“Come i cavalli che dormono in piedi” al Rossetti
È un tema complesso e affascinante quello che Paolo Rumiz affronta in Come i cavalli che dormono in piedi, romanzo che ha pubblicato con successo alla fine del 2014 (ed. Feltrinelli): un tema che immediatamente è parso anche adatto a prendere sostanza sulla scena. Ecco allora che, dopo una prima presentazione in forma di lettura, il testo scaturisce in un momento teatrale, con l’autore impegnato a leggere in scena: la produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Come i cavalli che dormono in piedi. Demogéla. Storie dal fronte nord orientale di Paolo Rumiz va in scena alla Sala Bartoli da martedì 15 a lunedì 21 dicembre per il cartellone altripercorsi ed offre al pubblico dello Stabile il doppio privilegio di conoscere l’autore, oltre che dalle pagine del libro, anche dalla sua stessa voce in scena. I biglietti sono andati a ruba per ognuna delle recite in programmazione, a testimonianza di quanto la storia delle nostre terre, con le sue mai scontate sfaccettature, con le lacerazioni vissute dai nostri nonni, rappresentino un argomento di riflessione coinvolgente e necessaria.«“Demoghèla”, parola tradotta in modo insultante dopo il ’18 per denigrare gli italiani di frontiera cui toccò in sorte di combattere contro il Tricolore, fu in realtà il modo scanzonato con cui i soldati del litorale austro-ungarico – sullo stile del Soldato Svejk – seppero prendere la guerra su un fronte sterminato e crudele, in Galizia, battendosi spesso da valorosi contro il più grande esercito del mondo, quello russo – spiega Paolo Rumiz – Un fronte e un’epopea rimossi per troppo tempo dal resto del Paese e dalla stessa Europa, e che ora tornano di prepotente attualità a cent’anni dal primo conflitto mondiale».
Un’evocazione dell’Armata perduta
«Quella che vi presentiamo – continua Rumiz – non è una commemorazione e tanto meno una celebrazione, ma una vera e propria evocazione dell’Armata perduta. Con canti, libagioni, versi e piccoli fuochi, chiameremo in vita i 125 mila ragazzi in “montura” austroungarica del Trentino o dell’attuale Venezia Giulia e Friuli orientale che combatterono oltre i Carpazi, restando in più di 25 mila “a guardare la luna” in sperduti cimiteri coperti di mirtilli dove da un secolo quasi nessuno porta più un fiore; piccoli camposanti coperti dall’oblio, spianati dalla ruspa comunista o schiacciati dalla memoria più recente della seconda, tragica guerra mondiale». Paolo Rumiz, che narra il suo incontro con i Dimenticati in Come cavalli che dormono in piedi, riporta questo suo viaggio nello spazio e nel tempo assieme all’attore Paolo Fagiolo. Accanto a loro, il chitarrista Stefano Schiraldi interpreta al ritmo sincopato del blues alcune delle ballate che l’Autore dedica ai soldati di allora, incluso il nonno mai conosciuto, e i fanti del Tricolore, che all’inizio della storia invitano il viaggiatore a esplorare senza paura le terre del nemico. «Una conciliazione post-mortem fra avversari che mai si odiarono e oggi ci indicano la strada di un’Europa di pace». Come cavalli che dormono in piedi di e con Paolo Rumiz – che cura anche la messinscena – vede sul palco Paolo Fagiolo e Stefano Schiraldi, di cui sono le musiche dello spettacolo. La produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Come cavalli che dormono in piedi va in scena alla Sala Bartoli martedì 15, venerdì 18 e lunedì 21 dicembre alle ore 19.30; mercoledì 16, giovedì 17, e sabato 19 dicembre alle 20.30 e domenica 20 alle ore 17 si tiene l’unica pomeridiana. Per i pochi posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
© 15 Dicembre 2015