“Jesus Christ Superstar”, un musical senza tempo
Un classico intramontabile in grado di coinvolgere il pubblico come pochi altri musical: questo è Jesus Christ Superstar, l’opera di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice andata in scena al Teatro Rossetti mercoledì 21 gennaio e in replica fino a domenica 25. Uno spettacolo in grado di ripercorrere gli ultimi giorni di Gesù Cristo attraverso canzoni originali e testi estremamente curati che forniscono allo spettatore un punto di vista alternativo a quello canonico. Un successo immediato fin dal suo esordio a Broadway nel 1971 e consacrato dalla trasposizione cinematografica del 1973 firmata dal regista Norman Jewison. Ed è proprio questa versione che la maggior parte degli spettatori presenti in teatro aveva in mente: come dimenticare, infatti, Carl Anderson nel ruolo di Giuda Iscariota, la sua voce inconfondibile nell’iniziale Heaven On Their Minds, un brano che da solo merita il costo del biglietto. Non deve essere stato facile per Feysal Bonciani, il Giuda dello spettacolo teatrale, interpretare un tale personaggio con alle spalle un esempio di così grande levatura, ma il giovane attore (classe 1990) è riuscito a superare la prova a pieni voti. La voce, forse, non è la stessa di Anderson, manca probabilmente un po’ di potenza, ma Bonciani riesce comunque a trasmettere tutta l’energia del suo ruolo, sia nella prima parte dello spettacolo che nella seconda, quando il suo tradimento lo porterà all’estremo gesto. Notevole anche la prova di Ted Neeley, il Gesù Cristo “originale” del film: rivederlo sul palcoscenico è una gioia per tutti gli amanti del musical e la sua interpretazione raggiunge i massimi livelli nei brani solisti, come la struggente Gethsemane/I Only Want To Say, al termine del quale Neeley ha raccolto una vera e propria ovazione da parte del pubblico in sala. Grande prova anche per Maria Maddalena: nella pellicola del 1973 il ruolo era stato affidato alla superba Yvonne Elliman, mentre nello spettacolo in scena al Rossetti è l’ottima Simona Distefano, in grado di emozionare i presenti con i due brani Everything’s Alright e I Don’t Know How To Love Him.
Testi importanti
Ad aumentare il coinvolgimento di un musical unico nel suo genere ci ha pensato l’orchestra dal vivo che, grazie anche a un’ottima sezione archi e fiati, è stata in grado di eseguire le musiche in maniera egregia e con forte impatto. Tra i momenti più significativi da segnale la scena del Tempio dominata dalle fiamme e dalla furia di Gesù, l’incontro e il processo di fronte a Pilato, interpretato dal bravo Emiliano Geppetti, e, ovviamente, il toccante ed emozionante finale, con la crocifissione di Gesù Cristo. Molto interessante l’esecuzione della canzone forse più famosa del musical, Superstar, che ha visto Bonciani/Giuda e Neeley/Gesù entrare in scena dal foyer seguiti da una telecamera che trasmetteva le immagini sul grande schermo alle spalle del palcoscenico. Proprio l’uso di questo schermo è stato uno dei pochi difetti della rappresentazione di mercoledì 21: alcuni problemi tecnici hanno creato fastidiosi flash verdi durante lo spettacolo e una striscia di pixel ha impedito di leggere le scritte per un certo periodo. Molto discutibile, infine, la scelta di non tradurre interamente le canzoni mediante sopratitoli: brani come Heaven On Their Minds, Gethsemane/I Only Want To Say e I Don’t Know How To Love Him, solo per citarne alcuni, hanno testi estremamente importanti per lo spettacolo ed è fondamentale conoscerli per comprendere e apprezzare appieno la genialità degli autori. É probabile che la maggioranza dei presenti ne conoscesse il contenuto, ma è altrettanto probabile i molti giovani spettatori presenti non ne abbiamo potuto cogliere la profondità, perdendo così una buona percentuale della bellezza e unicità dello spettacolo.
© 22 Gennaio 2015