“Antinomie” alla Sala Comunale d’Arte
Si può visitare fino al 12 novembre (tutti i giorni ore 10 · 13 e 17 · 20), presso la Sala Comunale d’Arte (piazza Unità d’Italia 4) di Trieste, la mostra Antinomie, personale della fotografa-artista Giorgetta Dorfles, più di trenta d’immagini digitali realizzate negli ultimi due anni. “Una parte per il tutto, spesso in sottile contrappunto con il suo doppio ideale: – scrive il critico Marianna Accerboni – prende il via da tale concetto il fil rouge che condetermina questa originale e raffinata sequenza di oltre trenta immagini digitali che Giorgetta Dorfles, poliedrica artista e acuta osservatrice, ha realizzato dal 2014 al 2016, sospesa tra razionalità, passione e imprevedibile estro creativo. Sono lavori che non si peritano di essere descrittivi o documentari, ma estrapolano dal reale un dettaglio significante, che spesso suggerisce un’intuizione astratta di ciò che appare, sottesa tra un sottile equilibrio segnico e una raffinata e inusitata opzione cromatica. Straniamento, Relitti e Spunti concettuali sono le tre sezioni, in cui l’autrice ha voluto suddividere le proprie riflessioni che invitano esse stesse alla riflessione. Non prive di un sottile velo di malinconia, cifra che non abbandona quasi mai un’artista nel cui intimo, all’intensità e all’essenzialità, si coniugano introspezione e riservatezza, I titoli delle foto sottolineano i continui rimandi a qualcosa che va oltre l’oggetto percepito. Il loro ruolo diventa essenziale in quanto esplica l’interpretazione dell’autrice, che spesso esula dal mero contenuto: uno stretto collegamento fra parola e immagine, che la Dorfles ha già sperimentato con efficacia nell’arte delle videopoesie. Una lettura non vincolante, nelle cui suggestioni, ricavate da una sorta d’indagine che scava nel mondo delle apparenze, s’insinua a volte il sapore dell’ironia e del paradosso, coniugate a un lieve divertissement, come accade nelle Matrioske in vacanza al lago o nella Gioconda ingabbiata da una ditta di depurazione; altrove si raggiunge invece una dimensione puramente fantastica, come in Minaccia al re degli Elfi o in Ala dell’angelo azzurro. La Dorfles – conclude il critico – usa lo scatto come un occhio che scruta il mondo esterno, cogliendone inedite sfumature. Le sue foto non usano particolari accorgimenti tecnici od operazioni di Photoshop, procedimento che potrebbe sembrare antiquato, ma che in realtà torna all’essenza primaria della fotografia, la quale rappresenta poi la capacità di catturare con uno sguardo gli aspetti iconici nascosti nelle pieghe del reale. Magico impegno che l’artista assolve con inedito talento”.
© 20 Ottobre 2017