Dietro la stampa italiana “indipendente” che attacca il Presidente degli Stati Uniti
Analisi di Paolo G. Parovel
La libertà d’informazione è il diritto democratico fondamentale di difendere la verità contro le falsificazioni, non il contrario. Dovrebbe essere perciò evidente che la guerra disinformativa scatenata da media europei e statunitensi contro il nuovo presidente D. J. Trump (LINK) non ha niente a che fare con la stampa indipendente. È un attacco politico-strategico a due livelli, interno ed internazionale, che usa come arma la disinformazione di massa.
L’indipendenza di quei media è soltanto formale. In realtà sono quasi tutti al servizio diretto o indiretto di avversari della linea politica ed economica di Trump, oppure di avversari strategici globali o regionali degli USA. E queste due categorie di avversari stanno attaccando la credibilità della nuova Amministrazione per impedirle di eliminare le loro reti d’influenza e di rafforzare gli Stati Uniti dall’interno e sul piano internazionale.
Il caso della stampa italiana
In Europa il modello di studio migliore di quest’operazione è l’Italia, perché è il Paese che ha i livelli più elevati di corruzione, di condizionamento politico della stampa e di ambiguità verso gli USA e nelle relazioni internazionali. Quasi tutti i media italiani sono fortemente indebitati e dipendono da finanziamenti pubblici e prestiti bancari controllati dai politici, e la classe politica italiana è anche la più inaffidabile dell’intera Alleanza atlantica.
Verso gli Stati Uniti l’Italia ha infatti un atteggiamento ufficiale addirittura servile, ma nella politica interna diffonde e sfrutta da decenni pregiudizi antiamericani per accusare gli USA delle sue operazioni più imbarazzanti, dal terrorismo interno italiano alle interferenze destabilizzanti nelle aree deboli dei Balcani e nei conflitti del Medio Oriente.
Dopo l’incidente di Sigonella del 1985 e la fine della guerra fredda i vecchi partiti di potere italiani sono stati travolti da scandali di corruzione politica e le loro tre correnti principali – ex-comunisti, socialisti, democristiani di sinistra – hanno formato l’attuale PD, il “Partito Democratico” italiano che ha riabilitato i neofascisti, ha emarginato i liberal-democratici ed ha formato dieci governi (1995-2001, 2006-2008, 2011-2017) prendendo il controllo politico diretto o indiretto di buona parte dei media, in particolare del Gruppo Espresso.
Il PD utilizza questo apparato propagandistico e l’appoggio tattico della destra neofascista anche per sostenere le attività anomale della politica estera italiana nell’attuale Free Territory of Trieste e verso la Slovenia e la Croazia (LINK) le provocazioni contro l’Egitto (LINK), i tentativi di ingerenza in Libia (LINK) ed ora anche la guerra disinformativa contro la nuova Amministrazione degli Stati Uniti, e lo fa con toni sempre più violenti ed offensivi.
Poiché Trump si difende on line denunciando le disinformazioni, l’8 febbraio i giornali italiani del Gruppo Espresso lo hanno accusato addirittura di essere un dittatore che «vuole mettere a tacere la stampa indipendente» come facevano i regimi totalitari dell’Italia fascista, della Germania nazista e dell’URSS. Contemporaneamente il quotidiano “Il Foglio” (controllato da Sorgente Group) alzava il tono delle offese definendo Trump «un paranoico da operetta».
L’attacco stampa italiano viene dal Governo PD
Ma il problema sta altrove, perché nel sistema mediatico italiano, strettamente condizionato dalla politica, i giornali e le agenzie stampa principali non aggrediscono i Capi di Stato senza avere il consenso ufficioso del Governo.
L’ultimo governo italiano che aveva autorizzato attacchi stampa così violenti contro un Presidente degli Stati Uniti era stato quello fascista di Mussolini, in tempi di guerra e per scopi strategici e politici dichiarati.
Non sono invece dichiarati gli scopi strategici e politici per cui nel 2017 un governo italiano che si definisce democratico ed amico degli Stati Uniti scatena i suoi media “indipendenti” in una violentissima guerra disinformativa contro il Presidente appena insediato.
In ogni caso, quest’aggressione rimane l’anomalìa più rilevante nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Italia dal 1945 ad oggi, e conferma che il sistema politico italiano attuale è un partner politico e strategico internazionale assolutamente inaffidabile.
© 11 Febbraio 2017