Fermare il saccheggio del Free Territory & international Free Port of Trieste
Analisi di Paolo G. Parovel
Le strategìe di liberalizzazione dei commerci tra i Paesi europei e gli USA, e con il resto del mondo, stanno incrementando anche l’interesse alla piena riattivazione dei ruoli economici dell’attuale Free Territory of Trieste, del suo Porto Franco internazionale e delle sue libertà finanziarie.
Oltre al suo status giuridico speciale consolidato nel diritto internazionale ed alla posizione strategica per i traffici marittimi, Trieste offre infatti la possibilità investire in uno Stato europeo con facilitazioni fiscali che l’UE non può contestare.
L’ostacolo sta, come noto, nei comportamenti del Governo italiano che esercita ancora l’amministrazione fiduciaria speciale del Free Territory su mandato dei Governi statunitense e britannico per conto delle Nazioni Unite, ma ne abusa per paralizzare questa Singapore d’Europa simulando che sia invece una provincia marginale dello Stato italiano (LINK).
Questa paralisi economica artificiale del Free Territory of Trieste riduce in povertà i suoi cittadini, soffoca illegalmente le sue imprese con le enormi imposizioni fiscali italiane, e viola i diritti di tutti gli Stati sul suo Porto Franco internazionale, danneggiando per cifre incalcolabili l’economia euroatlantica e globale.
La simulazione della sovranità italiana
Poiché la simulazione della sovranità italiana sul Free Territory of Trieste non è sostenibile a livello internazionale, il Governo italiano la impone a livello locale per mezzo di una piccola oligarchia nazionalista che ottiene in cambio il potere politico e l’impunità giudiziaria per illegalità di ogni genere, e si arricchisce parassitando le risorse economiche residue del piccolo Stato indipendente europeo e dei suoi cittadini.
Ma il parassitismo impunito di questa piccola oligarchia illegale protetta ha finito per creare un deserto politico ed economico tale da attirare gli interessi di riciclaggio delle potenti mafie italiane, che hanno incominciato a sostituirla gradualmente con le proprie strutture di investimento, che si appoggiano alle corruzioni tipiche del sistema politico-istituzionale italiano e non producono sviluppo economico.
Questa forma di colonizzazione politico-mafiosa fondata sulle corruzioni ha paralizzato per lungo tempo le possibiità di difesa dei cittadini, sinché sono sono consolidate dal 2013 nelle azioni legali e nelle proteste fiscali del Movimento Trieste Libera – MTL, che è riuscito a mettere in difficoltà il Governo italiano e ad ottenere attenzioni internazionali crescenti.
Il dovere del Governo italiano è quindi ripristinare l’amministrazione fiduciaria corretta, per garantire lo sviluppo del Free Territory e del Porto Franco nell’interesse economico della popolazione amministrata e della Comunità internazionale, condiviso anche dalle imprese italiane che hanno necessità estrema di agevolazioni fiscali e libertà di commercio.
La strategìa del saccheggio
Il Governo italiano ha tentato invece di reprimere politicamente le proteste per mezzo dei suoi organi di amministrazione e di stampa locali, e sul piano economico ha avviato una specie di saccheggio finale delle risorse del Free Territory che interessano l’economia internazionale.
La Voce di Trieste ha già esaminato e denunciato sistematicamente tutti gli aspetti di queste violazioni del mandato internazionale. Le nostre analisi hanno diffusione molto ampia e qualificata, ed alcune di esse sono state rilanciate anche dai social media del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mentre tutti i mass media italiani hanno favorito il saccheggio con disinformazioni e silenzi.
Ma gli effetti del saccheggio sono visibili a chiunque, per contrasto evidente sia con lo status giuridico internazionale di Trieste, sia con il suo fascino estetico e storico di capitale marittima degli Absburgo, del suo porto, del suo golfo e del Carso.
Oggi le strade di Trieste sono ridotte a cimiteri di negozi, le sue imprese chiudono una dopo l’altra, la disoccupazione senza speranza dei giovani e delle persone di mezz’età cresce in continuazione, ed i soli redditi abbastanza sicuri sono quelli da impieghi pubblici, e quelli da pensioni che sono per buona parte inferiori a 500 euro.
Su 240 mila abitanti del Free Territory, le persone in difficoltà economiche da iniziali a gravissime sono già 80-100 mila. Questi sono i risultati diretti dell’imposizione illegale delle tasse eccessive dello Stato italiano, che ne restituisce appena il 10% in servizi iperburocratizzati e poco efficienti.
Al saccheggio fiscale si aggiunge quello dei beni pubblici: il Governo italiano amministratore tenta di eliminare intere aree del Porto Franco internazionale, di trasferirne illegalmente il regime giuridico a porti ed interporti dello Stato italiano, sta eliminando l’Ente per la zona industriale del porto (EZIT) e svende altri beni pubblici del Free Territory con operazioni sulle quali vi sono già indagini per corruzione.
Gli analisti qualificati concordano nel ritenere che questo saccheggio accelerato dei beni e dei diritti del Free Territory e del suo Porto Franco abbia lo scopo di ridurli a gusci vuoti prima che la Comunità internazionale costringa il Governo italiano a rispettare gli obblighi dell’amministrazione fiduciaria, o lo sostituisca con un altro Amministratore.
L’intervento della I.P.R. F.T.T.
Per incominciare a fermare il saccheggio si è mossa ora con forza la International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste – I.P.R. F.T.T., costituita dal 16 settembre 2015 su iniziativa del Movimento Trieste Libera – MTL (LINK).
La I.P.R. F.T.T. non è un’organizzazione politica, ma un ufficio di rappresentanza economica e politico-diplomatica che agisce su delega di cittadini ed imprese del Free Territory e di altri Stati (LINK). Le deleghe che rappresenta sono già oltre 20 mila. e tutti i suoi documenti sono in lingua inglese ed italiana.
Nei primi 11 mesi di attività la I.P.R. F.T.T. ha sviluppato le analisi storico-giuridiche della materia ed ha avviato le attività politico-diplomatiche di accreditamento e di informazione a livello internazionale.
Dal mese di giugno 2016 la I.P.R. F.T.T. ha bloccato con ricorsi sia l’urbanizzazione illegale del Porto Franco Nord di Trieste organizzata da politici e speculatori italiani (LINK) sia il tentativo della magistratura italiana locale di archiviare senza indagini le denunce penali nei loro confronti.
Lo scandalo della falsificazione dei Trattati
A fine luglio 2016 la I.P.R. F.T.T. ha consolidato in un’expertise di 40 pagine, in italiano ed inglese, le analisi sulla simulazione della sovranità italiana su Trieste, dimostrando che sono state costruite da organi dell’amministrazione italiana falsificando scandalosamente gli strumenti del diritto internazionale, dello stesso diritto italiano, e persino atti e dichiarazioni dei governi statunitense e britannico (LINK).
Sulla base dell’expertise, il 22 agosto 2016 la I.P.R. F.T.T. ha chiesto ufficialmente al Governo italiano ed al Presidente della Repubblica Italiana verifiche urgenti della conduzione dell’amministrazione civile provvisoria dell’attuale Free Territory of Trieste.
Di tale richiesta sono stati informati sia gli amministratori primari, che sono i Governi degli Stati Uniti e del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, sia le Nazioni Unite quali garanti internazionali del Free Territory of Trieste.
Nel frattempo la I.P.R. F.T.T. ha iniziato anche a notificare direttamente agli organi locali dell’amministrazione provvisoria italiana a Trieste l’invito a prendere atto che le tesi con cui viene simulata la sovranità italiana sul Free Territory sono false, ed a sospendere tutti i provvedimenti che hanno emanato accreditando erroneamente quelle tesi.
I funzionari che continuassero negli abusi ne avranno perciò la responsabilità penale e civile personale, anche per il risarcimento dei danni. Le amministrazioni locali destinatarie delle notifiche sono il Commissario del Governo e Prefetto, tutti gli organi giudiziari, le agenzie fiscali e previdenziali, i Comuni, la Provincia, la Regione, l’EZIT in liquidazione, l’Autorità Portuale, ed altre (LINK).
Il 2 settembre 2016 la I.P.R. F.T.T. ha reso note queste azioni in conferenza stampa a Trieste, annunciando che l’expertise e le comunicazioni alle autorità locali vengono pubblicati in italiano ed in inglesenella sezione Documenti del suo sito internet , anche per servire come strumenti legali di difesa dei cittadini e delle imprese.
Nelle loro difese legali in materia fiscale, giudiziaria e amministrativa i cittadini e le imprese potranno infatti riferirsi direttamente alle pertinenti comunicazioni ufficiali notificate dall’I.P.R. F.T.T. alle autorità amministrative italiane.
Il testo dell’expertise, o sue parti, potranno essere invece utilizzati soltanto con l’autorizzazione della I.P.R. F.T.T., che è in grado di fornire tutte le informazioni e consulenze necessarie.
La necessità internazionale di fermare il saccheggio
Il Governo italiano ha tentato di bloccare la notizia dello scandalo delle falsificazioni giuridiche sui mass media che ricevono i suoi “aiuti” finanziari. Ma i documenti della I.P.R. F.T.T. avevano già raggiunto i centri d’analisi interessati e siti internet con centinaia di migliaia di contatti.
E questo significa che la necessità di fermare il saccheggio italiano del Free Territory of Trieste e del suo Porto Franco internazionale per difendere il libero commercio internazionale diventa sempre più evidente anche agli analisti economici, finanziari e delle grandi imprese.
© 5 Settembre 2016