Apple, la dittatura dell’UE ed il libero commercio attraverso il Free Territory & Free Port of Trieste
Analisi di Paolo G. Parovel
La recente disposizione della Commissione Europea che impone ad Apple di pagare oltre 13 miliardi di euro (14,5 miliardi di dollari) di tasse non versate per accordo fiscale, tax ruling, con l’Irlanda, incrina ulteriormente la coesione dell’UE ed avvantaggia gli Stati europei non-membri, come l’attuale Free Territory of Trieste.
Il tax ruling è una forma di accordo con cui uno Stato garantisce ad un’impresa un trattamento fiscale di favore in cambio di investimenti nel Paese, con vantaggio perciò reciproco e legittimo che consente di rilanciare l’economia di Paesi deboli.
Non è quindi elusione o evasione fiscale, non viola la libera concorrenza ma la realizza, ed i suoi rischi politico-economici ed ambientali possono e devono essere prevenuti all’interno del regime giuridico di ciascuno Stato e degli accordi tra Stato ed impresa.
È quindi l’UE che vietando il tax ruling impedisce la libera concorrenza, togliendo agli Stati membri più deboli uno strumento di libertà economica che è necessario per non soccombere ai più forti, come ha dimostrato la stessa Irlanda.
Il vero motivo del divieto è che l’UE è un’unione economica dominata dagli Stati più forti per mezzo di regolamenti interni che limitano sempre più le condizioni di sovranità, di libero commercio e di concorrenza, persino nelle produzioni agricole.
Questa dittatura politico-economica interna impedisce all’UE di sviluppare strategìe economiche globali serie, ed ha appena rifiutato con pretese irrealistiche l’adesione all’accordo di liberalizzazione commerciale con gli USA (TTIP) invece di negoziarlo razionalmente.
L’uscita del Regno Unito dall’UE, le scelte indipendenti dell’Ungheria e le insoddisfazioni crescenti di altri Paesi confermano che le vecchie retoriche europeiste non bastano a nascondere la necessità di liberalizzare gli accordi interni.
Intanto le grandi imprese devono rivolgersi ai Paesi non-membri dell’UE, come la Turchia, che ha promesso ad Apple condizioni fiscali migliori dell’Irlanda. Ma le possibilità più interessanti sono quelle del Free Territory of Trieste – F.T.T.
L’attuale Free Territory of Trieste è un piccolo Stato indipendente europeo dotato di Porto Franco internazionale e di sovranità monetaria e finanziaria senza debito pubblico, non ha contenziosi territoriali, politici o militari e non è membro dell’UE.
Poiché ha un regime di governo civile provvisorio sub-affidato alla responsabilità del Governo italiano su mandato internazionale (gli amministratori primari sono USA ed UK) il Free Territory può applicare i Trattati comunitari (art. 79 Trattato CECA, art. 198 Trattato Euratom, art. 229 TCE, art. 227 n. 4 TCEE, art. 355 n. 3 TFUE) ma non vi è obbligato.
Le imprese possono utilizzare questo status speciale del F.T.T. in due modi: per spostare la sede fiscale a Trieste senza sottostare all’UE né alle tasse italiane, e per produrre nel regime speciale del Porto Franco internazionale, che ha grandi spazi disponibili.
Il Governo italiano amministratore ha l’obbligo giuridico di consentire e favorire questi insediamenti a Trieste delle imprese di tutti gli Stati.
Per informazioni e consulenze contattare la International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste – I.P.R. F.T.T. (LINK).
© 13 Settembre 2016