Le uscite della Voce a stampa, il sito e le battaglie di questi mesi
Molti lettori si stanno preoccupando per i recenti ritardi nelle uscite della Voce a stampa e per l’attesa nel riavvio del sito, chiedendone i motivi.
Mentre molti politici ed ambienti equivoci che teniamo sotto inchiesta se ne sono rallegrati sperando che smettiamo.
Ringraziamo dunque di cuore i lettori per la loro attenzione costante e sollecita, e dobbiamo deludere le aspettative opposte dei personaggi ed ambienti che tentano di farci tacere con ogni mezzo.
È semplicemente accaduto che la resistenza agli attacchi diffamatori e minacciosi violentissimi cui siamo sottoposti da metà aprile, e tuttora, ha assorbito tanto tempo ed energie da ritardare le attività di pubblicazione, dato che lavoriamo tutti tutti da volontari senza personale dipendente in paga che garantisca la routine.
Quegli stessi attacchi, la loro provenienza e la loro ferocia crescente hanno però confermato quanto siamo nel giusto, e quanto sia indispensabile e prezioso il nostro lavoro d’inchiesta ed informazione
per Trieste, per la legalità e per uscire dalla crisi in cui la nostra città e la nostra gente vengono altrimenti lasciate affondare.
Perché proprio quegli attacchi hanno consentito, a noi ed agli investigatori istituzionali non corrotti, di accumulare nuovi dati e materiali di analisi sul sistema di malaffare, politico e non, che parassita Trieste affondandola in una spirale di disoccupazione e povertà che può essere invertita solo liberando la città da quel “sistema”.
Non è infatti per caso che quegli attacchi ci sono arrivati quando e per quanto abbiamo approfondito a Trieste le informazioni sulla nervatura nascosta principale e più attiva all’intero “sistema” di malaffare italiano: quella dei rapporti fra settori centrali della politica che tradiscono impunemente i cittadini, e la criminalità organizzata, che rispetto a loro corre almeno i suoi rischi.
Sul fatto che noi abbiano ragione, e sulle caratteristiche del “sistema” locale potrebbero testimoniare tutti gli apparati investigativi istituzionali di un certo livello, italiani e non, ma nella battaglia per informare siamo esposti soltanto noi volontari.
Sforzo e rischi personali non sono perciò lievi, e vorremmo vedere impegnati in questo anche un maggior numero di giovani, perché il futuro che stiamo difendendo con le energìe possibili non è il nostro personale (io sono nato nel 1944) ma il loro. E nella battaglia giusta c’è spazio per tutte le persone di buona volontà, senza discriminazioni di nessun genere.
Proprio per questo motivo sarebbe anche bene che i nostri giovani riuscissero a sviluppare meglio delle generazioni precedenti la capacità di guardare seriamente ai fatti respingendo le maldicenze, e di comprendere il valore essenziale della verità, e della sua testimonianza a che personale, invece di subire propagande e cattivi maestri vecchi e nuovi, anche a Trieste e negli ambienti di lingua italiana come di lingua slovena.
In ogni caso, gli amici della Voce non si preoccupino troppo, e gli avversari non si rallegrino: stiamo lavorando assiduamente su cose molto importanti, ed anche per tornare in edicola e sul sito nelle prossime settimane.
Paolo G. Parovel
© 5 Dicembre 2014