USA: La nuova amministrazione Trump
USA: La nuova amministrazione Trump
Analisi di Paolo G. Parovel.
Trieste, 13 novembre 2024. – Negli USA i risultati definitivi delle elezioni presidenziali 2024 hanno confermato la vittoria completa di Donald J. Trump, candidato del Partito Repubblicano, con 30 Stati su 50 (pari a 312 Grandi Elettori su 538), e la sconfitta della candidata del Partito Democratico, Kamala Harris, Vicepresidente in carica.
Harris e il Presidente in scadenza, Joe Biden, hanno ammesso la sconfitta e sono già iniziati i preparativi per il cambio di Amministrazione, che si concluderanno il 20 gennaio 2025 con il giuramento di Donald J. Trump quale 47° Presidente degli USA e di JD Vance quale Vicepresidente.
Come prevedibile, infatti, la maggioranza dei votanti ha ritenuto più solido, affidabile e realistico il programma economico e politico di Trump sui problemi nazionali ed internazionali concreti che interessano tutti, rispetto ai programmi molto più ideologici, improvvisati e settoriali proposti dalla Harris.
La maggioranza degli Americani non ha inoltre gradito il fatto che il Partito Democratico abbia tentato di ottenere più voti demonizzando Donald J. Trump, in patria ed all’estero, e con violenza propagandistica tale da indurre degli squilibrati a tentare di assassinarlo.
Ha influito inoltre sul voto la percezione della debolezza dell’amministrazione di Joe Biden, anziano e malato, che non veniva controbilanciata dalla Vicepresidente Harris ma dalla straordinaria personalità del Segretario di Stato Antony Blinken e dalla solidità degli apparati diplomatici, militari e di intelligence.
Era ed è infatti evidente che gli avversari internazionali degli USA hanno approfittato della presidenza Biden in tutti i focolai di crisi che la prima amministrazione Trump aveva invece tenuto efficacemente sotto controllo: Afghanistan, Corea del Nord, Ucraina, Medio Oriente, Taiwan e Indo-Pacifico, incrementando i rischi di conflitti estesi a livello globale e nucleare.
Le conseguenze economiche, politiche e strategiche favorite anche da comportamenti irresponsabili di molti Governi europei, sono state drammatiche. Il ritiro male organizzato dall’Afganistan ha consegnato il Paese al regime dei Talebani e basi militari alla Cina comunista. La dittatura nordcoreana è ridivenuta aggressiva. La guerra in Ucraina è stata usata per creare una frattura economica e strategica rovinosa con la Russia, ed i terroristi di Hamas, appoggiati dall’Iran, hanno destabilizzato il Medio Oriente per bloccare gli Accordi di Abramo, mentre il Partito Comunista Cinese approfitta di tutto questo per espandere la propria influenza globale e per aumentare le sue pressioni politiche e militari sulla Repubblica di Cina (Taiwan), sui Paesi vicini e nell’Indo-Pacifico.
La nuova Amministrazione Trump dovrà ora affrontare questo caos politico e strategico straordinariamente pericoloso per ricostruire con realismo, coraggio e competenza equilibri di pace e di collaborazione internazionale fondati sulla ragione, sulla verità, sul diritto, sulla fede nel bene comune.
Con programmi di stabilizzazione seri e concreti già avviati dalla prima amministrazione Trump portati avanti dal Segretario di Stato Antony Blinken durante l’amministrazione Biden, come gli Accordi di Abramo tra Israele e Paesi islamici, la Three Seas Initiative tra i Paesi dell’Europa centro-orientale e gli accordi tra i Paesi del settore Indo-Pacifico.
Poiché la situazione internazionale e quella interna degli USA si sono nel frattempo deteriorate, occorreranno intelligenza politica, forza e fermezza ancor maggiori di quelle che la prima Amministrazione Trump aveva già dimostrato.
Ed è interesse di tutte le persone di buona volontà, negli USA e nel mondo, che la sua seconda Amministrazione sappia esercitarle con successo per ripristinare la pace ed evitare nuove guerre. Perché ognuno può capire che non esiste un’altra potenza globale democratica che abbia la volontà ed il potere di farlo.
© 13 Novembre 2024