“Un giorno tutto questo finirà” al Teatro dei Fabbri
Venerdì 8 novembre si alza il sipario del Teatro dei Fabbri, il piccolo gioiello della Contrada nel cuore della città vecchia di Trieste, con la quarta edizione della rassegna AiFabbri2, dedicata al teatro contemporaneo. Venerdì 8 e sabato 9 novembre, alle 20.30, andrà in scena una storia ispirata a Khady Demba della scrittrice francosenegalese Marie Ndiaye Un giorno tutto questo finirà ideato da Diana Höbel che ha scritto la drammaturgia e da Giulio Costa, che ne cura anche la regia. Liberamente ispirato al racconto su Khady Demba nel libro Tre donne di Marie Ndiaye, vede in scena Diana Höbel e Marco Sgarbi in una produzione Ferrara Off con il sostegno di Nuovo Imaie. «Un giorno tutto questo finirà – spiega la drammaturga Diana Höbel – nasce per stimolare una riflessione sulla nostra identità di europei e occidentali. Con lo spettacolo si intende indagare il nostro sentimento di pericolo, più o meno inconscio, che trova sfogo in bizzarre teorie di ‘sostituzione etnica’ o nelle pratiche dei cosiddetti ‘preppers’, persone che si preparano a ogni eventualità catastrofica, e che esorcizzano così il loro terrore di perdere tutto». A tale scopo, la drammaturgia dello spettacolo parte dalla storia di una donna africana che ha perso tutto e che cerca di raggiungere l’Europa, che per lei rappresenta un luogo di salvezza. Lo spettacolo ha un taglio tutto femminile: ideato e co-interpretato dall’attrice e drammaturga Diana Höbel, si ispira a un racconto contenuto nel romanzo Tre donne forti dell’autrice franco-senegalese Marie Ndiaje (Premio Goncourt) che narra le vicende di Khady Demba. Khady Demba è una giovane vedova scacciata dalla famiglia del marito, che, nella sua eroica esperienza di migrante povera e sola, sopporta ogni angheria senza perdere la propria dignità, in cerca di una vita migliore e della propria emancipazione. Accanto a lei, Diana Höbel costruisce il personaggio parallelo di una donna occidentale benestante, chiusa nella propria bolla esistenziale, fatta, insieme al marito, di quotidianità ripetitiva, relazioni prive di comunicazione e assenza di prospettiva. Il tema dell’identità di due donne di due continenti diversi innerva lo spettacolo, che combina dimensione privata e dimensione sociale. « Uno spettacolo – conclude Diana Höbel – che si affaccia comicamente sull’abisso.» Per maggiori informazioni contrada@contrada.it oppure 040947481
© 8 Novembre 2024