Il PD e lo scandalo del Porto di Trieste
Vale un miliardo e mezzo di euro, ma è lo scandalo da avvoltoi meglio coperto dell’intero sistema di corruzione italiano, perché oltre ai suoi strumenti di politica mafiosa ordinari utilizza anche le coperture politiche e giudiziarie di una frode di Stato unica al mondo, che viola i diritti commerciali e marittimi di tutta la Comunità internazionale.
La frode consiste nella simulazione della sovranità dello Stato italiano sul Territorio Libero e Porto Franco internazionale di Trieste, che sono stati affidati provvisoriamente al Governo italiano in amministrazione fiduciaria speciale sotto la tutela diretta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il miliardo e mezzo di euro è invece il valore delle aree funzionali vincolate che una consociazione trasversale di politici, guidata ora dall’ingordo PD della vicesegretaria nazionale Serracchiani, tenta da anni di sottrarre illegalmente al Porto Franco per venderle ad investimenti privati che ormai nella crisi economica locale e generale potrebbero attirare solo capitali di riciclaggio.
Gli interrogativi antimafia infatti non mancano, e coinvolgono direttamente esponenti, protetti ed alleati del PD locale e nazionale, che pure li aggrava rifiutando qualsiasi chiarimento. Così come non dice, il PD, se e quanto le sue conquiste elettorali del Comune di Trieste, della Provincia e della Regione siano state finanziate da costruttori che ora si preoccupa di accontentare.
A Trieste ci si lamentava in passato, e con ragione, degli abusi e delle impunità intollerabili dei politici italiani di centrodestra. Ma il centrosinistra del PD si è rivelato ancor peggiore per arroganza, bugiarderìa, avidità e prepotenza di regime. E dovevamo aspettarcelo, dato che è soltanto un miscuglio scadente e senza identità di ex craxiani, ex democristiani ed ex comunisti che si fa ancora eleggere illudendo gli elettori di sinistra.
Abbiamo già scritto molto sui dettagli e sulle prove degli imbrogli del PD, e dei fuorusciti di centrodestra suoi alleati, per forzare speculazioni illecite nel Porto Franco Nord di Trieste, e sugli interrogativi antimafia. Ed abbiamo pure altri documenti sui modi in cui l’ex sindaco Dipiazza e l’ex presidente PD dell’Autorità Portuale di Trieste favorirono quattro anni fa la concessione dell’area all’Enrico Maltauro poi arrestato per tangenti a Milano.
Ma l’aspetto più inquietante dello scandalo non è che la politica italiana si esibisca in questo genere di affari anche a Trieste. È il fatto che la magistratura italiana locale e nazionale sembri insabbiare dal 2011 tutte le denunce documentate che abbiamo presentato contro i protagonisti di questo scandalo pubblico. Anche se non sono tutti coperti da immunità parlamentari, e se le ipotesi di reato sono evidenti.
Non si sono infatti limitati ad attaccare ferocemente con campagne diffamatorie sistematiche la presidente dell’Autorità Portuale, Monassi, solo perché ha difeso il Porto Franco internazionale ed ha agito per riattivare il Porto Franco Nord.
Hanno anche turbato pubblicamente le gare di concessione scoraggiando gli investitori, e continuano a farlo nonostante le denunce penali documentate che abbiamo presentato alla Magistratura e persino pubblicato.
Le loro recenti norme di legge-truffa delle quali abbiamo già scritto, e le loro pressioni spudorate sul ministro Lupi per insediare un presidente dell’Autorità Portuale che li appoggi, non servono infatti a “sbloccare” il Porto Franco.
Servono soltanto a paralizzare le nuove concessioni già assegnate da Monassi, e ad impedire che se ne facciano altre, con gara o a trattativa diretta. E questo concreta reati di turbativa continuata delle concessioni, o no?
Non è vero nemmeno che il PD, i suoi pochi alleati di centrodestra e la speculazione illecita sul Porto Franco Nord abbiano il consenso della città. Rappresentano appena il 20% degli elettori ed il loro quotidiano di propaganda locale, Il Piccolo, risulta essere ormai in pieno collasso di vendite, calate a meno di 25mila copie, di pubblicità (-20%) e di personale. Perché la maggioranza della popolazione non solo non li segue, ma non li tollera più.
Se dunque i politici italiani del centrodestra locale contano poco o nulla, anche quelli del PD rappresentano solo se stessi e gli speculatori che appoggiano qualsiasi governante di turno. L’intero sistema politico italiano si regge ormai soltanto sulle bugie che racconta e sulla paura del potere che riesce ancora ad incutere ai cittadini ridotti a sudditi. Ed il PD ne sta approfittando più degli altri.
Tra i documenti ancora inediti delle nostre inchieste giornalistiche sul porto abbiamo anche una lettera ufficiale durissima del 2010 che accusava l’allora presidente dell’Autorità Portuale voluto e tuttora celebrato dal PD, Claudio Boniciolli, di avere simulato un parere favorevole del Comitato Portuale per assegnare alle imprese Maltauro e Rizzani de Eccher la concessione per l’urbanizzazione del Porto Franco Nord.
È la stessa concessione per la cui stipula l’allora Prefetto omise di inviare le informazioni antimafia preventive obbligatorie, e sono lo stesso Maltauro delle tangenti milanesi e lo stesso De Eccher sottoposto ad una recente interdittiva antimafia.
Noi invieremo perciò alla Magistratura italiana per le verifiche opportune anche quella lettera sulla passata gestione PD del porto, ma tutto questo lascia aperte nell’opinione pubblica triestina due domande ovvie.
La prima domanda è: cosa possiamo attenderci adesso, se la presidenza del porto passa dall’attuale gestione tecnica scelta dal Ministero competente ad una gestione che viene invece pubblicamente decisa, imposta e controllata senza diritto e con scopi illeciti da esponenti ed alleati politici di un partito, il PD, che per queste operazioni scandalose dovrebbero essere già sotto inchiesta da quattro anni ed invece ostentano impunità ed arroganze che non sarebbero tollerate in nessun Paese europeo normale?
La seconda domanda ovvia è: perché noi Triestini dovremmo continuare a tollerare i livelli abnormi di corruzione e di abuso che ci impone il sistema politico italiano, quando possiamo ottenere (ed in breve tempo) il ripristino dello status indipendente legittimo del Free Territory of Trieste e del suo Porto Franco internazionale, chiedendo giustizia alle Nazioni Unite con l’appoggio degli Stati che hanno diritto ed interesse all’integrità ed alla piena funzionalità del Porto Franco internazionale di Trieste?
Anche per Trieste ogni pazienza ha un limite. E questo non occorre più spiegarlo a nessuno.
PAOLO G. PAROVEL
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Per approfondimenti (italian/english) su questo argomento:
© 18 Gennaio 2015