La storia di Giovanni Raicevich, l’uomo più forte del mondo
Forte si, ma troppo piccolo e leggero per avere successo nella lotta greco-romana. É così che Emilio Ruggero e Massimo Roberto giudicano il loro fratello più giovane, Giovanni Raicevich, che a 16 anni è alto 1.72 cm e pesa 74 chili. “Una stazza non proprio da lottatore” si dice, ma ben presto tutti quanti cambieranno idea e non potranno che rimanere estasiati dalla forza, dalla potenza e dalla agilità di questo triestino. Una storia a cui Dino Cafagna, specialista in medicina dello sport e attento studioso della storia locale, dedica la sua nuova opera, L’uomo più forte del mondo. La leggenda di Giovanni Raicevich da Trieste per Luglio Editore. Il libro, disponibile nelle librerie e nel nuovo punto vendita della casa editrice presso la Galleria Rossoni in corso Italia, ripercorre tutta l’entusiasmante e originale vita di questo triestino nato il 10 giugno 1881, destinato a diventare famoso in tutto il mondo per poi essere dimenticato da molti, anche, come spesso succede, dalla sua stessa città. Con uno stile molto accattivante, Cafagna riesce a far rivivere con grande maestria l’epopea di Raicevich: dalle prime baruffe in strada e a scuola alla decisione dei genitori di iscrivere “Giovannino” a una palestra, così che la sua esuberanza possa essere indirizzata verso lo sport. E mai decisione fu più felice: ben presto, infatti, arrivano i risultati che certificano la sua straordinaria forza e l’incredibile robustezza del suo collo, un vero e proprio segno distintivo che lo renderà celebre per la sua “difesa a ponte”. La sua tecnica gli permetterà presto di scalare il successo: nel 1902 arriva il titolo di campione italiano di lotta greco-romana a cui seguirà, tre ani più tardi, il titolo europeo. Oggi si parla di questa disciplina solo in occasione delle Olimpiadi e probabilmente molti non hanno mai visto un combattimento, ma all’inizio del XXI secolo la lotta greco-romana era uno degli sport più seguiti e le vittorie di Giovanni Raicevich fanno il giro del mondo. Un mondo che lo celebra degnamente nel 1907 dopo che a Parigi il lottatore triestino sconfigge in finale il fortissimo avversario francese e può così salire sul gradino più alto del campionato mondiale. Il titolo mondiale verrà confermato poi nel 1909, ma non è solo nella lotta che Raicevich si distingue: il suo nome figura infatti anche tra i primati di sollevamento pesi nella posizione di corpo supino “in ponte”, proprio grazie a quello collo così forte e robusto che ha irrobustito fin a giovane scendendo le scale di casa “portando sulla testa in equilibrio un sacco di riso da un quintale”. Ma la storia di Raicevich non è solo costellata dai successi sportivi: Cafagna infatti ripercorre la sua vita raccontando della fuga in Italia per non fare il militare con l’Austria, della sua partecipazione come volontario nella Prima Guerra Mondiale e del suo ritorno nella città Natale, Trieste, nel 1926, accolto come un vero e proprio eroe. Molto curiose sono le pagine che l’autore dedica alla sua fama di “dongiovanni”, alla sua passione per i motori e alla sua carriera cinematografica che lo vide protagonista di sette film e produttore-attore di altri due. Giovanni Raicevich muore il 1° novembre 1957 a Roma destinato ad essere dimenticato da molti, ma per fortuna non da tutti. Non sicuramente da Dino Cafagna che con L’uomo più forte del mondo. La leggenda di Giovanni Raicevich da Trieste rende onore alla memoria di una grande atleta triestino famoso in tutto il mondo e degno di essere ricordato.
© 11 Febbraio 2016