La Voce di Trieste

Trieste: notificata anche al Consiglio comunale l’illegittimità del progetto “porto vecchio”.

Trieste: notificata anche al Consiglio comunale l’illegittimità del progetto “porto vecchio”.

Trieste: notificata anche al Consiglio comunale l'illegittimità del progetto “porto vecchio”.

Il Consiglio comunale di Trieste in una foto di repertorio.

Trieste, 11 ottobre 2024. – Dopo avere notificato a COSTIM e a due imprese consociate i motivi di illegittimità del progetto “porto vecchio” (LINK) l’Agenzia di rappresentanza I.P.R. F.T.T. – International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste (LINK) ha provveduto ieri a notificarli via p.e.c. anche a tutti i 40 membri del Consiglio comunale di Trieste, dichiarando di agire «nel pubblico interesse ed a tutela degli interessi rappresentati anche in giudizio».

Il documento notificato è un atto di richiamo alla legge, con il quale la I.P.R. F.T.T. ha ritenuto di dover attivare anche le responsabilità giuridiche personali di ciascuno dei membri del Consiglio comunale di Trieste dopo avere rilevato «con sorpresa» il loro comportamento nell’esame della proposta COSTIM, così come di altri atti di deliberazione e di spesa dell’Amministrazione comunale di Trieste del sindaco Roberto Dipiazza nel cosiddetto “porto vecchio”.

L’Agenzia osserva infatti che nessuno dei Consiglieri, di maggioranza o di opposizione, ha considerato la causa di illegittimità principale più evidente di quegli atti, che non ammette compromessi poiché consiste nella violazione palese della stessa norma di legge che essi affermano di voler applicare: il comma 619 dell’art. 1 della Legge di bilancio 190/2014.

Tutti gli atti e progetti di deliberazione e di spesa dell’Amministrazione Dipiazza sul c.d. “porto vecchio” risultano infatti fondati sulla simulazione esplicita od implicita che quella norma abbia assegnato al Comune la proprietà piena ed incondizionata di quelle infrastrutture portuali.

Chiunque può invece constatare che quella simulazione è un caso eclatante di frode, e di falso in atti pubblici, poiché la norma che limita con formula imperativa i poteri di disposizione del Comune su quei beni all’esecuzione degli obblighi giuridici esclusivi, consequenziali ed esattamente precisati.

Si tratta degli obblighi di stabilire le destinazioni urbanistiche di detti beni, di venderli tutti con procedura d’asta europea e di versare l’intero ricavato all’Autorità portuale per finanziare infrastrutture di altre aree del Porto Franco internazionale di Trieste.

Il Comune di Trieste non ha quindi alcun valido titolo giuridico a compiere sui beni del c.d. “porto vecchio” atti di disposizione e di spesa in proprio, né a favore di terzi, né in forme di partenariato pubblico-privato come previste dal progetto di COSTIM e consociati.

Con l’atto ora notificato ai Consiglieri comunali la I.P.R. F.T.T. li richiama perciò alle loro responsabilità giuridiche personali per ogni atto di disposizione e di spesa compiuto su beni del c.d. “porto vecchio” «in violazione di norme imperative di legge ed in danno erariale» precisando che come tale risulterebbe comunque privo di effetti giuridici e non convalidabile.

Poiché anche questo documento sulla frode del cosiddetto “porto vecchio” è di interesse pubblico rilevante, riteniamo doveroso pubblicarlo QUI.

(F.W.)

© 11 Ottobre 2024

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