La Voce di Trieste

RIAGGIORNATO IL SITO DELLA VOCE E ACCONTENTATO BELCI CHE VUOLE L’ANTICORRUZIONE IN PORTO FRANCO

Due buone notizie: in attesa di avere il tempo per far uscire l’edizione cartacea, che è più impegnativa quando si è sovraccarichi di lavoro e sotto attacchi continui, abbiamo incominciato a riaggiornare il sito della Voce di Trieste in rete, che aveva già migliaia di lettori come gli articoli di questa pagina facebook (dove il record è sinora di 12mila).

L’indirizzo della Voce in rete è il solito: www.lavoceditrieste.net

Abbiamo inoltre festeggiato l’occasione accontentando (era san Nicolò, ed oltre ai dolci anche il sacco di carbone bisogna pur darlo a chi più se lo merita) la lobby dei politici e associati che stanno tentando l’ultimo assalto prepotente e scandaloso al Porto Franco Nord col tamburo battente del Piccolo di Possamai, i quali per bocca di Franco Belci hanno invocato in appoggio paradossale un intervento dell’Autorità Anticorruzione sulle vicende del Porto.

Così, visto che le cose che possono mandare loro all’Anticorruzione sono soltanto quisquilie e pettegolezzi, li abbiamo soccorsi inviandole noi, e per buona misura anche all’Antimafia e ad un po’ di Procure e di stampa italiana ed internazionale, i materiali d’inchiesta necessari. Che sono però solide inchieste su di loro.

Si veda in particolare l’aggiornamento d’inchiesta sostanzioso, su cose che molti vedono e sanno ma purtroppo solo noi in questa città di timorosi abbiamo mostrato sinora il coraggio di denunciare forte e chiaro, ora al link: QUI.

Per non essere fraintesi sulle fonti e sull’oggetto, abbiamo naturalmente precisato ai destinatari istituzionali ed ai colleghi forestieri in indirizzo che si tratta delle denunce pubbliche e giudiziarie del nostro periodico d’inchiesta “La Voce di Trieste” sul crescendo di pressioni politiche anomale per la sdemanializzazione speculativa illecita di parte del Porto Franco internazionale del Free Territory of Trieste affidato all’amministrazione fiduciaria provvisoria del Governo italiano.

A conferma delle nostre buone intenzioni, abbiamo poi precisato che il sistema di corruzione locale e le operazioni sul Porto Franco di Trieste denunciati nelle inchieste della Voce violano sia il diritto internazionale che il diritto italiano, sono già oggetto perciò anche di denunce internazionali e penali, sollevano interrogativi antimafia documentati e vengono condotti da una consociazione trasversale di politici e di altra fanteria appoggiati dal quotidiano monopolista locale “Il Piccolo”, del gruppo Espresso.

Ci dispiace per Possamai e collaboratori che se la sfangano in quella redazione, ma la verità è questa: basta leggerli con un minimo di cervello e senso critico. E visto che loro queste cose non vogliono o non possono scriverle, ci costringono a farlo noi.

Agli investigatori ed ai colleghi abbiamo perciò anche spiegato nella mail di trasmissione che in queste settimane il gruppo che conduce le operazioni denunciate sta aumentando oltre ogni limite di decenza disinformativa la pressione politico-mediatica sul Governo italiano in vista della scadenza, a gennaio, del mandato di presidenza dell’Autorità Portuale, pretendendo apertamente che l’attuale presidente sia sostituita con un funzionario che sia disposto a consentire la sdemanalizzazione speculativa illecita.

Abbiamo chiarito pure che il valore della speculazione illecita è stimato sui 1,5 miliardi di euro, e che i politici che premono pubblicamente per imporla appartengono principalmente alla dirigenza locale e nazionale del PD che controlla le amministrazioni locali, ma anche a settori particolari del centrodestra.

E sembrano anche così colti e sicuri di sé che il Cosolini mi ha già querelato quattro o cinque volte solo perchè ho osato scrivere che l’operazione sostenuta da loro è illecita. Peccato che, a parte lo scomodo diritto d’opinione in democrazia, possiamo anche dimostrare dovunque che è davvero illecita.

Infine, giusto per non far nomi, abbiamo indicato a chi non è di qui come politici notoriamente attivi ed esposti nell’operazione scandalosa denunciata, e quindi bene informati dei fatti e motivi sui quali andrebbero interrogati, la presidente della Regione e vicesegretaria nazionale del PD Debora Serracchiani, il sindaco PD Roberto Cosolini, il deputato PD Ettore Rosato ed il Senatore PD Russo (questi due coraggiosamente protetti da immunità) e buon ultimo il segretario regionale CGIL Franco Belci.

Proprio quello che dobbiamo ringraziare per la sagacia dell’averci suggerito di chiedere l’intervento documentato dell’Anticorruzione. Che pare sia una delle poche istituzioni italiane a funziore ancora bene ed onestamente.

Paolo G. Parovel

© 9 Dicembre 2014

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