Toni Bruna live al Miela
«Xe stai ani de star ziti, xe stai ani de vardar e impinirse, de grumar ossi, spaghi e semenze, canzoni. Sabato 19 marzo, al Miela, ghe dago fogo … Vinì». Cosi si presenta al Teatro Miela Toni Bruna, figlio di esuli istriani insediatisi nella periferia rurale slovena di Trieste, che sabato 19 marzo, alle ore 21.30, porta al Teatro Miela lo spettacolo Fogo Nero. Scrive e canta nel dialetto che a Trieste si parla. Il dialetto, la lingua del popolo, sempre in mutamento. Toni Bruna è forse il primo ad aver usato questo dialetto in musica senza finalità goliardica, non per far ridere o per semplice folclore ma per coinvolgere, commuovere, far riflettere. Del suo lavoro racconta: «Xe un disco duro, de piera freda, ghe xe dentro tuti, i vivi e i morti. Xe un disco suto, de inverno sul Carso, de caminar soli pel bosco, de bever vin che macia i biceri in osmice svode. Xe canzoni spoiade, al più in zavate, co una flaida de gnente. Xe canzoni che no vol far contento nissun, le sta là per conto suo e se le te piasi te le scolti e se no: quela xe la porta.Va oltre la mia volontà, anzi la volontà qua no centra proprio gnente. Le canzoni de sto disco le grata sula porta de casa de note e co te va a verzer no xe nissun. Alora meto insieme la porta, ghe lasso la stua impizada, un piato de manestra, un toco de pan. Bisonia lassarle che le vadi e le veni come che le vol lore». Toni Bruna ha fatto una scommessa, un azzardo che si è rivelata vincente. Perché il triestino si è rivelato (all’ascoltatore non giuliano) esotico ed estremamente musicale. L’audacia di Toni Bruna si estende anche ai suoi live proposti in posti inusuali. Ecco allora i concerti in tram, nella galleria di un treno, nelle trombe delle scale, dietro al banco di un bar, in orari atipici, alla ricerca di un contatto diverso con la gente, più intimo e umano, al di là dell’intrattenimento. L’esperimento funziona e Toni Bruna, da solo o con la sua band, porta le sue formiche in giro non solo per Trieste ed in Italia ma anche all’estero: a Barcellona e negli Usa in California, a di San Francisco, a New York. Grazie ai concerti, ai numerosi passaggi in radio e al passaparola, Formigole varca qualsiasi confine linguistico e geografica Nel dicembre 2013, dopo due concerti sold out, nella Basilica di San Silvestro a Trieste, decide di smettere di suonare dal vivo. Nel 2018 ha composto la colonna sonora de La terra dell’abbastanza dei fratelli D’Innocenzo, Nastri d’argento 2018 e David di Donatello 2019. Nell’estate 2019, su invito di Luca Borsato di Shyrec, torna a suonare dal vivo con una serie di concerti in tutto il nord Italia che culminano con due esibizioni al festival “Il richiamo della foresta”, aprendo per Massimo Zamboni e Vasco Brondi. Il 21 dicembre 2019 pubblica un cortometraggio assieme al regista Massimo Mucchiut dal titolo Fogo Nero, che avrebbe dovuto anticipare di poco l’uscita del disco omonimo, ma che invece uscirà il 21 dicembre 2021. Milita in diverse band come autore, musicista e produttore, dal punk all’elettronica, con diversi pseudonimi, vive in campagna dove continua a fare il falegname e si dedica con risultati alterni a coltivare pomodori, cavoli, patate e dubbi. Super green pass e mascherina FFP2 obbligatori. Prevendita presso la biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.com Fotografia di Ivan Doglia
© 17 Marzo 2022