Deportazioni comunali sul Carso
di PGParovel
Trieste, 27 gennaio – Agli inizi del loro abominevole delirio razzista che ha inferto a milioni di innocenti morte e sofferenza atroci, i nazisti ed i fascisti scrivevano sui negozi, anche a Trieste, “Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei”. E sappiamo bene che queste mentalità non solo non si sono esaurite con quei regimi, ma stanno riemergendo da noi ed in mezza Europa.
Qualche mese fa ho sentito infatti davanti al Municipio uno degli ebeti politici che aizzano anche qui il neorazzismo “democratico” ridacchiare per strada con due compari: “Zingani e cani ghe li cazemo in cheba sul Carso, che i crepi de caldo e de fredo rompendoghe le bale ai s’ciavi”. Traduco per chi non capisse il nostro dialetto: “Zingari e cani glieli ficchiamo in gabbia sul Carso, che crepino di caldo e di freddo rompendo le palle agli slavi”.
Si riferiva alla pretesa dell’amministrazione comunale di “deportare” ed isolare sull’altopiano carsico sopra la città, più esposto ai rigori climatici ed al forte vento freddo di bora, i Rom – con vecchi, bambini e malati – costruendo lassù il campo nomadi attrezzato previsto dalla legge, ed i cani costruendo un nuovo canile (ambedue con preventivi d’appalto già meritevoli d’inchiesta).
Secondo le vanterie di quell’ebete politico si tratterebbe quindi di un progetto unico che associa due razzismi, contro i nomadi e contro gli “slavi”, cioè gli sloveni, alla crudeltà verso gli animali. Il che spiegherebbe perché non si vogliano costruire, come ragionevole e necessario, le due strutture d’accoglienza nelle tante zone amene e riparate disponibili nella nostra periferia urbana.
Il fatto è agghiacciante, e sufficiente a cacciare ed escludere da qualsiasi carica pubblica i portatori di mentalità e scelte simili.
Ma deve stare ben attento a non rifletterle nemmeno involontriamente, ed anzi a denunciarle, anche chi protesta a buon diritto per il danno ambientale dell’imposizione immotivata anche di quelle strutture nei pregevoli e già troppo predati spazi naturali del Carso.
© 29 Gennaio 2011