La scienza più assurda, ma utile
Sapete come si misura l’area della pelle di un elefante? Probabilmente no. Due matematici indiani del Kerala Agricultural University invece si. Anzi, hanno dovuto impegnarsi non poco per riuscire a raggiungere l’agognata formula finale che, dati altezza alle spalle e circonferenza della zampa anteriore, dà come risultato la superficie totale dell’animale. Una scoperta inutile, diranno molti, ma non è affatto così: se vogliamo stimare il bisogno energetico quotidiani di questo animale (dato molto utile in India) dobbiamo basarci sulla sua produzione giornaliera di calore, un dato, questo, ottenibile, appunto, conoscendo l’area totale della sua pelle. Quello riportato è solo uno dei tanti esempi di scienza curiosa, strana, a volte ai limite dell’assurdo, che Luca Perri, con Angelo Adamo, riporta nel suo gradevolissimo libro La pazza scienza. Risultati serissimi di ricerche stravaganti, pubblicato da Sironi Editore. L’autore, dottorando in astrofisica e molto attivo nell’ambito della divulgazione scientifica, racconta, con uno stile molto coinvolgente, alcune tra le più strampalate ricerche scientifiche che, nel corso degli anni, hanno avuto il “merito” di conquistarsi un IgNobel. Questi premi vengono assegnati annualmente alle dieci ricerche, pubblicate su riviste scientifiche, “strane, divertenti, e perfino assurde”, quel tipo di lavori improbabili che “prima fanno ridere e poi danno da pensare”. Lo scopo è quindi quello di “premiare l’insolito, l’immaginifico, e stimolare l’interesse del pubblico generale alla scienza, alla medicina, e alla tecnologia”. Ed è così che, come riportato nel libro, viene assegnato un IgNobel allo studio di pianificazione del trasporti che ha usato delle muffe per determinare i percorsi migliori per i binari ferroviari e uno in scienze cognitive per aver scoperto che le muffe (sempre loro!) possono essere indispensabili per risolvere un rompicapo. Non da meno il premio alla ricerca nel settore della fisica che ha scientificamente spiegato come mai gli spaghetti crudi, se piegati, tendono a rompersi in più parti. Questi sono solo alcuni degli studi spiegati con precisione da Luca Perri che, oltre a raccontare la genesi delle ricerche, sottolinea sempre il loro aspetto pratico e le loro applicazioni spesso non prevedibili, ma estremamente utili. Come scrive Luca Attivissimo nella prefazione, le ricerche presentate nel libro “possono sembrare inutili e sciocche, ma hanno sempre il pregio di guardare il mondo con occhi nuovi, con un’angolazione originale”. Strani e strampalati, questi scienziati, dunque, ma incredibilmente innovativi.
© 12 Gennaio 2018