La Voce di Trieste

PERCHÉ COSOLINI, SERRACCHIANI E SOCI STRILLANO SUL PORTO, MA STANNO ZITTI SULLE NUOVE MANOVRE DI GAS NATURAL PER IMPORCI IL LORO RIGASSIFICATORE?

Manifestazione del Movimento Trieste Libera contro al rigassificatore di Gas Natural.

L’aggressività contro il porto dei gerarchi politici, in particolare del PD, che vorrebbero impadronirsene si fa sempre più isterica, violenta e disordinata a fronte della ferma determinazione dell’Autorità Portuale di reimmettere nel Porto Franco Nord, cosiddetto “vecchio”, nuove imprese che portino lavoro, presto e per tutti.

Mentre la banda dei politici insiste a voler imporre speculazioni edilizie ed immobiliari per pochi, ed anche quelle chissà quando. Tanto a loro il lavoro non occorre mica, quindi è logico che preferiscano porticcioli, passeggiate, ristoranti raffinati, approdi per le loro barche ed altre piacevolezze per “qualificare il bellissimo waterfront” come affermano con queste ed altre dizioni stomachevoli da sottocultura snob di provincia.

Adesso tentano persino di bloccare il piano regolatore del porto contestandone con la Regione le valutazioni ambientali. Ma la contestazione, che dalle verifiche in corso risulta sempre più provatamente pretestuasa, riguarda solo il Porto Nuovo, e non può bloccarne direttamente le concessioni.

Quello cui sembrano infatti puntare principalmente, con l’uso sempre più spregiudicato delle loro cariche amministrative e del controllo politico che hanno sul Piccolo e sul Primorski dnevnik, è evidentemente sabotare la gara di concessione scoraggiando le aziende e gli investitori interessati con un gran baccano stampa apparentemente istituzionale e credibile anti-portofranco.

Perché l’interesse delle imprese è determinato solo dal regime di porto franco, senza il quale non vi è nessun motivo per insediarsi proprio a Trieste, e la credibilità tecnico-finanziaria dell’operazione è garantita dall’amministrazione tecnica professionistica dell’attuale presidente Monassi, mica dalle chiacchiere, bugìe (documentate dalla Voce) ed isterìe dei Cosolini, Serracchiani, Rosato, Russo, Menia, Dipiazza, Antonione e quant’altre comparse politiche di turno, che della disoccupazione e miseria della gente evitano persino di parlare.

Ma stanno evitando di parlare anche di altro pericolo di danno grave per Trieste, che si sta avvicinando rapidissimo: la nuova operazione della multinazionale Gas Natural per imporci il suo rigassificatore a Zaule che ci bloccherebbe il Porto Nuovo, danneggerebbe anche quello adiacente di Koper, avvelenerebbe il mare ed in caso di incidente od attentato esploderebbe fra città e porto facendo 50-100mila morti.

Le manfrine di quasi tutti i politici locali sul rigassificatore sono note, e ne abbiamo già scritto: all’inizio lo appoggiavano, e poi si sono dichiarati contrari per non perdere voti, ma dietro le chiacchiere hanno fatto per contrastarlo solo il minimo indispensabile, e spesso nemmeno quello, anche quando incombevano le operazioni per aggirare l’opposione della città facendolo imporre dall’Unione Europea come impianto strategico.

Sono tutte manovre sventate e quasi completamente superate perciò grazie all’attivismo delle organizzazioni della società civile, dell’Autorità Portuale, della SIOT (più la Slovenia), che hanno ottenuto dal Ministero Ambiente il decreto che cancelli il rigassificatore.

Il decreto però non esiste finché non lo firma il Ministro, che sta invece evitando di farlo, e senza nemmeno scuse plausibili. Mentre i politici locali e la loro stampa, che ciarlano su tutto, su questo nemmeno protestano. Così la gente non sa, e chi sa pensa che stiano zitti perché non c’è nessun pericolo. Mentre il loro silenzio sta solo coprendo una nuova operazione, stavolta giudiziaria, per imporci il rigassificatore malgrado tutto.

Loro infatti non lo dicono, ma il 9 marzo si terrà a Roma di fronte al TAR Lazio l’udienza per il ricorso con cui Gas Natural nel settembre scorso ha chiesto l’annullamento del precedente decreto sospensivo del Ministero dell’Ambiente (decreto Clini) che ci aveva salvati in extremis.

Se dunque il ricorso viene accolto, cadono tutte le difese e Gas Natural riacquista il diritto di ficcarci il suo rigassificatore antidiluviano e pericolosissimo nel porto, o ad ottenerne da tutti risarcimenti astronomici.

Da tutti chi? La multinazionale ha citato i Ministeri dell’Ambiente, della Cultura e dello Sviluppo Economico, l’Autorità Portuale e la SIOT, ma anche la Regione (che quindi lo sa benissimo) e l’EZIT. C’è da fidarsi delle loro difese?

No, perché mentre SIOT ed Autorità Portuale le hanno congegnate sicuramente al meglio per tentar di vincere e salvare se stesse, il porto e la città, di tutti gli altri non possiamo essere affatto sicuri, dato che si sono mostrati più volte, e tuttora, reticenti e doppiogiochisti, oltre che spesso incapaci e bugiardi. Tant’è vero che ritardano la firma del decreto liberatorio, cosè favorendo di fatto solo Gas Natural. Ed a quasi tutti i loro rigassificatore andrebbe bene se solo potessero incolpare qualcun altro di averlo imposto alla gente.

Mentre di fronte istituzioni nazionali italiane debolissime in tutti i sensi, per non dire di quelle locali, abbiamo una multinazionale potente che le cronache di mezzo mondo ci confermano ammanigliata e disinvolta, con mezzi illimitati, avvocati di fama ed un forte impegno pubblicitario (tra l’altro, con la stessa agenzia romano-pugliese Proforma che, come potete constatare direttamente in rete, ha fatto eleggere di misura Serracchiani presidente regionale).

Dunque, perché Cosolini, Serracchiani, Il Piccolo ed i loro soci di tutti i generi e colori strillano continuamente tante sciocchezze sul porto, e vogliono eliminare Monassi perché lo difende, mentre se ne stanno ben zitti su questo pericolo incombente colossale?

Oppure ci stanno lavorando sotto silenzio per loro davvero insolito? E se sì come? Pro o contro? Con altre chiacchiere politiche, o con azioni adeguate?

A questo punto non attendiamo spiegazioni: le pretendiamo. E basta con le cialtronate sui Bugiardelli quotidiani in italiano e sloveno che continuano a prenderci tutti per scemi.

Paolo G. Parovel

© 24 Febbraio 2014

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