La Voce di Trieste

Le tre voci dell’Università

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Dopo l’approvazione della “riforma”: un nuovo statuto tra lungimiranza e partecipazione

«Ci siamo rotti i coglioni di essere buoni», urla una scritta in vernice rossa sul muro dell’Università; «Scuola-Università-pubblica» risponde con la voce istituzionale una bandiera alla finestra; «dove ci andiamo a prendere l’aperitivo?», bisbiglia la voce dell’indifferenza di uno studente al cellulare.

Voci diverse ma compresenti, ognuna manifestazione di un diverso stato d’animo nei confronti della riforma dell’Università, ormai approvata.
È la mattina di mercoledì 19 gennaio, giorno in cui è stata fissata dal Rettore un’assemblea generale per discutere intorno al nuovo statuto dell’Università, la cui scrittura è demandata per legge ai singoli atenei.
«Ci ritroviamo qui con le stesse perplessità espresse nelle scorse settimane – inizia Francesco Peroni – ma con una novità: la legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, è destinata ad entrare in vigore il 29 gennaio».
Da quel giorno bisognerà scrivere il nuovo statuto, che è un po’ «come una Costituzione per uno stato indipendente – spiega – con norme e disposizioni di ampio respiro». E bisogna farlo in fretta: la legge prevede infatti una «tempistica molto stringente», poiché pone un limite di tempo di sei mesi (più al massimo altri tre, all’occorrenza) al termine dei quali interverrebbe il Ministero, che si assumerebbe il compito di scrivere lo statuto, minando così l’autonomia dell’ateneo.
Occorre infine lungimiranza: non potendo esserci strutture con all’interno meno di 35 unità di docenza, nel caso in cui quel numero – complice il blocco del turn over – si veda pericolosamente avvicinato, sarebbe bene affrontare fin da subito il problema, per non trovarsi poi con l’acqua alla gola. Le strade da seguire saranno due: da una parte le confluenze, che possibilmente rispondano ad un progetto; dall’altra le federazioni, che cerchino i numeri al di fuori dell’ateneo triestino.
Una «partecipazione ampia» ai lavori per redigere lo statuto è stata più volte auspicata all’interno dell’assemblea: il ricercatore e rappresentante del Consiglio Universitario Nazionale Sergio Zilli ha proposto «un’elezione aperta, con auto-candidatura e voto con preferenze» (opinione condivisa dal Rettore e approvata infine alla quasi totale unanimità); il presidente del Consiglio degli Studenti Giampaolo Di Prisco, dopo aver ribadito che «questa legge non è una riforma perché manca un investimento nell’istruzione e nell’Università» (investimento che «sarebbe potuto arrivare dai fondi risparmiati con la così detta “lotta agli sprechi”»), lancia a sua volta un appello agli studenti in nome del senso di appartenenza alla «comunità universitaria», e afferma che verrà creato «un gruppo misto fra studenti, rappresentanti e non, che possa seguire i lavori e aiutare i rappresentanti all’interno della commissione».

Partecipazione ampia che ci si augura si manifesterà – parola del Rettore – anche attraverso «periodici incontri, aperti a tutta la comunità, per favorirne il massimo, consapevole coinvolgimento nel processo di revisione dello statuto che impegnerà i prossimi mesi».
Così la voce “istituzionale”. Fuori dalla porta dell’aula magna, un volantino riporta la voce dell’urlo: come «si distrugge l’università pubblica», allo stesso modo «si delinea la politica schiavista della Fiat Mirafiori»; è necessario «unire tutte le forze che lottano per una società migliore». Così «gli operai metalmeccanici – anche a Trieste – sciopereranno contro i soprusi che subiscono» accompagnati dagli studenti in una manifestazione di piazza, nel giorno 28 gennaio.

Nel frattempo il dipartimento di Storia continua il suo presidio serale, con un fitto programma di conferenze dagli argomenti più disparati (di cui è possibile consultare il calendario nella tabella, ndr): alcune riguardano la storia dell’Università stessa (com’era, com’è e come dovrebbe essere), altre allargano il dibattito alla condizione dell’intera società, focalizzando i problemi legati alle (im)pari opportunità, all’ambiente, alla libertà di stampa. Un confronto-dibattito aperto a chiunque voglia parteciparvi, con l’intenzione di individuare – almeno sul piano teorico – il miglior futuro per il proprio Paese.

La terza voce invece, quella dell’indifferenza, non ci è pervenuta.

Chi? Quando? Dove?
Prof. Fermeglia (WWF): “Cambia il clima: deve cambiare il modo di produrre energia. Come?” Martedì 25 gennaio Dipartimento di Storia, via Economo 4
Prof. Cammarosano: “1962-2011: la mia Università. I modi di insegnamento”.

Prof. Zilli: “Sul degrado dell’Università”

Martedì 1 febbraio Dipartimento di Storia, via Economo 4
Cappella Underground: proiezione del film “Idiocracy” Martedì 8 febbraio Dipartimento di Storia, via Economo 4
Prof. Prenz: presentazione del libro “Poesie e rivoluzione” Giovedì 10 febbraio Dipartimento di Storia, via Economo 4
Nicola Narciso (studente) e Ofelia Altomare (lavoratrice all’ASL): “Pari opportunità” Martedì 15 febbraio Dipartimento di Storia, via Economo 4
Comitato I marzo-Coordinamento Associazione Immigrati: “sull’inserimento nel mondo dell’istruzione degli immigrati” (incontro non ancora ufficializzato) Martedì 22 febbraio Dipartimento di Storia, via Economo 4
“La libertà di stampa a Trieste”: ospiti un giornalista del Piccolo e il direttore de “La Voce di Trieste” P. G. Parovel (incontro non ancora ufficializzato) Martedì 1 marzo Dipartimento di Storia, via Economo 4

Tutte le conferenze iniziano alle ore 21.00

© 20 Gennaio 2011

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