La Voce di Trieste

“Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa” è un successone

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Recensione dello spettacolo andato in scena al Teatro Comunale di Monfalcone

Se l’Italia fosse un paese minimamente civile, i cinepanettoni verrebbero scritti così. Gli attori protagonisti non sarebbero inutili “paraceli” o figli illegittimi di miti indelebili, ma gente dal talento palese: a partire dal più celebre e nazionalpopolare Antonio Catania, l’immortale Diego Lopez della serie-cult Boris, sino ai grandi maestri noti per lo più ai pochi che solgono nutrirsi a pane e teatro, come Raffaele Pisu. E infine pure le donne potrebbero gioire, se al posto delle inutili sciacquette sudamericane pullulanti il catodo nostrano potessimo, noi maschietti italiani medi rozzi e qualunquisti, godere in prima serata del talento, il fascino e, perché no, delle gambe di Miriam Mesturino, interprete di rara sontuosità.

Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa, originalmente di Ray Cooney e proclamata Miglior commedia dellanno in Inghilterra, nasce da un’idea di Gianluca Ramazzotti, mente e braccio di una messa in scena che, dall’adattamento italiano di Luca Barcellona alle prove di ogni singolo interprete, spiazza per esaltante esattezza formale e di contenuto: qualcosa a cui noi italiani siamo ormai poco abituati, e che, a guardar bene, fa pericolosamente venir voglia di credere a una salvezza che non ci sarà.

Lo spettacolo sta girando l’Italia da due anni ed è giunto alla sua quarantasettesima data, registrando uno straordinario afflusso complessivo di centomila spettatori. Secondo il navigato Raffaele Pisu, un chiaro sintomo non tanto di un risveglio, sempre ventilato e mai effettivo, di un popolino intriso di berlusconismo, quanto di un livello televisivo mai così infimo, volgare, umiliante; in risposta al quale in molti si sono riversati nei teatri, anfratti salvifici ritrovati, capaci di veicolare una qualità di per sé scomoda e capace di generare una serena ilarità invisa al presidente di turno.

Dell’italiano si dice sempre che “ama ridere di pancia”, e in larga parte è vero. Ama Fiorello; ama – purtroppo e per motivi imperscrutabili – pure Panariello. Parrebbe un soggetto irrecuperabile. Commedie come questa, in cui la paresi è garantita da una vis comica che tiene sempre in allerta il nostro retroterra felicemente meschino e pronto a smuoversi, certificano invece il contrario. Sarà che il pubblico del teatro è diverso, geneticamente, da quello dei Fantozzi di turno anelanti al mero rilassamento condito dal trittico frittatona di cipolle – familiare di Peroni gelata – rutto libero, sarà l’inclinazione del pubblico anche meno esigente per gli equivoci all’italiana, politica e puttane: sarà, ma è un successone.

Si ride di gusto, quasi mai di pancia, spessissimo di testa e fantasia. Si fa anche, perché no, critica sociale: lo squallido leader dell’opposizione Antonio Catania, seppur più carismatico (e ci mancherebbe) del fintamente simpatico Bersani, ne incarna pienamente i (dis)valori, chiuso in una stanza d’albergo a cinque stelle con una segretaria di partito avvenente, tutta pizzi, reggicalze e tacco 12, il tutto mentre alla Camera è in atto la votazione di un disegno di legge. Il tradimento è dietro l’angolo, si annusa, sta per essere consumato, ma non vedrà mai la luce per tutto un’intrecciarsi di paradossi e personaggi, come il lacché dell’Onorevole (Gianluca Ramazzotti, il più applaudito con Catania) capaci di dare luogo a una matrioska ben congeniata e recitata da Dio.

Il successo della pièce di Ramazzotti & Friends invia qualche segnale positivo, poiché la commedia, pur non essendo urticante o provocatoria, è intelligente ed è la prova che il connubio qualitàsoldout non è utopia. Addirittura bocciata in un paio di Festival teatrali in quanto troppo “politica”, giusto per ricordare che rimaniamo sempre e per sempre in Italia, Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa, ben lungi dagli intenti edificanti propri della satira più fine, vale tutte le belle parole già spese altrove in questi mesi.  Un respiro daria buona, in attesa di una nuova grande stagione.

 

© 19 Dicembre 2011

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