La Voce di Trieste

Digitale terrestre: la situazione

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A più di un mese dal passaggio definitivo inchiesta su come i triestini hanno accolto la nuova televisione, sono diversi i motivi che non stanno permettendo il successo promesso e da alcuni sperato.

Dopo messaggi televisivi, istruzioni per l’uso, convegni aperti ai cittadini e varie pubblicità crossmediali, il digitale terrestre è arrivato anche a Trieste e, a più di un mese dallo switch off, si possono tirare le somme e raccogliere le prime impressioni.

Digitale sì o digitale no?

Siamo andati a chiederlo ad anziani, coppie, signore sole, ragazzi e anche bambini e la risposta non è stata unanime.
«L’alta quantità di canali e programmi non è supportata da una buona qualità del segnale», «Da quando c’è il digitale vedo la televisione limpida come una fotografia», «Eravamo scettici e preoccupati per gli eventuali problemi di ricezione, invece possiamo dirci pienamente soddisfatti», «Finalmente posso vedere le serie televisive che prima ero costretta a scaricare o a guardare in streaming».
Mentre i più si lamentano del pessimo segnale, altri accolgono entusiasti la novità; i ragazzi e i bambini sono euforici per l’ampia gamma di canali a loro dedicati, ma anche qualche anziano o signora di mezza età mostra un debole per i canali tematici, sportivi, storici o gastronomici che siano.
Le diverse dichiarazioni, rilasciate dai triestini intervistati a passeggio per la città durante gli acquisti natalizi, lasciano intravvedere la situazione: un pubblico diviso tra più e meno fortunati.
Quale scelta avete optato per il passaggio al digitale?
«Visto che avevamo bisogno di un nuovo apparecchio abbiamo scelto un televisore con il decoder integrato» ha detto una coppia mentre una signora settantenne ha riferito: «Io ho lasciato fare ai miei figli e pochi giorni fa mi hanno regalato il decoder».
«Noi avevamo già dei televisori con il dispositivo integrato – ha detto un’altra coppia – e per gli altri televisori di casa abbiamo preso il decoder».
Quali problemi avete riscontrato?
Le risposte sono state eterogenee: «I canali saltano continuamente e il segnale non è buono», «Fortunatamente non ho avuto nessun tipo di problema», «A parte qualche inconveniente per la visione delle reti RAI, possiamo dirci soddisfatti», «Non sono ancora riuscito a collegare il videoregistratore. Non capisco se devo comprarne uno nuovo o affiancare a quello che ho già un ulteriore decoder».
L’offerta compensa i problemi di ricezione?
«I canali e i programmi sono molti, ma i format sono simili, quindi la novità è solo nell’ampia scelta». Alla stessa domanda un’anziana signora ha detto: «I canali sono tanti, anche troppi e alla fin fine si scelgono sempre le stesse reti con i soliti programmi e conduttori che si conoscono da anni».
Il rapporto fiduciario è uno dei fattori a sfavore della conversione al digitale: l’estesa offerta deve fare i conti con la fruizione abituale che non lascia spazio a palinsesti alternativi, ma è lo stesso rapporto cliente-prodotto a risultare ininfluente quando la scelta è obbligata sui pochi canali visibili.
«Non riesco a vedere nessuna delle tre reti RAI – ha riportato un simpatico nonno accompagnato dal nipotino – e anche per quelle Mediaset ho diversi problemi di sintonizzazione. Allora mi rassegno a guardare uno dei nuovi canali che ci sono».
«Sono anni che abbiamo un televisore con decoder separato e non abbiamo mai avuto problemi di ricezione – ha raccontato una coppia residente a Banne – dal giorno del passaggio, però, non vediamo un solo canale. Sono tutti disturbati e dalla qualità scadente; in quelli RAI si vedono addirittura delle ombre e la cosa peggiora quando le condizioni metereologiche non sono delle migliori».
«Si sono mossi in ritardo – ha proseguito il marito – Per questo la mattina dello switch off abbiamo visto un via vai di macchine e furgoncini per la manutenzione muoversi attorno al ripetitore RAI, che dista pochissimi metri da casa nostra».
Se la domanda non è pienamente soddisfatta, di sicuro lo è l’offerta. Come confermatoci dai dipendenti Mediaword delle Torri d’Europa e dal direttore responsabile Euronics de Il Giulia, gli acquisti di decoder e televisori con digitale incorporato sono stati altissimi: «Sicuramente abbiamo venduto più apparecchi separati, e in particolare nei primi tre giorni dallo switch off».
Consigli e assistenza sono stati richiesti più dagli anziani?
«Certamente gli anziani si sono rivolti a noi per avere qualche consiglio sugli acquisti e, per facilitare le cose, abbiamo allestito proprio dei punti informativi per il digitale. Quanto alla segnalazione di problemi, questa è stata fatta un pò da chiunque».
«Al momento vediamo solo tanta confuzione e questo certo non stimola la clientela» ha detto un dipendente Mediaword, mentre il direttore Euronics ha dichiarato: «Molti clienti non pensavano che ci fosse la chisura diretta della vecchia trasmissione analogica, ma piuttosto un passaggio graduale. Idea errata, ma dovuta a una cattiva informazione che sta causando un diffuso senso di insoddisfazione, ulteriormente aggravato dai concreti problemi di ricezione dovuti all’incompleta installazione degli impianti».
Diversi allora i motivi che, a un mese dall’attivazione, non stanno permettendo il successo promesso e da alcuni sperato. Segnale scarso e debole, impianti e apparecchi casalinghi obsoleti, ma certamente anche una diffusa diffidenza: più canali non vuol dire solo più offerta e quindi per forza più soddisfazione: vuol dire in prima battuta più disponibilità sia in termini di tempo che di intraprendenza. Il maggiore coraggio nella fruizione dei nuovi canali, se non manca nelle nuove genrazioni, disposte anche a risintonizzazioni frequenti, certamente tarderà a riscontrarsi nell’audience meno tecnologico, anche a causa dei problemi “di gioventù” che ancora affliggono la nuova tecnologia.

© 10 Gennaio 2011

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