“Big in Korea” in scena al Teatro Bobbio
Il 16 e il 17 febbraio va in scena, alle 20.30, al Teatro dei Fabbri di Trieste, nell’ambito della rassegna di teatro contemporaneo AiFabbri2 della Contrada, Big in Korea, l’intrigante analisi di un particolare rapporto umano, caratterizzato da un’ombra di sadismo, fra maestro e discepolo (nella fattispecie fra il mister, cioè l’allenatore, e un aspirante calciatore). La rappresentazione, una produzione di Maniaci d’Amore e Kronoteatro, è leggibile come una sorta di “menzogna vitale” ibseniana: un lavoro che coinvolge emotivamente lo spettatore, grazie alla felice capacità interpretativa di Tommaso Bianco e Maurizio Sguotti. Al centro della drammaturgia c’è una relazione sfuggente: quella tra un giovane e il suo vecchio allenatore di calcio. Da trent’anni i due si trovano ogni domenica al campetto del paese. Ma non si allenano. Il loro è un lungo apprendistato teorico aspettando il momento in cui potranno cominciare a giocare. Non è ancora arrivato quel momento, sembra non arrivare mai. In quell’ora di studio il mister e l’allievo favoleggiano insieme del posto in cui andranno, un giorno: la Korea. Lì, a quanto pare, è possibile per un vecchio zoppo e un uomo che ha superato i 35 anni essere considerati ancora idonei per iniziare una carriera. Lì saranno, finalmente, grandi. Così lo sport per loro non è più una pratica, ma un linguaggio puro, una grammatica relazionale, o forse un mondo fantastico che abitano solo loro. Per alcuni il piano concreto della vita è poco più che una gabbia e l’unica chiave per forzarla si trova sul confine della follia. Quello che viene narrato qui è un momento di soglia della vita, “quel momento”, in cui si è quasi pronti: a spiccare il volo, a mollare la presa, ad entrare nella vita, o a lasciarla. E si chiedono se il territorio del “quasi” possa espandersi all’infinito, fino a coprire tutta un’esistenza. Fotografia Angelo Maggio
© 14 Febbraio 2024