La Voce di Trieste

Dopo le vacanze, arrivano gli scrutini

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Le pagelline, gli studenti e gli adulti

Lunedì 9 gennaio è ricominciata la scuola e sicuramente ci sarà stato più di qualcuno che vi è arrivato senza aver finito tutti i compiti o che magari se li è fatti mandare via mail o su direttamente su facebook all’ultimo minuto. Ma le vacanze sono tali solo se ci si può riposare e rilassare. Perché allora fare compiti? Le vacanze, con i compiti da fare sono un incubo. Incubo che spesso viene vissuto dai genitori in prima persona perché devono stare addosso ai figli restii a svolgere il lavoro assegnato. Se poi un insegnante, di rientro dalle vacanze non corregge i compiti che senso hanno quei compiti? Perché un docente non si mette il cuore in pace e accetta che le vacanze possono resettare le menti dei giovani virgulti e convivere con il fatto che, ricominciare è dura per tutti, con o senza compiti per le vacanze?

Sicuramente un bel compito la prima settimana di rientro dalle festività, accelererebbe i ritmi di ripresa, perché lo studente sarebbe subito posto di fronte alla dura realtà e cioè che le vacanze sono finite e che è ora di rimboccarsi le maniche. Superfluo ricordare che molte scuole di Trieste hanno da tempo scelto di dividere l’anno scolastico in due quadrimestri: uno più breve, che termina con l’inizio delle vacanze di Natale, e l’altro più lungo, che arriva fino alla fine dell’anno scolastico. Ci sono, evidentemente, dei pro e dei contro per questa scelta, nel senso che il quadrimestre breve permette poi di recuperare nel secondo e allo stesso tempo dà la possibilità alle scuole di organizzare i famigerati corsi di recupero per tempo. Dall’altra parte, un quadrimestre così ridotto costringe, in genere, gli insegnanti ad andare letteralmente a caccia di voti, per poter ottemperare alla burocrazia scolastica. Senza dubbio, il secondo quadrimestre, decisamente più lungo, permetterà agli studenti e agli insegnanti di lavorare con molta più calma e meno stress.

Gli scrutini relativi al primo periodo sono già iniziati il 9 gennaio ed entro la fine del mese tutte le famiglie verranno informate, con le opportune pagelline, dell’andamento del proprio figlio.

Purtroppo non sempre tutti gli studenti riescono ad avere una chiara coscienza della loro reale situazione e questo crea spesso fraintendimenti ed è fonte di grande angoscia, soprattutto per i genitori, non certo per gli studenti che sono sempre convinti di possedere grandi margini di recupero. Se uno studente facesse più spesso i conti con la propria coscienza, capirebbe che solo un lavoro e un impegno costante sono forieri di buoni risultati. Ma se la coscienza non ci dovesse essere, forse ci si potrebbe appellare all’orgoglio, che è la capacità che l’uomo ha innata di voler primeggiare sugli altri. Se poi anche questo dovesse essere assente, resta l’ultimo asso nella manica: in fin dei conti è compito dello studente studiare, come è compito del medico curare, di un insegnante insegnare, … già, perché ognuno di noi ha un compito da svolgere nella propria vita e prima lo trova meglio è. Se poi dopo averlo scoperto riesce anche a farlo al meglio, non si può chiedere di più. In quest’ambito gli adulti giocano un ruolo fondamentale: punti di riferimento imprescindibili per giovani menti alla ricerca continua di stimoli e ideali. Basta solo che gli adulti non devolvano ad altri questo importante e delicatissimo ruolo, ma che se ne facciano pieno carico.

 

© 20 Gennaio 2012

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