La Voce di Trieste

“Il lago dei cigni” al Teatro Verdi

Il lago dei cigni, un classico del balletto sarà proposto dal 7 al 13 maggio, a 16 anni di distanza dall’ultima rappresentazione, al Teatro Lirico “Giuseppe Verdi di Trieste” e andrà in scena con la compagnia di Danza stabile del Teatro Nazionale Sloveno di Lubiana – SNG Opera in Balet Ljubljana.  Balletto della “duplicità” come amava definirlo il critico Mario Pasi, Il Lago dei cigni ha avuto una storia molto particolare: è stato il primo balletto composto da P.I.Ciaikovsky ed è stato l’ultimo balletto a trovare un posto stabile nel repertorio. La gloria di questo romantico capolavoro assoluto della danza è postuma. La sua gestazione durata trent’anni dal 1868 al 1895, ha visto infatti numerose riletture dopo il fiasco solenne alla “prima” e qualche mediocre allestimento successivo. Infatti la “prima a Mosca” nel 1877, aveva una coreografia modesta (Rejzinger) e una  modesta interpretazione (Polina Karpakova) e rischiò di far sprofondare la magica partitura di Caikovsky nell’oblio che avrebbe impedito a Petipa e Ivanov di sottarla a quella fine. Il primo, Marius Petipa, recuperò Il lago dei cigni nel 1895 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, due anni dopo la morte di Ciaikovsky.  Il gioco del doppio, la lotta tra bene e male, sul quale si poggia tutta l’ambigua  e seducente atmosfera del Lago dei cigni con Petipa si andava a rispecchiare in ogni sua componente.  La versione completa del balletto (in 3 atti e 4 scene) ottenne finalmente il successo tanto agognato. Coreografi furono il russo Lev Ivanov per gli atti bianchi (per il II e IV atto) e il francese Marius  Petipa appunto  (per il I e III) che inoltre modificò il libretto e alcune scene.  Inoltre, inserì nella partitura originale alcuni brani pianistici di Chaikovsky diretti da Riccardo Drigo che vi aggiunse una propria composizione (il “gran pas de deux“) ed effettuò dei tagli e delle trasposizioni significative. L’etoilés di quello spettacolo fu la ballerina milanese Pierina Legnani che introdusse nel ruolo del cigno nero (Odile) i 32 fouettées; l’interprete maschile fu il cinquantaduenne Pavel Gerdt nel ruolo di Siegfried mentre il ruolo di Rothbart fu interpretato da Alexei Bulgakov. Da quel momento in poi il “Lago” entrò a far parte del repertorio pietroburghese prima e moscovita dopo, conquistando il favore del pubblico e divenendo un classico del teatro di danza. Da allora ogni coreografo ha sentito la necessità di aggiungere o togliere, o comunque cambiare qualcosa, tuttavia Il lago dei cigni  è il balletto che più di ogni altro accoglie l’istanza romantica del contrasto tra realtà e sogno o desiderio. Due atti di commedia o di festa e due di evasione fantastica. Tutto è doppio in questa storia dai significati sovente ambigui: la protagonista femminile ha un volto angelico e uno diabolico è Odette principessa – cigno di purissimo lignaggio romantico ed è Odile come risvolto ingannevole dell’ideale sognato; il principe Sigfrido trova automaticamente in Rothbart, carceriere dei cigni e inventore di Odile (il cigno nero), il suo doppio e il suo antagonista. Il contrasto tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. La logica vuole che Sigfrido perda la sua battaglia: nel mondo c’è il cigno nero, quello bianco è pura illusione. Lo spettacolo del Balletto di Lubiana che va in scena al “Verdi di Trieste” dal 7 al 13 maggio porta  la firma della coreografa Lynn Charles con le scene di Vadim Fiskin e Miran Mohar,  i costumi di Uroš Belantič e il disegno luci di A.J. Weissvard. Nel ruolo di Odette e Odile  saranno impegnate le due prime ballerine Rita Pollacchi e Tjaša Kmetec, Il principe Siegfried sarà in alternanza interpretato da Kenta Yamamoto e da Petar Dorčevski; Rothbart sarà Lukas Zuschlag e Yuki Seki e nel ruolo della regina Regina Križaj e Olga Andreeva. Sul palco i solisti e il Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Lubiana. La compagnia  ebbe il suo debutto  novanta anni fa, nella stagione 1918-1919. All’inizio di quella stagione teatrale infatti  risale la prima rappresentazione di opere e operette con la partecipazione dello Slovenian Ballet Ensemble mentre alla primavera 1919 risale  la prima rappresentazione di uno spettacolo di balletto vero e proprio: Il rapimento di Evelyne. Da  allora un vasto repetorio di balletto classico e moderno è stato rappresentato sotto la direzione di coreografi sia sloveni che di altre nazionalità. Oggi, lo Slovenian Musical Theatre e lo Slovenian National Theatre Opera and Ballet Ljubljana sono attivi su un vastissimo repertorio da (Faust, Aida, The Love for Three Oranges, Don Quixote, Prince Igor, etc.).  Una delle più memorabili performace è la prima mondiale  della The Rhine Nymphs di Jaques Offenbach. Dirige L’Orchestra della Fondazione Teatro verdi di Trieste il M° Živa Ploj Peršuh.

© 21 Aprile 2015

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