiere trasteverino, il quartiere bohémien, ma da lontano. Trastevere era il quartiere intellettuale, dei teatri d’avanguardia, dove si esibivano ai loro esordi Guccini e De Gregori, ha spiegato la Petrignani; ma lo sguardo dell’autrice si allarga anche al tema del fiume, del rapporto tra trasteverini e Tevere.

Tra momenti e ricordi personali, biografici – pochi a dire il vero -, riflessioni fatte passeggiando per la città e incontri con svariati personaggi di cultura o del “popolo” e con clochards, attraverso una narrazione volutamente “corale”, tracciata da una rete di punti di vista diversi, emerge un ritratto diverso di Trastevere. Trastevere come un quartiere straordinariamente vero, ha spiegato l’autrice: vero per il «corpo a corpo con la povertà»; perché in questo quartiere, ha detto ancora la Petrignani, «il tuo privilegio è a un metro dalla disgrazia» degli altri; Trastevere come un microcosmo, un “a parte” in cui gli “indigeni”, come li chiama l’autrice, che fanno parte del popolo vero, che ancora esiste, hanno «il forte orgoglio di essere altro»; Trastevere, ancora, che ha costruito una mitologia su se stesso.

Lo sguardo che viene gettato su questo quartiere e, di scorcio anche sulla città intera, è altro; è: quello quasi di una straniera, si è detto alla presentazione, che riporta un’immagine eccezionalmente viva e vera di Roma intera.

La presentazione di questo volume è stata spunto anche per una serie di riflessioni sulla vita e le caratteristiche di Trieste: i suoi resti romani e il loro inserirsi nelle strutture moderne; le manifestazioni e l’identificazione del suo centro storico.


© 14 Febbraio 2011

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