Stazione: ecco come vengono “sgomberati” i senzatetto
Scomparse la sedute che offrivano ospitalità a molti
Riceviamo questo scritto da un nostro lettore e pubblichiamo
Stazione di Trieste Centrale. Una leggera Bora tende a sostituire l’aria inquinata della città e sul golfo triestino con aria secca di provenienza continentale. Ed ecco che insieme alla Bora giungono in città le nefandezze del sistema globale asociale esistente. Nell’atrio luminoso della stazione noti un qualcosa che non c’è. Le sedute sono scomparse. Prosegui il tuo cammino verso i binari, ed anche le sedute del secondo atrio sono scomparse. Una strana sensazione inizia a maturare e prendere forma nel tuo essere dubbioso. Ti fermi. Leggi un cartello.
Ma qualcosa non torna. È inverno. Nessuna traccia di questi ipotetici lavori è segnalata nei siti internet di riferimento. E pensi. Pensi a chi utilizzava quelle sedute. Pensi chi riscaldava con il peso e la fatica del sopportare una società sempre più disumana, quelle sedute nere e plastificate. Persone invisibili all’occhio umano accecato dalla frenesia tipica di tal tempo. Eppure la notte, la Stazione Centrale di Trieste, ha conferito immensa ospitalità a quelle persone. Conosciute volgarmente come senzatetto. E sono tante. Tante, ma invisibili.
Nella sola Unione Europea sarebbero circa 3.000.000 (Unicef 1998), negli Stati Uniti: 750.000 (Unicef 1998), in Canada: 200.000 (CBC News December 1998), in Australia: 99.000 (ABS: 2001 Census). Potrebbe trattarsi solo di un mio presentimento. Le sedute che spariscono nel periodo invernale, nei mesi dove in quelle mura molte persone trovavano riparo. Coincidenze di sistema. Eppure di quei lavori, ad oggi, non vi è traccia. Lavori che devono giustificare la cacciata violenta delle sedute. Ed allora incontro alcuni operai della Stazione. Chiedo loro delle sedute e… «le hanno tolte per i barboni, non riuscivano a buttarli fuori e non so se faranno i lavori ma il motivo è quello». Come biecamente immaginavo.
Dunque, qualcosa in questa vicenda non torna. Oppure torna tutto. È tutto così chiaro. E si diffondono anche dei cartelli con tanto di avviso all’utenza, con i quali si giustificano, in apparenza, la cacciata delle sedute, ma la realtà sembra essere altra. Sembra che dietro quella scusa vi sia altro. Ed infatti, in serata mi reco alla stazione centrale. L’atrio è vuoto. I senzatetto sono diventati letteralmente e sostanzialmente invisibili. È questo il segno della civiltà? Forse si vuole in qualche modo imitare la vicina Ungheria, dove sembra che da poco tempo sia entrata in vigore una nuova legge che prevede per chi dorme sulla strada una sanzione di circa 600 dollari o la prigione.
Questa non è la Trieste che ho umanamente conosciuto.
© 27 Gennaio 2012