La Voce di Trieste

Emergenza civica: la “marcia degli imbrogli” politici vergognosi

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Foto aerea del Porto Franco Nord di Trieste, con l'Adriaterminal

Ci dovete scusare se con le nostre forze limitate di volontari, nella melma di silenzi, inerzie ed ipocrisie cui è stata ridotta Trieste, non siamo ancora riusciti ad avviare a pieno regime questo sito nuovo della Voce mentre usciamo con l’edizione quindicinale a stampa. Ci stiamo organizzando, e speriamo che poi i risultati saranno all’altezza delle vostre aspettative. Ma intanto alcune cose d’emergenza civica occorre dirle subito in rete.

Ed ora siamo davvero in emergenza improvvisa sulla situazione del Porto Franco, perché il partito trasversale della speculazione edilizia e degli imbrogli sta andando di nuovo all’attacco, col Piccolo, della buona fede della gente, con una manovra di propaganda disinformativa che vogliono far culminare già questo sabato 29 settembre. in una “marcia di sfondamento” sul Porto Franco Nord. Nell’incredibile collaborazione, od inerzia da encefalogramma piatto, sinora, di tutte le altre forze politiche locali fuorché il Movimento Trieste Libera, la Lista 5 stelle di Beppe Grillo ed in tono ancora minore la Lega (che non sembra però aver neanche studiato la materia); mentre l’Idv a Trieste è stolidamente appiattita sul Pd.

 

La nostra denuncia e la loro reazione

È accaduto dunque che sul numero della Voce in edicola da sabato 22 settembre (con data 23) noi abbiamo pubblicato un’indagine denuncia chiara, completa e durissima su questo ed altri imbrogli, sotto il titolo di “Lavoro, Porto Franco e bugìe politiche”, indicando soluzioni attive di fronte al rischio immanente di perdere altre centinaia, sino ad oltre un migliaio, di posti di lavoro tra Sertubi, Ferriera ed indotto. Che andrebbero ad aggiungersi alla massa già enorme dei nostri disoccupati e sottooccupati ormai alla fame.

Abbiamo perciò proposto anche una petizione popolare diretta al Governo perché sblocchi l’atteso decreto di perfezionamento della gestione del Porto Franco, per poter dare via libera agli investimenti ed alle imprese in attesa che sono la sola fonte possibile dei tantissimi nuovi posti di lavoro necessari; più una petizione per garantire intanto assistenza sociale alle troppe persone e famiglie in difficoltà.

E l’anomalo “partito trasversale”, imbroglione ed equivoco, dei fautori della speculazione edilizia per ricchi al posto del lavoro portuale per tutti, capitanato dal sindaco Cosolini e dai ‘colonnelli’ parlamentari Menia, Rosato ed Antonione, ha capito subito che la nostra iniziativa demolirebbe la finzione politica che essi rappresentino su questo la volontà della gente.

Costoro hanno perciò reagito immediatamente lanciando già domenica 23 mattina col Piccolo, e con la solita, sfacciata propaganda ingannevole, una loro “marcia sul Porto Franco” per sabato 29 settembre, aprendo subito in rete anche una loro petizione ed altre attività di appoggio organizzate apparentemente da cittadini comuni, ma in realtà con l’apparato del Pd locale.

Apparato che sta seguendo con ottusità impressionante il Cosolini persino nella pubblica combutta col neo-postfascista Menia, con l’opportunista di destra Antonione e col Piccolo nel proclamare con linguaggio squadristico che con la “marcia” vogliono “sfondare” con “un’ultima spallata” la cinta doganale di porto franco. Sfondare cioè la legalità ed il diritto di noi cittadini ai nostri strumenti di nuovo lavoro. Ma il lavoro è problema che questi politici non sembrano evidentemente avere né comprendere.

Lo scandalo non sta però ‘soltanto’ nell’evidenza del fatto, già in sé ovviamente sospetto, che politici di sinistra e di destra, eletti per difendere città e lavoro, appoggino invece assieme al quotidiano, e con toni così violenti, una speculazione privata colossale, illegittima e già penalmente denunciata alla Procura di Roma, sulla base delle nostre analisi perfettamente documentate, nelle ipotesi principali di tentata truffa allo Stato truffa pluriaggravata allo Stato ed a terzi in violazione di vincoli di diritto internazionale e violazione penale della Legge n. 17/1982, con connessioni riscontrate alle lobby nazionali di manipolazione dei grandi appalti e della Pubblica Amministrazione riferite ad Angelo Balducci e Luigi Bisignani, separatamente indagate dalle Procure di Roma e di Napoli.

È infatti scandalo non meno grave e sospetto che quest’alleanza politica anomala pro-speculazione privata stia ingannando brutalmente l’opinione pubblica, in abuso di mandati amministrativi pubblici e della posizione di monopolio del quotidiano, per spacciarle una costruzione deliberata non solo di propagande e trucchi disinformativi, ma addirittura di bugìe colossali e sempre più spudorate, insistendo a ripeterle anche dopo le nostre smentite pubbliche documentate. Ed a questo punto non si tratta più di furbate politiche, ma di banditismo della politica e dell’informazione, come siamo in grado di dimostrare anche in qualsiasi sede giudiziaria.

 

Come ingannano la gente con falsificazioni vergognose

A parte un apposito armamentario fraseologico ingannevole (“porto vecchio”, “antico scalo”, “vecchio privilegio superato ormai inutile”, “barriere da abbattere”, “restituzione alla città”, “progetto al di sopra delle parti” ecc.) le bugìe truffaldine più grosse di questi politici e del quotidiano, ripetute a pappagallo da stuoli di gregari ed ignari, sono sinora:

a) che il Porto Franco Nord sia vuoto e inutilizzabile: FALSO, perché è stato svuotato apposta, vi opera ancora l’Adriaterminal che tratta 1 milione di tonnellate di merci varie, vi è stata appena insediata una nuova attività di commercio legnami e ci sono altri investitori ed imprese marittime interessati;

b) che il Prefetto e Commissario del Governo possa sospenderlo e spostarlo: FALSO, perché non ha questi poteri anche se l’hanno costretto a firmare già due decreti di sospensione illegittimi;

c) che lo si potrebbe spostare sul Carso o in aree portuali non attrezzate: FALSO, perché devono essere aree marittime con caratteristiche e attrezzature portuali eguali o migliori, che al momento non esistono;

d) che occorrerebbe spostarlo per estendere il Porto Franco ad altre zone: FALSO, perché le aree di Porto Franco non possono venire ridotte, ma possono essere estese a nuove zone di porto e retroporto senza bisogno per questo di spostarne altre;

e) che una recente sentenza del Consiglio di Stato darebbe loro ragione: FALSO, perché in realtà ha confermato una sentenza TAR che dà loro torto;

f) che il Governo (Ministero degli esteri) avrebbe dato loro ragione in Commissione esteri del Senato: FALSO, perché ha dato loro torto, come risulta anche in rete dai verbali di seduta;

h) che la recentissima iniziativa Castelli (e Camber) al Senato per sbloccare lo sviluppo del Porto Franco sarebbe fallita e dannosa: FALSO, perché il Senato l’ha approvata a maggioranza schiacciante, ed è la prima pronuncia utile del legislatore italiano in materia dal 1975;

i) che il Governo Monti sarebbe dalla loro parte: FALSO, perché il Governo sta esaminando la situazione con interesse a sviluppare il Porto Franco emettendo l’apposito decreto normativo in tempi brevi;

j) che il decreto non servirebbe a nulla: FALSO, perché è necessario per dare sicurezza sulle norme operative e fiscali agli investitori portuali in attesa;

k) che il Porto Franco è istituzione superata: FALSO, perché è anzi attualissima ed in pieno sviluppo in tutto il mondo, come ha appena dimostrato il primo convegno mondiale delle zone franche tenuto a Trieste in luglio dall’Autorità Portuale e dall’apposita organizzazione di Londra.

l) che la maggioranza della città appoggia la loro urbanizzazione speculativa: FALSO, perché la appoggia solo una minoranza di interessati a guadagnarci qualcosa, e la parte di popolazione ignara che il Piccolo e quei politici riescono ad imbrogliare con queste falsificazioni vergognose.

E per completarne la valutazione stomachevole rimangono da ricordare due vigliaccate operative indegne, ma eloquenti, del Piccolo: si è rifiutato di pubblicare doverosamente (cioè censurava) le notizie del convegno mondiale zone franche, che è stato perciò possibile pubblicare solo come inserzioni su due pagine a pagamento; e poco prima aveva anche tentato di silurare la Presidente dell’Autorità Portuale, Marina Monassi, organizzandone un linciaggio pubblico con la notizia falsa che si fosse aumentata lo stipendio, pure ingannevolmente e di 120mila euro.

Qui non siamo più quindi nel campo delle legittime opinioni ma, è bene ripeterlo chiaro, del banditismo politico e disinformativo, ai danni della pubblica fede ed allo scopo di togliere alla città uno strumento di lavoro speciale primario, ambito dai porti di tutto il mondo e sviluppabile a brevissimo termine con nuove attività marittime ed industriali. Un vero e proprio furto, che ora con le “marce di sfondamento” diventa rapina, e per farci su speculazioni edilizie ed immobiliari per ricchi appoggiate ai propri partiti e cortigiani.

Altro che “marcia sul porto”, dunque! E qui oltre a contestarla perché è l’ennesimo loro imbroglio, occorre esigere le dimissioni di chi l’ha organizzato passandoci per sudditi scemi, e tenta di imporcelo a tutti i costi mentendo ancora: dal sindaco Cosolini ai Menia, Rosato, Antonione, sino ai loro troppi gregari politici attivi e passivi. Ed assieme ai responsabili delle propagande disinformative del Piccolo, che sarà anche il caso di incominciare a non comperare né leggere più finché non cambia. Vi sembra ragionevole continuare a farsi imbrogliare così, e pure a pagamento?

 

Ora si apre anche un nuovo spazio d’indagine

Ma c’è un altro aspetto della situazione ancora tutto da indagare: dal 2010 gli effetti della crisi economica generale si sono abbattuti anche sul progetto speculativo privato originario di Portocittà, già vago e forzato di per sé, privandolo di mercato e di redditività. Al punto che anche i concessionari stanno studiando cos’altro possono fare delle aree, e se non sia meglio che vi appoggino anche loro il rilancio delle attività legittime di porto franco, riconvertendo eventualmente la concessione.

Dunque, perché proprio questi quattro politici locali così eterogenei (Cosolini, Menia, Antonione, Rosato: i gregari non contano) ed il Pd locale premono ancora, anzi sempre più forte, e con quei mezzi disonesti, per imporcelo egualmente? Rischiando pure impoliticamente di mettersi contro fra breve, in elezioni, tutta la città che ha bisogno di lavoro e che ha già capito o capirà l’inganno? Non vedono o non comprendono la disperazione crescente dei lavoratori di Sertubi, della Ferriera dei sottooccupati del porto, dei disoccupati e degli altri lavoratori di tutte le imprese già chiuse od a rischio?

Eppure questi quattro non sono mai stati dei leoni: anzi, sono politici che vanno volentieri in compromesso su tutto fra destra e sinistra, tra partiti ed imprenditori. Al punto da coprirsi a vicenda persino per illeciti gravi come l’acquisto speculativo di un terreno comunale da parte del precedente sindaco Dipiazza, o per le responsabilità del mezzo miliardo di euro del passivo AcegasAps (cedendola al colosso Hera), o sulla lottizzazione politica contestata delle Cooperative Operaie. Dunque, perché? Ed in buona sostanza: per quali interessi altri da quelli, che appaiono opposti, della città che li ha eletti perché la rappresentino?

È una domanda doverosa, dato che qui non sono immediatamente in gioco le responsabilità morali o penali di costoro, ma il futuro di lavoro e vita per nostra della città, che questi loro comportamenti minacciano gravemente. Noi stiamo cercando le risposte a livello di indagine giornalistica, mentre la Magistratura nazionale lo farà sicuramente a livello giudiziario.

Ma il solo loro denominatore associativo trasversale comune alla radice fattuale e temporale di quest’operazione speculativa operazione è che nel 2009-2010, all’epoca della formazione e dell’assegnazione del discusso appalto di concessione alla Portocittà dei due grossi costruttori, respingendo il progetto di sviluppo marittimo presentato dagli operatori portuali, erano proprio questi quattro politici che avevano il controllo sia degli schieramenti di centrosinistra e centrodestra e del quotidiano che appoggiarono l’operazione, sia del Comune e dell’Autorità Portuale che la portarono a termine in quel modo.

Roberto Cosolini, ex assessore regionale come gregario di Illy, era infatti segretario e candidato sindaco del Pd, di cui Ettore Rosato era il parlamentare di punta ed ex candidato sindaco. Roberto Antonione, ex fedele ed intimo di Berlusconi con incarichi di partito e di governo regionali e nazionali, era ancora il leader politico e candidato sindaco del Pdl. Roberto Menia era il leader della destra neo- e posfascista locale, amico personale di Fini ai vertici nazionali in AN, con la quale era passato al Pdl e da questo, con lo stesso Fini, a Fli, ottenendone incarichi nazionali di partito e di governo.

Contemporaneamente il Pd controllava l’Autorità Portuale dove aveva piazzato presidente l’ex socialista Claudio Boniciolli, in mutuo appoggio col centrodestra del precedente sindaco Dipiazza che controllava il Comune, ed ambedue gli schieramenti controllavano in condominio di fatto la linea del Piccolo diretto da Paolo Possamai, uomo di Boniciolli.

Dei quattro politici che avevano appoggiato l’operazione, Antonione e Menia si sono staccati dal Pdl quando pensavano affondasse, e sono rimasti a fare tappezzeria, mentre gli altri due, Rosato e Cosolini, hanno conservato partito e apparato, ed assunto il controllo del Comune (e della Provincia) contro il Pdl e la candidatura dello stesso Antonione. Dopo una campagna elettorale intensa e dispendiosa per ambedue le parti, che garantivano però egualmente l’appoggio al progetto “Portocittà” di Maltauro e Rizzani De Eccher.

 

Cosa fare subito

Cosa se ne può quindi, e deve, visto l’argomento, dedurre od ipotizzare sotto il profilo logico? Vedano i lettori. Ed ovviamente la Procura di Roma. Noi intanto attiviamoci subito il più possibile in rete , e sabato sul posto, per dimostrare che c’è anche una Trieste bene informata e con le idee chiare, che non è risposta a lasciarsi imbrogliare e tantomeno depredare da operazioni e personaggi simili.

 

© 26 Settembre 2012

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