Mostra di Matjaž Geder
Sabato 11 aprile 2015, alle ore 18.00, nello spazio espositivo del mini mu (a Trieste, all’interno del comprensorio del parco di san Giovanni, via E.Weiss n. 15) si terrà l’apertura della mostra di Matjaž Geder, presentata da Robert Inhof, direttore della Galerija Murska Sobota. Quale idea ci siamo fatti di un’enciclopedia? Pensiamo sia solo una raccolta ordinata delle conoscenze o è anche un insieme di illustrazioni che schematizzano queste conoscenze? Se andiamo con la mente all’immane lavoro dell’Enciclopedia storica (quella degli illuministi, quella alla quale si dedicarono Diderot e d’Alembert), allora comprendiamo che le immagini sono parte integrante del sapere: talvolta le parole impiegate per descrivere non chiariscono veramente e un’illustrazione è talvolta più comprensibile di mille parole. Ecco, i lavori qui esposti, da Matjaž Geder fanno pensare proprio a questa possibilità, ovvero che la parola possa essere succedanea all’immagine. Per dirla in altro modo: tale è la varietà della composizione delle figure impiegate che viene da pensare a una grammatica visiva che si compone sulla base di regole in perenne sviluppo. La varietà della lingua parlata diviene in questo caso la varietà dell’immagine proposta. Varietà nella ripetizione, così come sappiamo che si ripetono gli articoli, i nomi e i verbi. Si tratta di una miscellanea di immagini comprensibili (diciamo pure riconoscibili): talvolta sono graficizzate come dei timbri o delle sigle, talaltra assumono una diversa veste colorata: si tratta della varianza ovvero delle infinite e mutevoli possibilità offerte dalla materia pittorica. Quindi, non di pittura piatta e caratterizzata dal primo piano esasperato, dalla perdita del dettaglio e dell’aneddoto, bisogna parlare, bensì di una proposizione che si fa stratificazione di variegati cut up, di inserimenti incongrui, di eccitazioni paradossali. L’autore ragiona nei termini di un raptus ironico che conduce a una meta-stabilità ovvero a una multiformità di soggetti e immagini. In questo mondo, a tratti fumettistico a tratti illustrativo, non c’è traccia di vera carne, poiché le figure spesso scompaiono nella fluidità dello sfondo, irreali, in modo da isolare il soggetto dalla superficie che lo contiene. Perdita del centro viene da dire per troppa disponibilità a incorporare una varietà spregiudicata di merce. Questi soggetti nascono lentamente da una particolare visione interiore: l’immaginazione trasferisce oggetti e situazioni da realtà e ambienti a essi congeniali ad altri surreali; corrispondenze a-logiche di vari ambienti e spazi, tanto che le naturali o convenzionali associazioni vengono trasfigurate, estrapolate dal loro piatto universo. È un ordine inaspettato, insperato, a sorpresa dove tutto è possibile, dove tutto è passibile di trasfigurazione o di naturale contrapposizione, pur facendo parte in misura eguale della mente e dell’operatività dell’artista, proprio perché ognuno è ricco di innumerevoli significati intrinseci, che trovano realizzazione in alterità diverse. La serata, realizzata sotto l’egida della Provincia di Trieste, è stata organizzata dall’Associazione Juliet con la collaborazione di Elisabetta Bacci. Il rinfresco sarà offerto da Azienda Agricola Sandi Škerk. La mostra proseguirà fino al 15 maggio, con orario di visita il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16.00 alle 18.00. Per maggiori informazioni: tel. 393.9706657.
© 31 Marzo 2015