“Il silenzio dell’altopiano” di Steinar Bragi
Cosa ci fanno due coppie di Reykjavík a bordo di un jeep carica di alcol e provviste nelle magiche lande desolate dell’entroterra islandese? Cosa li ha spinti a lasciare la capitale per avventurarsi verso un ambiente affascinante, ma comunque difficile? E poi, come hanno fatto a sbattere proprio quella casa che sembra essere spuntata dal nulla, in mezzo a un panorama lunare, sferzato dal gelido vento? E chi è la coppia che decide di aiutarli ospitandoli? Sono queste le domande che fungono da base per un thriller psicologico raffinatissimo, Il silenzio dell’altopiano, di Steinar Bregi, traduzione di Silvia Cosimini (Marsilio Editore), un libro che racconta una storia surreale ambientandola in un contesto apparentemente irreale. L’autore, Steinar Bragi (Reykjavík 1975), letterato e filosofo, è uno dei più apprezzati scrittori islandesi, autore di romanzi e raccolte di poesie, per i quali è stato candidato anche al Nordic Council Literature Prize. Si è affermato nel panorama internazionale proprio con Il silenzio dell’altopiano, uscito originariamente nel 2011 e in corso di traduzione in diciotto paesi. Grazie a uno stile molto agile, Bragi riesce a delineare un’atmosfera inconsueta e molto particolare: pagina dopo pagina il lettore conosce maggior dettagli delle vite dei protagonisti e inizia a scoprire le dinamiche psicologiche che stanno dietro le loro storie e che assumeranno una parte sempre più importante nella dinamica narrativa. Le paure e le angosce assumono un ruolo fondamentale e accompagnano il lettore fino alla fine in un mix di suspense e colpi di scena. Egill, Anna, Hrafn e Vigdis sono i quattro protagonisti principali di una storia in grado davvero di creare un senso di attesa che spinge a leggere il libro tutto di un fiato, con la voglia di capire cosa si nasconda realmente in quei luoghi così magici e surreali che costellano l’Islanda più estrema.
© 14 Novembre 2017