La Voce di Trieste

Contro la soppressione del Parco Tropicale a Miramare

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Denuncia pubblica al Procuratore della Repubblica dott. Michele Dalla Costa: dopo l’intervento di Margherita Hack, ed anche la Soprintendenza ci dovrebbe ripensare.

Si può certo discutere nelle nostre organizzazioni ambientaliste sulle esposizioni di animali più o meno adeguate, ma la minacciata soppressione per sfratto, questo gennaio, del piccolo parco tropicale con allevamento di colibrì a Miramare è un vero sconcio civile ed istituzionale.
L’iniziativa ha dato meritoriamente da molti anni nuova vita alle serre storiche di Massimiliano – che da insigne naturalista l’avrebbe certamente sostenuta ed ampliata con mezzi adeguati – e pur nel suo piccolo ha consentito ad innumerevoli visitatori, inclusi tanti giovanissimi, esperienze e percezioni naturalistiche valide, utili ed altrimenti impossibili. É anche un richiamo turistico, ed a sua volta, se sorretta quanto e come occorre, non può non arrivare a sostentarsi con l’enorme afflusso quotidiano di turisti e visitatori nostrani al parco di Miramare, che è la meta più frequentata di Trieste e provincia.

Sopprimere questa struttura è quindi un danno ad un bene culturale di evidente interesse pubblico, oltre che un rischio ovvio per i colìbrì, adulti e nidiacei, e per gli altri animali e piante tropicali, tutti  da trasferire assurdamente non si sa dove ed in pieno inverno.
Anche tutti i pretesti addotti dalle varie autorità che attivate per sopprimerla sono tranquillamente superabili con una semplice e normale intesa tra istituzioni, come si fa per una quantità di altri problemi, anche ben più complessi.
E la Procura non ci venga a dire che deve intervenire senza ritardo per chiudere una struttura simile, quando – per dirla fuori dai denti – ha sul tavolo da oltre un anno il procedimento sullo scandalo immobiliare, stradocumentato, del sindaco Dipiazza e soci variamente illustri, senza che vi sia notizia nemmeno di una richiesta di rinvìo a giudizio.
Anche perché tra poco se di procedimento se ne troverà un altro: quello per verificare l’ipotesi che dietro quest’improvvisa, irragionevole aggressione distruttiva del parco tropicale esistente ideato e gestito da volontari alla francescana – costretti a far debiti perché non gli si danno apposta nemmeno i finanziamenti elargiti dalle amministrazioni locali per voto di scambio a miriadi di associazioncelle politicizzate – ci sia in realtà un “Qualcuno” che pensa di subentrare poi lui, finanziato pubblicamente alla grande su una ricca concessione speculativa che diventerebbe, in quella posizione, una miniera di soldi. È uno schema operativo già visto a Trieste e provincia.

Fantasie da deformazione professionale del giornalismo investigativo? Allora ci dia Lei, signor Procuratore, un’altra teoria possibile per spiegare da un lato tanto ottuso accanimento di istituzioni comunque controllate dalla politica, e dall’altro l’inerzia ben strana di tutti partiti, ed in periodo preelettorale, su una vicenda che sanno coinvolgere buona parte dell’opinione pubblica triestina, molto sensibile a queste cose e contraria alla soppressione del Parco tropicale.
Non fanno nemmeno finta di impegnarcisi con quattro dichiarazioni che non costano nulla, mentre si sprecano su qualsiasi scemenza. E non sfruttano nemmeno l’intervento pubblico di una celebrità nazionale come Margherita Hack (o quello estemporaneo di Berlusconi su richiesta di Sgarbi).
La spiegazione più logica é che ci siano già promesse fatte per l’affare lucroso del Qualcuno in ipotesi, previa liquidazione spietata dei poveracci e fregandosene ovviamente della sorte degli uccellini e delle altre bestiole.
Anzi, signor Procuratore, il fascicolo su quest’ipotesi può aprirlo subito, perché questa è una denuncia pubblica firmata, per le ipotesi di reato corrispondenti che, come Lei c’insegna, non spetta a noi qualificare.

Ed anche la Soprintendenza, alla luce di un tanto, dovrebbe prendersi una pausa di riflessione sul caso.

Paolo G. Parovel

© 12 Gennaio 2011

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