Personale di Ferdy Poloni a Muggia
Venerdì 8 ottobre 2021, alle ore 18.00, alla JulietRoom di Muggia (via Battisti 19/a), si inaugura la personale del pittore Ferdy Poloni. La mostra che vede il sostegno di Bar RadioGolden, Jungle Records, Trattoria Città di Venezia, Sommariva, Malafede Tatto, sarà introdotta da Kamal Ghadimi. Anche questa mostra cammina sulla falsariga della tematica orientale; saranno presentati, infatti, i lavori di varie dimensioni che rappresentano un punto di arrivo del lungo viaggio che l’artista ha iniziato molti anni fa, e che lo hanno portato attraverso sperimentazioni di materiali e di tecniche, a toccare i temi non solo di un “nuovo orientalismo”, ma anche quelli dell’ecologia, delle diversità culturali, e di una diffusa ostilità verso le politiche omologatrici della globalizzazione. In questo senso l’orientalismo (nel significato datogli dall’autore) abbandona qualsiasi rilevanza storica, e non si rifà a quella moda (in qualche modo romantica) successiva alla campagna in Egitto di Napoleone e a tutti i viaggi e le fantasie esotiche che sono poi seguite: da Delacroix a Matisse. L’autore abbandona il significato di semplice veduta rappresentativa, per appropriarsi dei simboli e dei colori che diventano icone di modernità per mezzo delle quali si concretizzano i riferimenti al mondo berbero, un mondo che l’autore vede ancora incontaminato, conservatore delle tradizioni, ricco di colori e di sapori; e che utilizza appunto come contrapposizione concettuale a quella realtà globalizzata e segnata da troppi fattori negativi (inquinamento e distruzione delle biodiversità) e che sono gli elementi principali della denuncia che egli vuole fare. Se volessimo osare potremmo anche arrivare ad affermare che lo slogan “System change not climate change” gli appartiene ben prima che Roger Allam, il fondatore di Extinction Rebellion, assurgesse agli onori della cronaca. Ferdy Poloni, nel cercare la nostra complicità, si fa carico di una focalizzazione sulle culture meno evolute dal punto di vista tecnologico, della loro problematica sopravvivenza nei confronti di un imperialismo culturale, che appiattisce le menti per produrre mercati omogenei, in cui (per il guadagno di poche compagnie) sia possibile far circolare gli stessi prodotti di consumo.
© 4 Ottobre 2021