Il PD di Renzi a Trieste: truffa elettorale da miliardi di euro sul Porto Franco
Analisi di Paolo G. Parovel
Tutti sanno che nel corrotto sistema politico italiano le campagne elettorali sono fondate più che altrove sulla compravendita di voti in cambio di benefici e sullo spaccio spudorato di ogni genere di promesse.
Ma nessuno immaginava che un partito italiano potesse organizzare una truffa internazionale da miliardi di euro sotto interrogativi antimafia, e trasformarla anche in truffa elettorale chiedendo ai cittadini di votarlo per consentirgli di portarla a compimento.
Accade invece a Trieste per le elezioni amministrative del giugno 2016, ed il partito è il PD (Partito Democratico) con suoi noti gerarchi nazionali e locali: Debora Serracchiani, braccio destro del premier Renzi, il deputato Ettore Rosato, capogruppo alla Camera, il senatore Francesco Russo ed il sindaco ricandidato Roberto Cosolini.
La truffa internazionale
La truffa da miliardi di euro è il tentativo di eliminare illegalmente, e con norme italiane anticostituzionali, l’intero settore operativo Nord del Porto Franco internazionale del Free Territory of Trieste, piccolo Stato sovrano affidato all’amministrazione civile provvisoria del Governo italiano (e non dello Stato italiano).
La truffa è internazionale perché l’area è vincolata a diritti d’uso per tutti gli Stati in base a trattati internazionali vigenti, che obbligano anche il Governo italiano quale amministratore del Free Territory of Trieste, e lo Stato italiano in base alla sua stessa Costituzione.
La truffa vale miliardi di euro ed è sotto interrogativi antimafia perché consentirebbe sia colossali speculazioni edilizie e immobiliari entro l’area portuale e facendo crollare il mercato immobiliare a Trieste, sia il dirottamento permanente di traffici su porti particolari dell’Italia meridionale: Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Brindisi.
Ma il motore della truffa internazionale non è nel PD o in un altri partiti. È nel tessuto nazionale e locale del sistema di corruzione italiano, che intreccia interessi legali e illegali condizionando le istituzioni, i partiti, la stampa, e si appoggia a chiunque governi.
Questo è anche il motivo per cui lo scandalo di questa truffa colossale è rimasto sinora coperto dalla complicità attiva o passiva di tutti i partiti italiani (inclusi i legalitari di M5S), dei media (inclusi quelli d’inchiesta: Il Fatto Quotidiano, Report, ecc.) e della magistratura italiana, che insabbia le denunce e non interviene.
Le sole opposizioni sono infatti venute sinora dal nostro giornale d’inchiesta La Voce di Trieste, dal Movimento Trieste Libera – Free Trieste Movement e dagli ambientalisti collegati, ed ora vi si stanno aggiungendo iniziative diplomatiche della I.P.R. F.T.T. – International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste.
Le responsabilità del PD
Dal 2013 a Trieste le amministrazioni locali e la stampa quotidiana (Il Piccolo, del gruppo Espresso) sono monopolizzate dal PD, che ha usato il suo potere locale e nazionale per accelerare impunemente l’esecuzione della truffa sul Porto Franco con violenza politica, disinformativa e diffamatoria senza precedenti, applaudita da tutta una corte di aspiranti consulenti ed appaltatori.
Il PD ha infatti diffamato e sostituito la presidente dell’Autorità Portuale che difendeva il Porto Franco, Marina Monassi, ha sabotato illegalmente le sue gare di concessione, ha ingannato il Parlamento italiano facendogli approvare tre norme-truffa anticostituzionali e fuori giurisdizione, ha costretto il Commissario del Governo per Trieste ad applicarle con un proprio decreto illegittimo, e si sottrae agli interrogativi antimafia.
Il tutto mentre la magistratura italiana archivia senza indagini le nostre documentatissime denunce penali contro i gerarchi del PD, e manda invece avanti la decina di querele temerarie che ci ha sparato contro per farci tacere il sindaco Cosolini, assistito dal legale che ha messo alla presidenza della multiutility del Comune.
La truffa elettorale
In realtà i gerarchi del PD e del Governo Renzi responsabili dell’operazione sanno benissimo che stanno tentando una truffa gigantesca con complicità illegali scandalose, e che le nostre denunce possono bloccarla anche a livello internazionale.
Ma invece di ritirarsi tentano di forzarla per imporre il fatto compiuto, facendosi rieleggere a giugno con propagande ingannevoli sempre più spudorate per far credere agli elettori che si tratti di un’operazione legittima che risolleverebbe Trieste dal declino. Mentre sarebbe la sua rovina definitiva.
Con l’avvicinarsi del giorno delle elezioni queste propagande del PD hanno superato il limite del grottesco con pagine quotidiane su promesse di trenini storici, musei, piste ciclabili, di altre amenità e di un futuro finanziamento di 50 milioni di euro magnificato come una certezza risolutiva immediata.
La verità è che, al contrario di quanto fanno credere i gerarchi del PD ed il loro quotidiano, la loro operazione illegale sul Porto Franco non è affatto conclusa e può venire bloccata e annullata per più di un motivo giuridico in qualsiasi momento, anche dopo le elezioni e persino ad eventuali lavori iniziati, facendo emergere anche tutte le responsabilità civili e penali dei personaggi di potere coinvolti.
Personaggi che tentano perciò disgustosamente il tutto per tutto, alla disperata, raccontando qualsiasi fandonia e sfuggendo il dibattito pubblico con noi, perché sanno che se perdono il potere perderanno anche l’immunità scandalosa che si sono sinora garantiti secondo malcostume tipico del sistema politico italiano.
Cittadini e giornalisti da liberare
È ormai evidente che per poter realizzare i diritti speciali del Porto Franco internazionale è necessario liberare prima possibile il Free Territory of Trieste da tutta la classe politica italiana inetta, corrotta e parassita. Ma è altrettanto evidente che deve liberarsene anche la Repubblica Italiana per poter garantire i diritti elementari dei suoi stessi cittadini.
Ma ora vedremo anche se in Italia ci sono ancora colleghi giornalisti abbastanza liberi da poter indagare e scrivere su quello che noi non abbiamo paura di denunciare apertamente. I fatti ci sono, la truffa vale miliardi ed i responsabili sono personaggi pubblici che stanno rubando beni e diritti internazionali con operazioni sotto interrogativi antimafia. Che motivi legittimi può avere dunque il silenzio della stampa italiana?
Altre analisi della Voce sull’argomento:
https://www.lavoceditrieste.net/2016/02/01/esplode-lo-scandalo-italiano-sul-porto-franco-di-trieste/
https://www.lavoceditrieste.net/2015/10/31/roma-vuole-eliminare-la-singapore-deuropa/
© 4 Maggio 2016