Federica Luna Vincenti in “Sissi l’imperatrice” in Sala Bartoli del Rossetti

Sissi l’imperatrice in scena alla Sala Bartoli dal 25 al 30 marzo alla Sala Bartoli, scritto da Roberto Cavosi che ne è anche il regista e interpretato da Federica Luna Vincenti, percorre un viaggio alla scoperta di una delle donne più famose di tutti i tempi, l’imperatrice Elisabetta d’Austria. La sua vita – raccontata spesso come una fiaba con tanto di carrozze dorate, gioielli, balli a corte – è anche in realtà l’emblema della lotta di una donna indipendente in contrasto con le convenzioni della sua epoca. La sua storia si intreccia infatti a quella di un impero destinato a scomparire, ma che fino all’ultimo mostrerà al mondo i suoi splendori e i suoi artigli. In Sissi l’imperatrice Federica Luna Vincenti incarna Elisabetta d’Austria, una donna che, sottratta all’olografia grazie anche alla pubblicazione dei suoi diari, ci appare in una veste tanto dirompente quanto irriverente e attuale, che non può che affascinarci e colpirci nel profondo. Figura carismatica e ribelle, anticonformista, perennemente in lotta con sé stessa e con la realtà che la circondava: imperatrice anti-imperialista, vicina alle masse operaie, alle minoranze etniche, contraria ad ogni forma di sopraffazione. Anoressica, in eterno lutto per la morte assurda di due dei suoi figli, Sissi cerca di esorcizzare il dolore attraverso estenuanti sedute ginniche, con l’infinita cura del suo corpo e la pettinatura dei suoi detestati capelli – «è come se reggessi sul capo un corpo estraneo, sono schiava dei miei capelli» dice. Dotata di un feroce sarcasmo, fustigava la Corte asburgica e i nobili – «Una schiatta depravata» – senza mezzi termini. Non lesinava nemmeno a sé stessa tutta l’amara ironia di cui era capace, un modo per nascondere in realtà la sua vulnerabilità, la fragilità della sua anima. Un’anima che cercava in tutti i modi di trovare sollievo rifugiandosi nella poesia: amante di Heine e di Baudelaire, componeva lei stessa poesie. Una personalità incredibilmente sfaccettata e instancabile nella continua e contraddittoria ricerca di cosa poter fare per migliorare il mondo ed allo stesso tempo di come evadere dalla realtà. Forse la sintesi di questa suo duplice aspetto sta nella sua ultima volontà, devolvere ai rifugiati politici ed alle loro famiglie il frutto della vendita postuma dei suoi diari, delle sue poesie, affidando ad una ipotetica anima del futuro tale compito, ma non prima di sessant’anni dalla morte, dal 1890. Un testamento spirituale che, censurato a lungo per le aspre critiche alla Corte Viennese, ha trovato il suo compimento soltanto nel 1980, quando, al momento della prima pubblicazione, i diritti d’autore vennero devoluti al Fondo di Soccorso dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati e i proventi nell’edizione successiva vennero donati ad Amnesty International, rispettando così la volontà dell’Imperatrice. Biglietti e abbonamenti sono ancora disponibili presso i punti vendita e nei circuiti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it Informazioni sul sito www.ilrossetti.it e al tel 040.3593511.
© 23 Marzo 2025