Quattro libri al bar – Festival della lettura condivisa a voce alta
Un’occasione per riscoprire “Libero: storie di un oste triestino”
Conosciamo bene gli obiettivi della scuola La Bussola dell’attore e del direttore Francesco Gusmitta, di cui abbiamo già parlato e di cui abbiamo presentato solo alcune delle numerose, appassionanti e originali iniziative che allievi e maestri si prefiggono attraverso un lavoro di squadra portando gli allievi a diventare imprenditori di se stessi e i maestri a mettere in campo la passione. Accanto ai numerosi corsi, di dizione, di recitazione davanti alla telecamera, public speaking, speaker radiofonico, ecc… quest’anno La Bussola dell’attore ha aderito all’iniziativa Quattro libri al bar – Festival della lettura condivisa a voce alta a cura dell’associazione Onlus Vivere con lentezza.
Cosi gli allievi del corso avanzato Alessandro Fasan, vincitore di The Voice, e Laura Parmeggiani incontreranno il pubblico al quale insegneranno i “segreti” e la magia della lettura leggendo il libro di Gaetano Longo, Libero: storie di un oste triestino. Presenti alla serata saranno lo stesso autore del libro Gaetano Longo, Spiro dalla Porta Xidias, uno dei più noti e prolifici scrittori di montagna italiani, il direttore artistico Francesco Gusmitta e la vicepresidente de La Bussola dell’attore, Amelia Saldana Gomez che presenterà la serata. Per concludere l’appuntamento sarà lo stesso direttore Gusmitta a leggere una poesia della poetessa Tatiana Terrano.
L’incontro è fissato per oggi, 7 dicembre alle ore 17.00 presso la sala del Circolo Ufficiali di Trieste (via dell’università, 8). Al circolo, che da poco ha aperto le porte al pubblico attraverso queste manifestazioni, sarà possibile visitare l’esposizione pittorica La pace con l’arte in un mondo senza confini curata dall’associazione art gallery 2. L’ingresso è gratuito.
“Ndemo de Libero?” Ai tempi della scuola o dell’università, nel periodo dei primi lavori e dei grandi amori, chi non c’è passato almeno una volta? Il vino non era il massimo, il cibo men che meno, ma ci andavano tutti: il compagno delle elementari che non vedevi da anni, l’ex moroso con la nuova fiamma, il professore con il quale proprio domani avevi quell’esame importante… E poi c’era lui, Libero. Torreggiante accanto alle botti legate con la catena. L’oste di Joyce – ma cossa i credi che go più anni della mummia? – che parlava e raccontava la sua gioventù, delle sue idee sul mondo, delle sue geniali soluzioni ai grandi problemi della viabilità, di inquinamento, di salute pubblica….” (Brano tratto da Libero: storia di un oste triestino).
L’ Antica Hostaria da Libero è uno dei pochi locali storici ancora aperti a Trieste. Si narra che già nei primi anni del Novecento, fosse meta di pittori, studenti, letterati, artisti ed intellettuali del tempo che avevano scelto la locanda, situata sotto il colle di San Giusto, come ritrovo abituale. È tuttora emozionante immaginare che lo scrittore James Joyce trascorresse qui il suo tempo durante la stesura dei suoi capolavori letterari. O che, seduto fra queste mura si incontrasse con Italo Svevo per dar vita a straordinarie collaborazioni. Libero e’ anche “l’ oste di Magris”, da quando lo scrittore dedicò un’intera pagina sul Corriere della Sera alla storia di quell’oste triestino capace di incantare intere generazioni con i suoi poetici racconti di vita vissuta e con i suoi bizzarri suggerimenti per migliorare il mondo.
Libero Laganis è l’ oste più famoso ed amato di Trieste. La sua osteria è uno di quei luoghi della tradizione triestina e la vita di Libero è stata curiosa e colorata a tal punto da ispirare anche il libro del poeta e del traduttore Gaetano Longo, Libero: storia di un oste triestino(1999, pag. 128, Lint Editoriale Associati, 12.39 €), in cui l’oste si racconta, per bocca di Gaetano Longo, in un romanzo che ci parla di una Trieste dei tempi passati. L’autore ripercorre in narrativa gli aneddoti che hanno reso questo uomo una leggenda popolare. Pubblicato in occasione dei festeggiamenti per i 30 anni di attività dell’osteria , Libero, nel libro, parla in prima persona, e pare di vederlo nel suo locale raccontare storie di viaggi e idee balzane. Difficile dire cosa abbia reso l’osteria cosi popolare presso persone di ogni età e ceto sociale. La luce è un po’ livida e raggiunge a fatica gli angoli, le pareti conservano le tracce degli innumerevoli bicchieri che sono stati bevuti, delle numerose storie che sono state raccontate. Libero, con il suo dialetto aggrovigliato in un brontolio continuo, la voce roca, aveva una battuta per tutti e intratteneva i clienti con invenzioni strampalate: dalle carrozzine antismog per bambini all’arresto dell’inclinazione della Torre di Pisa.
L’osteria è un posto speciale, un luogo dove si respira un sapore d’altri tempi. Nel suggestivo locale, che ha conservato negli anni molto della sua originalità, si respira ancora il profumo della storia, si sente l’eco della memoria e i tempi spensierati della giovinezza. Scriveva Claudio Magris: “Anche un’osteria può essere un piccolo presepe in cui sostare dopo il monotono e assillante errare della giornata. Una di queste è certo l’ amabile locanda di via Della Risorta”.
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© 7 Dicembre 2011