La Voce di Trieste

Un week end all’Università di Trieste. Parola d’ordine: sovraffollamento

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Mancanza di posti, freddo, aule computer chiuse, servizi inagibili

Finalmente è arrivato il fine settimana! Mentre gli uffici si svuotano, le aule studio si riempiono di studenti che, specialmente durante le sessioni d’esame, si vedono costretti a fare gli straordinari. Un sacrificio reso ancora più sgradevole dall’inadeguatezza degli ambienti universitari che dovrebbero accoglierli.
È sabato mattina. Uno studente universitario sa bene che oggi c’è un’unica aula studio aperta, quella della biblioteca generale, nell’edificio centrale. È altrettanto cosciente che se non arriva entro le 9.30, probabilmente non troverà posto a sedere. Come lamenta Davide Culzi, che, pur confessando di essere abituato ad arrivare un po’ tardi, non trova mai posto: «Credo ci siano molte aule migliori di questa, ma il sabato e la domenica sono tutte chiuse, non c’è scelta».
Un ragazzo come Davide potrebbe provare allora a rivolgersi alla casa dello studente, che mette a disposizione 80 pass studio previa presentazione di un documento d’identità. Molto probabilmente, però, si sentirà rispondere che sono esauriti. L’addetta alla portineria ammette: «Effettivamente durante la settimana esauriamo sempre i pass in tarda mattinata, durante il week end di solito un po’ dopo. Dipende anche da come si organizzano gli studenti, so che nella biblioteca generale non c’è posto e molti si trasferiscono nell’aula studio aperta agli esterni, dove una volta c’erano gli uffici di mobilità internazionale. Mi dicono, però, che anche quella è quasi sempre piena, sebbene se non tutti la conoscano».  
Se dunque, dopo questa gavetta, anche l’ultimo tentativo dovesse fallire, non resta che desistere, rinunciando alla giornata di studio, oppure aspettare che, sperabilmente per ora di pranzo, si liberi un posto nell’aula.

Temperature polari, servizi igienici e mensa
Supponendo che questo studente riesca, invece, ad arrivare di buon’ora, guadagnandosi quindi uno dei tanto ambiti posti a sedere, dovrà fare i conti con altre sfide. La prima, in questa stagione, è la temperatura polare, sofferta specialmente dalle ragazze, ridotte a studiare tenendo il cappotto. «Ammetto di essere freddolosa, però indosso due maglioni oggi e ho ancora molto freddo!» si lamenta una ragazza nell’atrio.
La seconda sfida sono i servizi igienici. Per più di 200 persone che affollano l’aula studio, sono previsti quattro bagni femminili e quattro maschili al piano terra dell’edificio centrale, dei quali solamente due per parte risultano agibili, sebbene non degni dell’aggettivo “igienici”. Anche ammettendo che la pulizia dei servizi sia sintomo di civiltà degli utenti, sono innegabili  responsabilità istituzionali altrettanto concrete: «Manca sempre la carta igienica e nemmeno le luci funzionano» testimonia Silvia Dalla Marta.
Terza ed ultima sfida, il pranzo. La mensa, che durante la settimana vede affollatissimi i cinque diversi brand (zone di ristorazione self-service, ciascuna con un diverso menù) messi a disposizione dall’Erdisu (Ente regionale per il diritto e le opportunità allo studio universitario), nei fine settimana decide di tenerne aperto uno soltanto. Il risultato è che, come afferma Jan Gustincic, «all’ora di punta è probabile trovare parecchia fila anche nei week end, perché è aperta soltanto quella che tutti chiamano “la mensa vecchia”».

Aule computer chiuse
Il quadro non è completo. Negli ultimi anni le nuove tecnologie hanno rivoluzionato non solo il mondo del lavoro, ma anche quello dello studio. Molti degli attuali corsi di laurea offrono materiale didattico disponibile solamente online e richiedono tesine, progetti e relazioni. Per la cui redazione è necessario usare programmi di elaborazione dati o di disegno le cui licenze sono spesso molto costose ed inaccessibili per gli studenti. Non è inoltre scontato che ognuno possieda un personal computer, o che questo soddisfi i requisiti di sistema basilari per il lavoro richiesto. Non si può fare a meno, allora, dell’uso congiunto di computer e stampante. Nel fine settimana, invece, bisogna rassegnarsi a rinunciarvi. Le aule computer, infatti, restano tutte chiuse il sabato e la domenica, così, molti studenti risultano costretti ad abbandonare il loro lavoro per due interi giorni, che possono significare molto viste le strette scadenze richieste.

Stampare? Impossibile
Allora è forse meglio esultare: finalmente il lunedì! I dipartimenti riaprono i battenti, assieme ad altre aule studio e alle aule computer. Ora sarà possibile ultimare e stampare le tesine per gli esami di questi giorni, oppure le dispense necessarie a prepararsi ai prossimi. Uno studente con queste intenzioni arriva quindi fiducioso al quinto piano dell’edificio H3, sede della facoltà di architettura, che ospita le aule computer attrezzate con due stampanti. La sua speranza viene invece delusa da un cartello appeso alla porta: «Non si può stampare, il toner è esaurito e non sappiamo quando arriverà». Se può permetterselo, attenderà che l’inchiostro venga sostituito, confidando che non ci voglia poi molto tempo. La settimana successiva perderà anche questa speranza. È l’inizio della caccia ad una stampante funzionante. Giurisprudenza, economia, ingegneria. Tre tentativi, tre fallimenti. «Ho avuto tantissimi problemi la scorsa settimana», racconta Nur Magadle, «dovevo stampare delle dispense per gli esami e i toner erano esauriti ovunque!». Non resta che stampare nelle copisterie limitrofe, rimedio che costa e lascia un retrogusto amaro ritrovandosi a pensare alle cosiddette quote stampa ancora a disposizione nell’Istituto.
Un altro tasto dolente, appunto: le quote stampa. Ogni anno un certo numero di queste viene caricato sull’account di ogni studente. Fino allo scorso anno accademico, si potevano accumulare quelle non sfruttate, per utilizzarle poi in caso di reale necessità. Senza nessun preavviso, all’apertura del nuovo anno sono state eliminate tutte le quote accumulate in precedenza. Gli studenti hanno visto accreditarsi un numero sensibilmente ridotto di pagine da stampare rispetto alla solita quota annuale, sebbene le tasse universitarie siano, al contrario, aumentate. Con un sorriso si può osservare che del resto ha poca importanza: essendo impossibile stampare proprio nel periodo in cui se ne ha più bisogno, sarà molto difficile riuscire ad usarle tutte!

Proposte concrete
Molti studenti si sono rassegnati. Sembra quasi eccessiva la pretesa di trovare posto nelle aule studio, di avere computer efficienti, stampanti funzionanti, ascensori agibili, servizi igienici puliti. In una parola, sembra esagerato pretendere di avere a disposizione gli spazi e gli strumenti necessari allo studio. Qualcuno chiede, disilluso, a cosa serva parlarne: viene ormai accettato il fatto che la situazione, con il costante aumento delle iscrizioni all’università, sia inesorabilmente destinata a peggiorare.
Ma se c’è un difetto che i giovani non hanno, questo è il disfattismo. Non solo lamentele ma anche tante proposte, ampiamente condivisibili. Ad esempio quella delle «aule per gruppi studio, per facilitare il tanto incoraggiato team – working», segnalata da Alessio Scheri, che sottolinea come a ingegneria sia spesso essenziale collaborare a progetti o tesine. Oppure l’apertura dell’edificio H3 (che, ricordiamo, ospita aule computer e stampanti) durante i fine settimana. Ma anche, banalmente, più stampanti a disposizione, possibilmente funzionanti. UniTs, arrivederci al prossimo week end!

© 25 Gennaio 2011

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