Il premier italiano Renzi e la truffa sul Porto Franco internazionale di Trieste
Analisi di Paolo G. Parovel
Il 24 maggio il discusso premier italiano e segretario del “partito democratico” (PD) Matteo Renzi ha annunciato che il 29 verrà a Trieste a sostenere nelle elezioni amministrative il suo partito firmando, come capo del Governo, un accordo «per la ristrutturazione del porto vecchio» con Debora Serracchiani, vicesegretaria nazionale del PD, e Roberto Cosolini, sindaco uscente ricandidato. Ma l’operazione sul porto è una truffa internazionale (LINK).
Il cosiddetto “porto vecchio” non è infatti tale, e non appartiene all’Italia. È il Porto Franco Nord, settore attrezzato di 70 ettari del Porto Franco internazionale del Free Territory of Trieste, piccolo Stato sovrano europeo tuttora affidato per conto delle Nazioni Unite all’amministrazione civile provvisoria del Governo italiano.
Il Consiglio di Sicurezza ha appena riconfermato con il rapporto S/2015/809 sui sistemi di protezione internazionale anche questo status del Free Territory (LINK), e con esso i diritti generali e speciali di tutti gli Stati del mondo sul suo Porto Franco internazionale entro aree vincolate a tale uso, come il Porto Franco Nord, che il Governo amministratore provvisorio italiano non ha il potere di modificare.
Quello che Renzi definisce “ristrutturazione” è invece il tentativo illegale di eliminare il Porto Franco Nord per consegnarlo a speculazioni immobiliari miliardarie e per dirottare i traffici del Sud-Est Europa dal Porto Franco di Trieste (e dagli altri porti dell’Adriatico nordorientale: Koper e Rijeka) su cinque porti dell’Italia meridionale: Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Brindisi. I vantaggi per gli affari delle grandi mafie italiane sono evidenti (LINK).
Con quest’operazione l’Italia violerebbe contemporaneamente il diritto internazionale, il mandato di amministrazione del Free Territory of Trieste ed i diritti di tutti gli altri Stati, e paralizzerebbe il ruolo strategico del Free Territory e del suo Porto Franco nella stabilizzazione economica del Sud-Est Europa, ed in particolare dell’ex Jugoslavia (LINK).
L’operazione illegale è iniziata negli anni ’90 assieme alle attività di destabilizzazione italiane nel settore ex-jugoslavo (note agli analisti ma non al pubblico), e chi tenta ora di imporla è l’anomalo governo Renzi che favorisce la destabilizzazione economica e sociale dell’Italia ed interferisce pericolosamente nell’area di crisi mediorientale (LINK).
Ai tempi in cui le alleanze e le economie dell’Occidente erano consolidate dalla guerra fredda, le corruzioni e le infedeltà dei politici italiani venivano tollerate nei limiti in cui non costituivano un rischio strategico. Ma la deregolazione successiva le ha lasciate crescere ben oltre quei limiti, e la truffa sul Porto franco internazionale del Free Territory of Trieste, a danno di tutti gli altri Stati, ne è prova evidente (LINK).
© 26 Maggio 2016