La Voce di Trieste

Le metamorfosi etniche di Trieste, Gorizia, Fiume ed Istria

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Pubblicato uno studio storico fondamentale di Piero Purini

È da più di un secolo che la storiografia ufficiale in lingua italiana su Trieste, Gorizia, Fiume ed Istria (ma anche sulla Dalmazia) accumula una massa totalizzante di testi che in realtà ricalcano, con variazioni sul tema, un medesimo spartito politico. In realtà un taglia-e-incolla nemmeno accurato di propagande d’epoca, che è considerato eretico smentire ed ortodosso coltivare. Anche se questo collage diverge nettamente dalla storia europea rinnovata come ascolto, confronto e sintesi di tutte le fonti e parti coinvolte negli eventi.

Ed in queste terre le divergenze sul passato non sono solo accademiche, poiché vengono usate  come strumento propagandistico per politiche del presente, che perciò puniscono ancora l’eresia veridica con l’emarginazione, e premiano con onori e denari il conformismo inveritiero.
Col risultato di farci appunto divergere dal resto dell’Europa moderna, mantenendoci immersi in un microambiente psicologico arretrato e morboso di nozioni, percezioni, convinzioni  – e quindi comportamenti  –  distorti. Che rimanendo radicati qui vanno a confermare a livello nazionale la stessa disinformazione che le alimenta, nel circolo chiuso di un feedback (retroazione) perverso che è difficile spezzare col rigore dell’obiettività senza venire coinvolti nei bassi giochi della politica.

Una via possibile è quella di rendere evidenti, e riempire con informazioni rigorose, alcuni vuoti d’informazione macroscopici sui quali si sorregge l’attendibilità apparente di tutta quella costruzione parastorica.
Tra questi, il fatto che l’intera costruzione tratta di rapporti politici ed etnici tra popolazioni diverse e commiste, ma senza averne prima studiati e definiti i cambiamenti nel tempo. Perché la loro farebbe riemergere l’intera storia di quest’area in una dimensione nuova che conferma quella generale europea, smentendone le riduzioni nazionalistiche.

Ci ha pensato, per il periodo dalla prima guerra mondiale al Trattato di Osimo, il ricercatore storico Piero Purini, con la propria tesi di dottorato ora pubblicata sotto il titolo di Metamorfosi etniche: i cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e Istria 1914-1975 dalla coraggiosa editrice Kappavu (384 pagine, 22 €) nella collana R-esistenza Storica, e tradotto in sei lingue.
Purini ne ha tutti i titoli: laureato in storia contemporanea a Trieste col prof, Joze Pirjevec, ha seguito corsi di perfezionamento post-laurea a Lubiana e conseguito il dottorato di ricerca a Klagenfurt con Kark Stuhlpfarrer.

Questo suo studio illustra e ricostruisce per la prima volta in maniera organica ed equilibrata la storia dei movimenti migratori del Novecento nella fascia altoadriatica di convivenza e commistione già altomedievale tra mondo romanzo, slavo e germanico, ricostruendone le dinamiche di appartenenza nazionale, le migrazioni, gli esodi e i cambiamenti di identità subite o scelte dalla gente.
Vi ritroviamo così anche cause e modalità di eventi poco o male noti, come gli esodi dirante e dopo la prima guerra mondiale (la comunità tedesca passo in breve tempo da 12.000 a 1.200 persone), le violenze sanguinose ed il genocidio culturale inflitti alle popolazioni slovena e croata e la loro emigrazione; la persecuzione antisemita che colpì e devastò le comunità ebraiche annientandole quasi del tutto; la questione delle foibe, intese dall’autore non come pulizia etnica, ma come una vera e propria resa dei conti post-bellica; gli esodi del dopoguerra, incluso quello di 30.000 triestini in Australia.

Il tutto viene indagato e considerato con particolare equilibrio e capacità d’analisi dall’autore, il cui punto di partenza è stata la considerazione che “ci sono alcuni avvenimenti della storia di Trieste ormai noti, altri invece sono stati quasi completamente ignorati dalla storiografia o dimenticati con il passare degli anni. Tutto questo mi ha fatto capire che a Trieste esiste una storia ufficiale, che coincide con ciò che è stato scritto in italiano, e una storia ‘underground’ che è in buona parte sconosciuta, soprattutto ai lettori di lingua italiana”
Attraverso il titolo bivalente delle Metamorfosi, che spazia dalla simbologia mitica arcaica di Ovidio a  quella moderna di Kafka, l’autore si chiede inoltre quale genere di metamorfosi possa essere toccata a Trieste, e ne individua due principali. Tra il 1700 e il 1800 la città ha vissuto una prima straordinaria metamorfosi: cresciuta per immigrazioni di sloveni, croati, ebrei, serbi, greci e quant’altri, la città si è trasformata da piccolo porto minore dell’Adriatico nel più importante dell’impero austro-ungarico, e tra i maggiori dell’Europa di quei tempi. Mentre dopo il 1918 una parte di Trieste si volle sbarazzare di quest’identità ed eredità, in un’azione che era suicida perché implicava, ed ha causato, l’impoverimento culturale, linguistico ed etnico della città. Riducendola, dietro le vestigia dell’antica bellezza imperiale, alla mutazione in una sorta di abnorme insetto kafkiano dall’identità mutata, ansiosa ed incerta.

Ma le metamorfosi di Trieste, nel male e nel bene, non si possono arrestare a lungo, e sono riprese oggi sia con il processo di osmosi con la Mitteleuropa grazie alla prima riapertura totale dei confini dopo il 1918, sia con nuove presenze attive, tra le quali spiccano i 10.000 serbi presenti oggi in città e le comunità cinesi in crescita (la prima risale al tempo delle linee d’Oriente del Lloyd Austriaco).
Nel ricostruire e riconoscere quest’aspetto fondamentale delle metamorfosi etniche come causa ed effetto reali della storia moderna di queste terre, il libro di Piero Purini risponde con chiarezza a molti dei dubbi e delle domande artificiosi coltivati dalla storiografia di parte. E diventa così uno dei caposaldi della ri-fondazione documentata di una memoria e coscienza storica più equilibrate, complete. E finalmente adeguate ad affrontare la nostra nuova dimensione europea.

© 2 Febbraio 2011

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